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Giovedì, 25 Aprile 2024
Palazzo San Giorgio

Gazebo, il Comune andrà avanti nella linea dura ma il regolamento sarà modificato

Dopo la riunione consiliare presieduta da Versace. Intanto Confcommercio si defila dal tavolo con le associazioni

Sulla rimozione dei gazebo è scontro politico a palazzo San Giorgio. Uno scontro, interno alla maggioranza, che nelle ultime ore ha visto contrapporsi il presidente della commissione consiliare Carmelo Versace e l'assessore Angela Martino, quest'ultima rea (secondo Versace) di non aver coinvolto la commissione. Secondo Versace infatti "la VI commissione  non era a conoscenza della determina dirigenziale" e inoltre "le associazioni di categoria  hanno smentito la posizione dell’amministrazione".

Ma l'assessore Martino non ci sta e non solo replica che "l'azione portata avanti dall'amministrazione comunale era ampiamente conosciuta da tutti, ma che c'è adesso da scegliere da che parte stare  per tutelare chi è sempre stato in regola e chi è nella legalità. Questa è una battaglia per la città e per la legalità". E il Comune andrà avanti come previsto nell'azione di smantellamento dei gazebo nel centro storico.

Il regolamento da modificare 

Una riunione di commissione particolarmente animata ma tutti d'accordo, maggioranza e opposizione,  sul fatto che la delibera del 2017, che regola la gestione del suolo pubblico, sia ormai datata e superata dalla pandemia e dalla guerra che negli ultimi anni hanno stravolto l’economia. 

In conclusione dei lavori di commissione ecco che Versace ha evidenziato che "Interverremo sul regolamento, provando a capire nel dettaglio la situazione differente tra i diversi morosi, in base ad una mappatura. Parleremo con le associazioni di categoria in commissione e ci sarà confronto con loro, e dopo la commissione farà alcune proposte".  

Confcommercio non ci sta e si defila dal tavolo di concertazione

Ma proprio mentre si cerca di dialogare con le associazioni, un dialogo già avviato da tempo dall'assessore Martino, adesso ecco che arriva una missiva da parte del presidente di Confcommercio Lorenzo Labate e del direttore Fabio Giubilo, indirizzata al sindaco facente funzioni Paolo Brunetti e agli assessori per evidenziare che "è inutile partecipare ad un confronto su decisioni già prese. Serve condivisione su queste scelte".  

Così nella lettera, inviata via pec, Confcommercio comunica che "non prenderà parte al tavolo. La decisione, per quanto sofferta, si rende necessaria poiché non appare condivisibile né nel merito né nel metodo la posizione assunta dall’Amministrazione sull’argomento, laddove tutte le istanze espresse da questa organizzazione nell’interesse dell’intero comparto rappresentato sono rimaste inascoltate, avendo inteso l’Amministrazione proseguire sulla linea originaria – con crescente e dichiarata severità –  motivando la posizione come “scelta politica”.

Ovviamente non si contesta la legittimità di una “scelta politica” dell’Amministrazione, tuttavia, per rispetto dei ruoli, Confcommercio non si manifesta disponibile a partecipare ad incontri o tavoli semplicemente per prendere atto di decisioni già assunte, pressoché immodificabili o che lasciano spazio ad interventi di “contorno”, puramente marginali. Sono in gioco la dignità del lavoro svolto, il ruolo ricoperto, il rispetto dovuto alla Città e non solo agli imprenditori associati.

Manca la documentazione

Tavoli che, tra l’altro, continuano ad essere svolti senza la condivisone di dati, numeri, planimetrie, documentazione, pure richiesta e utile a comprendere la dinamica e l’evoluzione delle attività quantomeno della somministrazione sul territorio comunale nel periodo pre e post covid, ivi compresa la questione di tempi, modalità, contenuti delle procedure autorizzatorie sin qui svolte. Dati indispensabili a nostro avviso per consentire di adottare o partecipare a scelte mature e consapevoli.

Avevamo condiviso sin dal primo incontro l’idea che dopo le deroghe covid fosse corretto realizzare un ritorno alla normalità, una nuova normalità diretta ad assicurare il giusto decoro alla città tenendo conto dei cambiamenti maturati a seguito dell’esperienza pandemica.

