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Martedì, 16 Aprile 2024
Sviluppo ecologico / Delianuova

La green economy della ginestra aspromontana nell'artigianato sostenibile di Pasly

La agridesigner di Delianuova porta avanti un progetto di creazione di gioielli con la fibra della pianta e altri materiali naturali, trattati con tecniche non inquinanti

“Avevo circa 5 anni e guardavo mia nonna prepararsi per un matrimonio. Mi affascinò una scatolina che teneva sulla console in camera da letto, da cui tirava fuori i suoi gioielli, li vedevo come oggetti meravigliosi, che lei indossava con tanta cura. Così iniziai a osservarli ammirandoli e chiedendomi come fossero stati creati”. Oggi Pasqualina Tripodi, in arte Pasly, i gioielli li disegna e li produce usando come risorsa elementi naturali, lavorati nel suo atelier aspromontano di Delianuova. La perizia artigiana è un’eredità di famiglia, appresa da nonno e padre che lavoravano il ferro battuto.

Diplomata maestro orafo e poi, dopo la laurea in studi storico-artistici, specializzata in ingegneria orafa al Politecnico di Torino, da alcuni anni ha ideato un marchio e sperimentato da pioniera una nuova professione (riconosciuta da Coldiretti), quella dell'agridesigner, arrivando con questa esperienza tra i finalisti agli Oscar Green 2017 per l’innovazione in agricoltura. E’ una missione rivoluzionaria, “generare bellezza gentile da indossare”, dice. Cura e amore, perché l’industria del gioiello è una delle più inquinanti al mondo e salvaguardarla non significa rinunciare alla suggestione che sin dall’antichità ammanta il piacere di adornare il corpo con monili. “Niente è più prezioso di madre natura – afferma Pasly - L'estrazione delle materie prime e molte lavorazioni orafe mutano e deteriorano interi ecosistemi. Ornarsi – continua - non è essenziale come mangiare, bere e respirare, proprio per questo dovremmo avere più a cuore il pianeta e trovare soluzioni alternative più utili per il nostro futuro. Indossare qualcosa di bello deve andare di pari passo con la difesa dell'ambiente per il bene dell'umanità e di tutte le creature”.

Le materie prime per i gioielli ecologici sono un dono della natura dell'Aspromonte

L’arte di Pasqualina Tripodi nasce da una creatività ispirata dall’armonia con la natura. Una passeggiata nel verde o la ricognizione tra giardino e orto può diventare una caccia al tesoro dove il bottino sono pigne, rametti dalle forme particolari, ciottoli, noccioli dei frutti, bacche e cera d’api, ma anche scarti di lavorazione delle aziende agricole o artigianali, il vino come tintura. Materiale che la designer di Delianuova seleziona, ripulisce e stabilizza iniziando il processo che lo trasformerà in gioielli sostenibili come orecchini, collane, anelli, bracciali in fibra grezza. “Ogni pezzo fatto a mano è unico – spiega – perché è tale già per natura. Trascorro molto tempo immersa nella natura in cerca di questi elementi che siano utili alla mia ispirazione, tra cui anche piante e fiori che da qualche tempo coltivo personalmente”. Senza etichette difficili, Pasqualina descrive un agridesigner, la sua innovativa qualifica professionale, con estrema semplicità: “E’ una figura che vede nei doni della terra, raccolti o coltivati, un modo per utilizzarli in modo diverso rispetto ai fini nutrizionali tipici dell'agricoltura. In questo lavoro c’è l’unione della sperimentazione all'ingegno creativo”.

Il progetto con la ginestra, fibra nella quale la ricerca scopre potenzialità di sviluppo

Nella produzione della giovane artigiana green ha un posto speciale la ginestra, e per valorizzare questa fibra Pasly ha partecipato al progetto di ricerca e sviluppo Smanifec (Smart manifacturing per fibre naturali ed ecosostenibili) avviato dall’Università della Calabria e che vede tra i partner anche l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, per sostenere la filiera di questa pianta spontanea, da qualche anno rilanciata dagli esperti del settore come grande opportunità occupazionale per diversi tipi di professioni. La ginestra, presente soprattutto all’interno del parco dell’Aspromonte, dove il progetto ha contato oltre 5000 ettari di coltivazioni, è impiegabile in campo tessile con una qualità ecologica interessante perché non necessita di trattamenti chimici o sostanze tossiche. L’utilizzo di terreni abbandonati per le colture e la sua raccolta e lavorazione per il mercato della moda permetteranno di coinvolgere sempre più agronomi, forestali, designer e operai, e l’Arsac ha manifestato interesse per questa prospettiva, offrendo assistenza tecnica alla ricerca universitaria. Con questo obiettivo, da meno di un anno è stato costituito anche un Gruppo Operativo regionale della filiera agrotessile e la green economy finanziato a valere con fondi Psr Calabria.

