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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Gioiosa Ionica

Gioiosa Jonica, rapinò due uffici postali: inchiodato dal Dna sul passamontagna

Dopo 10 anni la svolta dei Ris. L'uomo è stato arrestato dai carabinieri di Caraffa del Bianco e Roccella Jonica. Al termine delle formalità di rito, il 30enne è stato associato al carcere di Locri

Armato di coltello e coperto da berretto 'passamontagna' avrebbe commesso una tentata rapina ed una rapina agli uffici postali di Caraffa del Bianco e Gioiosa Jonica, rispettivamente nel 2018 e nel 2010.

Questa mattina, i carabinieri dopo aver fatto irruzione, hanno arrestato, nella propria abitazione, C.S., 30enne, gioiosano.  Il presunto rapinatore è stato incastrato dal suo Dna.  A stringere il cerchio e chiudere il caso si è rivelata fondamentale la comparazione delle tracce biologiche dell’indagato con quelle trovate dai carabinieri sulla scena del crimine.

Inoltre l'acume investigativo degli uomini dell'Arma ha portato a scoprire anche un altro 'cold case': l'uomo avrebbe commesso una rapina simile nel 2010, all’ufficio postale di Gioiosa Jonica.

I fatti

Nel dicembre 2018 due persone, armate di pistola e coltello, coperte da un berretto, a cui avevano fatto due fori per gli occhi, dopo essere entrate nell’ufficio postale di Caraffa del Bianco avrebbero minacciato la direttrice, per farsi consegnare i soldi con cui sarebbero state pagate le pensioni Inps.

La rapina, però, non andò a buon fine, grazie anche alle urla di una signora presente, che in quei momenti concitati gridò che erano già arrivati i carabinieri, mettendo così in fuga i rapinatori. 

Le indagini dei militari dell’Arma hanno consentito fin da subito di concentrare l’attenzione sul destinatario dell’ordinanza emessa oggi, grazie alle testimonianze di chi, quel giorno, si trovava in zona, e all'accurata analisi dei sistemi di videosorveglianza del paese, della caserma carabinieri di Caraffa del Bianco e dell’ufficio postale.

I carabinieri, inoltre, avevano ritrovato per strada i berretti 'passamontagna' di cui i rapinatori si erano disfatti durante la fuga. Ed ecco la svolta. I militari del Ris di Messina, hanno effettuato una comparazione tra le tracce biologiche dell’unico indagato e quelle trovate su uno dei berretti di lana. 

"Esiste - spiegano gli specialisti dell'Arma - un forte rapporto di verosimiglianza, l’ipotesi è di 1,045 milioni di volte più probabile rispetto all’ipotesi contraria, che le tracce esaminate siano state generate proprio dall’odierno arrestato".

Tutti gli indizi raccolti hanno consentito di riaprire un altro cold case, un caso giudiziario irrisolto: quello della rapina all’ufficio postale di Gioiosa Jonica, avvenuto nel 2010 in circostanze analoghe.

In quell’occasione una persona, armata di coltello era riuscita a prelevare, minacciando un impiegato, circa 28 mila euro in contanti, per poi fuggire a piedi per le vie del centro. I carabinieri di Roccella Jonica, però, controllando minuziosamente la via di fuga del rapinatore, erano riusciti a trovare un berretto di lana e un maglione pullover, compatibili con quelli indossati dal rapinatore al momento della rapina.

Elementi che, allora, si erano rivelati insufficienti a proseguire le indagini. "A distanza di dieci anni, - continuano i militari del comando provinciale - però, le indagini scientifiche del Ris di Messina hanno dimostrato inequivocabilmente che il pullover era stato indossato dalla stessa persona che, otto anni dopo, ha commesso la tentata rapina all’ufficio postale di Caraffa del Bianco". 

Sono così scattate le manette per il 30enne, che dovrà ora rispondere del reato di rapina e tentata rapina in concorso. Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato associato alla Casa Circondariale di Locri.

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