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Giovedì, 25 Aprile 2024

Oltre 1300 chili di cocaina sequestrata al porto, sottratti alle cosche incassi per 260 milioni | VIDEO

In meno di una settimana la Guardia di finanza e l'ufficio dogane hanno portato a segno tre diverse operazioni, la droga era arrivata a Gioia Tauro dentro container, partiti da Brasile ed Ecuador, pieni di caffè, carne congelata e frutta

La cocaina viaggiava dentro container pieni di caffè, carne congelata o frutta provenienti dal Brasile e dall'Ecuador. Un fiume di cocaina, oltre 1300 chilogrammi, che entrava in Italia attraverso lo scalo portaule di Gioia Tauro. Polvere bianca purissima per oltre 260 milioni di euro che la Guardia di finanza e i funzionari dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli hanno sotratto alle casse della 'ndrangheta.

Il maxi sequestro è il frutto di tre distinte operazioni portate a compimento, nell’ambito dell’attività di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dai funzionari antifrode dell’ufficio Adm di Gioia Tauro, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, in poco meno di una settimana. Finanzieri e doganieri, infatti, hanno individuato e sequestrato, in tre distinte operazioni, oltre 1300 chili di cocaina purissima nello scalo portuale calabrese.

Attraverso una complessa ed articolata attività di analisi di rischio e riscontri fattuali sui contenitori provenienti dal continente sudamericano, i militari della Guardia di Finanza ed i Funzionari doganali, con l’ausilio di sofisticati scanner in dotazione all’Agenzia delle dogane e dei monopoli, sono riusciti ad individuare lo stupefacente abilmente occultato in tre container carichi di caffè, carne congelata e frutta esotica provenienti i primi due dal Brasile ed il terzo dall’Ecuador.

La sostanza stupefacente sequestrata, di qualità purissima, avrebbe potuto essere tagliata dai trafficanti di droga fino a 4 volte prima di essere immessa sul mercato, fruttando un introito alla ‘ndrangheta di circa 260 milioni di euro.

Le modalità di occultamento dello stupefacente si dimostrano spesso differenti e sempre in via di evoluzione, obbligando gli investigatori a perfezionare di volta in volta le metodologie operative.

L’attività di servizio testimonia la costante efficace azione posta in essere dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dall’Ufficio Adm di Gioia Tauro per il contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti - con particolare riguardo al porto di Gioia Tauro - sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, coadiuvato dal Procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci.

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