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Cinema / Gerace

Gerace, ritorno alle atmosfere degli anni '40 con "Il mio posto è qui"

Presentato il film di Bortone e Porto di cui sono partite da qualche giorno le riprese nel borgo medievale della cittadina

E' una storia di coraggio e autodeterminazione femminile e la Fondazione Calabria Film Commission ha scelto l'8 marzo per presentare ufficialmente "Il mio posto è qui", film diretto da Cristiano Bortone e Daniela Porto, di cui da qualche giorno sono iniziate le riprese a Gerace. I protagonisti sono Marco Leonardi, attore originario di Locri diretto da cineasti come Alfonso Arau, Rodriguez, Ridley Scott e ultimamente Abel Ferrara con "Padre Pio", presentato alla scorsa mostra del cinema di Venezia; e la giovane Ludovica Martino, popolare grazie alla serie tv Skam Italia e film generazionali come "Sotto il sole di Riccione" e "I migliori anni". Stamattina a Gerace il set si è aperto alla visita dei cronisti: nel borgo medievale è stata infatti ricostruita la Calabria degli anni Quaranta, ambientazione temporale del film, che racconta l'amicizia tra due persone ai margini sociali, che si sostengono a vicenda per sfidare i pregiudizi e guadagnare il proprio posto nel mondo. Marta è una ragazza madre, Lorenzo è omosessuale, o meglio, come ha detto Leonardi, "l'unico di cui in paese si sappia, che rivede in quella ragazza le tante ingiustizie che ha dovuto subire lui e prova per lei l'affetto che avrebbe verso una sorella minore"

Ludovica Martino

La location calabrese è elemento fondamentale della storia del film, prodotto da Orisa con il sostegno della Calabria Film Commission. Come è stato detto nella conferenza stampa a cui hanno partecipato anche il vicesindaco di Gerace Rudi Lizzi e il commissario straordinario della Film Commission, Anton Giulio Grande, il centro storico della cittadina della Locride è stato ritenuto perfette perché mantiene intatte molte caratteristiche architettoniche originali, come i muri a secco e gli acciottolati dei vicoli, e pochi interventi invasivi, Il lavoro scenografico ha previsto l'inserimento della pavimentazione sterrata e di oggetti d'epoca, eliminando le poche contaminazioni moderne, per ricreare l’immagine di un paese contadino dell’epoca. Tra biciclette, moto, carri e costumi accurati, la cittadina si è trasformata in un teatro di posa a cielo aperto, con interni ed esterni collegati e l'atmosfera di un tuffo nel passato.

Cristiano Bortone e Daniela Porto

I registi Bortone e Porto spiegano di aver trovato a Gerace "quasi un meraviglioso set a cielo aperto che ci ha permesso di ricostruire con facilità le suggestive ambientazioni di quel tempo". Aggiunge Cristiano Bortone: "Abbiamo scelto uno stile di grande realismo, proiettando lo spettatore in un mondo poco rappresentato sul grande schermo, quello dell’Italia rurale del dopoguerra, che non era il Meridione un po’ patinato di molti tv movie ma una realtà estremamente povera e ancora immersa in una cultura arcaica. Per questo - continua - nel cast abbiamo scelto per la maggioranza attori locali a fianco dei due straordinari protagonisti: Marco Leonardi, originario proprio della Locride, e Ludovica Martino, che ha fatto più di tre mesi di coach per immedesimarsi nel ruolo di una giovane calabrese dell’epoca".

Daniela Porto, autrice anche del soggetto, l'omonimo romanzo che prossimamente sarà pubblicato per Sperling & Kupfer, dalla madre calabrese ha appreso il racconto di un personaggio reale (quello interpretato da Leonardi), a cui si è ispirata, e dichiara: “Il mio posto è qui è una bellissima storia di emancipazione femminile ma è anche la storia di un incontro, di un’amicizia fra due emarginati che si riconoscono simili e lottano insieme per vedere riconosciuto il loro diritto ad essere accettati per quello che sono. Una storia ambientata nel passato dove però risuonano tematiche universali ancora molto attuali".

Nella storia, per riparare la sua condizione di donna incinta non sposata, Marta è promessa a un uomo che non ama, e Lorenzo, organizzatore di matrimoni, la aiuterà ad affermare la sua libertà di scelta. Del suo personaggio Marco Leonardi ha detto: "E' un ruolo che dà voce a tutte quelle persone che ancora oggi devono nascondere la propria natura. E' inconcepibile che ragazzi omosessuali vengono picchiati in strada e anche sui diritti delle donne sicuramente si sono fatti grandi passi avanti, ma a volte ho l'impressione siano solo facciate perché continuiamo a vedere atteggiamenti maschilisti e chiusure, per non parlare di quello che succede nei paesi arabi. E' una strada che deve continuare - ha concluso - bisogna abbattere queste barriere e sostenere il cambiamento perché a nessuno sia negare la libertà di essere se stesso e decidere della propria vita". 

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