Avevamo rilevato come sulle modalità, sulla tempistica, sulla gradualità degli interventi sarebbe stato di fondamentale importanza agire con attenzione considerato che in gioco ci sono lavoro, sacrifici e investimenti di tanti imprenditori che non possono ritrovarsi da un giorno all’altro a dovere ripensare il loro modello di business.

Avevamo condiviso l’idea di un intervento di complessivo restyling del Regolamento comunale che disciplina l’occupazione suolo risalente al 2017 e, soprattutto, la costruzione di un percorso culturale utile a portare gli operatori a condividere l’idea, in epoca post covid, di un passaggio dal concetto di semplice occupazione suolo ad un progetto di spazio pubblico, con l’eventuale supporto dell’Università, con il confronto con altre realtà virtuose, da attuare successivamente alla definizione di un quadro regolatorio concertato con le Organizzazioni datoriali. Confcommercio aveva dato in questo senso la disponibilità a fornire il proprio contributo anche attingendo alle esperienze ed alle specifiche competenze dei propri vertici nazionali e avendo addirittura la possibilità di inserire Reggio Calabria in un progetto nazionale di mappatura del territorio.

Ebbene, la volontà dell’Amministrazione, manifestata per fatti concludenti, legata ad una “scelta politica”, di ritornare sic et simpliciter, con fermezza ed in maniera a nostro avviso acritica al Regolamento comunale del 2017 e successivamente intervenire su elementi di dettaglio mortifica, purtroppo, in primo luogo la nostra partecipazione al confronto.

Il regolamento 

D’altronde, imprecisioni ed inesattezze presenti in un Regolamento mai esattamente attuato in tanti anni di vigenza per responsabilità condivisa degli operatori e degli uffici comunali che hanno dato le autorizzazioni, valgono a fare permanere uno stato di confusione e rendono discutibile la scelta politica che, di fronte ad un errore ed una responsabilità condivisa, individua negli operatori stessi gli unici colpevoli. 

Altresì, non è a nostro avviso assolutamente condivisibile il semplice ritorno ad un Regolamento del 2017 quasi a non tenere in considerazione l’evento pandemico che ha completamente modificato e stravolto abitudini dei consumatori e lo stesso modo di fare impresa. Modifiche di sostanza sarebbero state più che opportune. Modifiche da adottare, ovviamente, prima dell’avvio di un’azione di “forza” che sta raggiungendo l’obiettivo desiderato – gli “smontaggi” dei gazebo così platealmente ostentati – puntando, tuttavia, non sulla ragione e sulla condivisione, ma alimentando divisione, personalismi, pettegolezzi, egoismo, tratti che rappresentano la vera debolezza della nostra terra.

Per sgombrare il campo da fraintendimenti, Confcommercio è ovviamente contraria a situazioni di abusivismo, condanna fermamente ogni forma di illegalità e riconosce l’importanza di interventi volti a restituire decoro alla Città, non solo alle aree centrali. Ma proprio per l’importanza degli interventi da adottare e per l’impatto che questi andranno necessariamente a produrre sulle attività di tanti onesti operatori ritiene indispensabile che le misure siano ben studiate, calibrate, ragionate e calate sulla nostra realtà cittadina. Che, sia chiaro, non è né Roma, né Parigi, né Milano e necessita di soluzioni che tengano conto di come e da chi viene realmente vissuta la città nei mesi invernali, senza nascondersi dietro un concetto di “vocazione turistica” tanto bello da esprimere quanto tutt’altro che realizzato in concreto.

Ragionando diversamente e in maniera frettolosa, guardando anche i dati che ci parlano di un centro cittadino che negli ultimi 10 anni ha perso 103 attività commerciali (Catanzaro e Cosenza -60; Vibo Valentia – 80; Crotone +5) realizzando così la peggiore performance a livello regionale, il rischio è di trovarsi, tra qualche mese, con bellissime strade, “liberate” dai dehors, ma con tanti altri locali chiusi. Prendiamo atto che la strada scelta dall’amministrazione in questa circostanza - conclude Confcommercio - va in direzione diversa rispetto a quella da noi auspicata e ci auguriamo che per il futuro vengano create le condizioni per interventi realmente condivisi e adeguatamente strutturati".

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