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Giovedì, 25 Aprile 2024
La buona notizia

Dal Gambia fino al Gom per curare la leucemia: la storia di un 23enne

L'intervento è stato eseguito dal Centro unico regionale trapianti di cellule staminali e terapie cellulari del Grande ospedale metropolitano che si è reso protagonista di un episodio di buona sanità

Non sempre accade ma, a volte, capita di imbattersi in storie di buona sanità che, pur partendo da contesti difficili, hanno un epilogo fortunato. È questa la storia di un ragazzo del Gambia la cui vicenda, legata al tristemente noto dramma dell’immigrazione, si intreccia con la grande professionalità e la straordinaria umanità di medici, operatori e volontari calabresi.

Nel 2020 un giovane di 23 anni arriva in Italia a bordo di un barcone e, dopo diverse peripezie che lo portano prima in Puglia, poi in Francia ed infine in Calabria, gli viene diagnosticata una leucemia mieloide cronica in fase avanzata, grave malattia del sangue per la quale si rende necessario un trapianto di midollo osseo.

"La collaborazione tra l’ematologia dell’Ospedale Ciaccio di Catanzaro e il Centro unico regionale trapianti di cellule staminali e terapie cellulari (Ctmo) del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, guidato dal dott. Massimo Martino, - spiga la direzione generale del nosocomio - ha reso possibile la realizzazione del trapianto, nonostante le difficoltà burocratiche legate alla ricerca di un donatore compatibile tra i familiari del ragazzo in Gambia e che sono state egregiamente affrontate dal dott. Giuseppe Console, responsabile registro donatori midollo osseo".

Da non dimenticare, il ruolo fondamentale nella vicenda dei volontari calabresi e dell’Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma (Ail), che lavora ogni giorno per far in modo che i pazienti e le loro famiglie non si trovino mai soli nella loro battaglia e che la ricerca scientifica non si fermi.

"A un anno dal trapianto - fa sapere ancora la direzione del Gom - le condizioni cliniche del paziente sono buone, notizia che suona come un lieto fine per il ragazzo e un’ulteriore conferma della qualità del Grande ospedale metropolitano Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria".

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