Un bracciale in fibra (foto pagina Pasly Art Design)

I gioielli realizzati da Pasly per il progetto Smanifec sono stati presentati alla Fashion Week milanese, ma le sue creazioni avevano già avuto visibilità tra i vip alla Prima della Scala di Milano, indossate da celebrità italiane e straniere. Dal 2016 Pasqualina è diventata pendolare tra Delianuova e il Piemonte, dove si è sposata, ma nonostante il disagio della distanza e la fatica dei viaggi frequenti non ha mai pensato di lasciare definitivamente la Calabria. “Mi trovo a fare su e giù per l'Italia perché avrei potuto chiudere completamente con la mia terra, che amo tantissimo, invece proprio per questo ho preferito fare sacrifici sotto ogni aspetto pur di non togliere qualcosa ad un territorio che credo andrebbe ulteriormente valorizzato”. Non è facile, non lo è mai: chi parte, per qualsiasi motivo, lo sa. “Spero di poter avere la forza di continuare su questa strada – aggiunge - Già una volta sono andata via dalla per motivi di studio e lavoro per poi rientrare e dare vita alla mia nuova visione del gioiello, chissà che un giorno non rientri nuovamente in modo stabile, per ora faccio come posso”.

Vita da pendolare con il Piemonte per non abbandonare la sua terra e l'atelier di Delianuova

Per lavorare a Delianuova, la designer si muove con pochi oggetti personali e tanti attrezzi da lavoro, un piccolo bagaglio tecnico utile a far fronte a richieste ed impegni sul posto. “I materiali – spiega - li raccolgo principalmente nell'area del reggino, ma come persona non mi pongo limiti, sono curiosa di tutto ciò che mi circonda. Mi è successo di trovare quello che mi serviva anche durante gli stessi viaggi o, quando sono in Piemonte, in Monferrato”. La Calabria resta irrinunciabile background creativo, come dimostrano i temi delle sue collezioni, tra cui la Magna Grecia, che richiama le decorazioni delle antiche ceramiche e architetture delle nostre origini.

Alcuni dei materiali raccolti (foto Pasly Art Design)

A chi è profano del settore un gioiello realizzato con fiori o foglie insieme a pietre e metalli sembra una magia, invece esistono tecniche precise. “Seguo ricette che ho sperimentato negli anni – spiega Pasly - per riuscire a preservare materiali così delicati nel tempo. Il mio intento è andare oltre le resine e colle industriali, cercando soluzioni non tossiche e biodegradabili. Riguardo la coltivazione invece non uso metodi particolari, anche perché parliamo di piccole quantità”. Disegnatrice e produttrice di monili, Pasqualina però è anche una donna che li indossa. “Amo ornarmi – dice - perché credo che sia una forma di comunicazione non verbale che racconta tanto del nostro essere, mi piacciono in particolare orecchini e collane dai grandi volumi che uso in vari modi, in base agli abiti, che prediligo dai colori chiari o della terra, versatili e personalizzabili”.

Il suo originale marchio si deve all’intuizione della stilista Marta Marzotto, che la conobbe per caso nell’ambiente della moda milanese, attratta da una sua creazione, che in quell’occasione la designer reggina portava addosso: “Se oggi sono Pasly è grazie a lei, che mi ha suggerito questo nome. Si era interessata al mio modo di concepire il gioiello, un mondo che amava profondamente, tanto che lei stessa ne disegnava e faceva realizzare alcuni. Amava la bellezza in ogni sua forma e il suo sapere è stato per me una grande ispirazione”.

Artigianato etico con l'azienda reggina tra le poche italiane nel circuito Oro FairTrade

I gioielli di Pasly hanno richieste anche dall’estero, e nel 2022 la sua azienda è stata la prima in Italia ad aver aderito al circuito di Oro FairTrade per l’acquisto di metalli sostenibili (attualmente sono soltanto dieci in tutto il paese). Una scelta etica in coerenza con il progetto artistico e imprenditoriale di Pasqualina, perché l’organizzazione internazionale Fairtrade ha elaborato uno standard per la creazione di luoghi di lavoro più salubri per i minatori, con agevolazioni sul mercato e il tracciamento dell’oro dall’estrazione al cliente finale.

Nel futuro di Pasly ci sono in vista novità sulla ginestra: “Notando il crescente interesse per la produzione dei gioielli in ginestra, ho avviato alcune collaborazioni che presto annuncerò sui social. I miei progetti – conclude - mi vedono sempre molto itinerante, amo viaggiare ed incontrare persone, conoscere posti nuovi perché mi aiutano ad avere nuove idee. Sto sperimentando alcune tecniche innovative, delle quali però non anticipo nulla”. Un segreto che al momento è custodito dalla natura dell’Aspromonte, in attesa di essere svelato a chi indosserà i nuovi gioielli che verranno alla luce grazie ai doni di quella terra.

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