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Cronaca

Il generale Flavio Urbani saluta la città, dal primo luglio guiderà un Nucleo speciale

Il comandante provinciale della Guardia di finanza traccia un bilancio dei suoi tre anni in riva allo Stretto, insieme ai dati nel ringraziare i suoi uomini fissa il lascito al suo successore

Il comandante provinciale della Guardia di finanza, Flavio Urbani, si appresta a lasciare Reggio Calabria. Prima di trasferirsi a Roma, al comando di un Nucleo speciale, però, l’ormai generale di brigata decide di mandare un saluto alla città dello Stretto dove ha vissuto “tre anni impegnativi, ma soprattutto esaltanti e densi di innumerevoli soddisfazioni personali e professionali”.

“Forte, fortissimo, era in me - scrive Urbani il desiderio di potermi congedare da questa esperienza così coinvolgente, sia professionalmente che emotivamente, avendo la possibilità di rivolgermi alla tua parte sana, onesta e laboriosa per un ultimo messaggio di saluto”.

Quello con Reggio Calabria, dove il generale ha “avuto la possibilità di conoscere tanta brava gente che, stufa di essere sottoposta al giogo mafioso, si è coraggiosamente ribellata”, non è un addio ma un arrivederci. 

Il momento del saluto è anche quello ottimale per tracciare un consuntivo dell’attività. “Non voglio dilungarmi in lunghi resoconti di dati e numeri, ma al solo fine di renderne merito ai miei oltre 800 finanzieri, che ho avuto il privilegio e l’orgoglio di rappresentare - dice - mi limito a ricordare i quasi 5 miliardi di base imponibile non dichiarata, di cui 1 miliardo derivante da sommerso di azienda, gli oltre 236 milioni di truffe accertate in danno della spesa pubblica, i quasi 100 milioni di riciclaggio, gli oltre1,9 miliardi di beni sottratti alla ‘ndrangheta mediante sequestri e confische e le 13,5 tonnellate di droghe sequestrate ai trafficanti”.

È questa, spiega Flavio Urbani, “la cifra del loro impegno quotidiano: di finanzieri che, in buona parte figli di questa splendida terra, hanno il senso del dovere, lo spirito di sacrificio e di servizio, il coraggio e l’umanità profondamente radicati nel loro animo di Fiamme gialle. Di finanzieri che di fronte alla imprevista, drammatica e dolorosa esperienza pandemica vissuta dall’intero Paese, con la sua forza ignota, tumultuosa ed imperscrutabile, hanno scelto di continuare a stare in mezzo alle persone in difficoltà e di prodigarsi in favore del prossimo presidiando le nostre strade, in prima linea, contribuendo a garantire condizioni di sicurezza e cercando di evitare che il contagio potesse propagarsi incontrollato. Perché il loro servizio ha senso soltanto tra la gente e per la gente!”.

Poi, il generale Urbani traccia quelle che potranno essere gli impegni che dovranno essere affrontati da quelli che, per tre anni, sono stati i suoi uomini.

“Ma nei mesi a venire saranno chiamati a misurarsi con nuove sfide impegnative, delicate e complesse. Avranno il compito di supportare il processo di rilancio del sistema produttivo del Paese, intercettando e neutralizzando, per tempo, eventuali tentativi di infiltrazione o ingerenza delle organizzazioni criminali nel tessuto imprenditoriale".

Ma non solo: "Avranno il compito di impedire che capitali di origine illecita siano immessi nei circuiti dell’economia legale, attraverso l’elargizione di prestiti usurari o la rilevazione di imprese in condizioni di difficoltà e vulnerabilità. Avranno il compito di vigilare affinché i fondi destinati alla ripresa e alle categorie più fragili non siano preda di operatori disonesti e non si disperdano tra i rivoli del malcostume, dello spreco e della corruzione”. 

E ancora: “Avranno il compito di perseguire, con sempre maggiore vigore, determinazione e capacità di selezione, le forme più gravi, insidiose e deprecabili di evasione ed elusione fiscale, per evitare che le tante, tantissime persone oneste e responsabili, che contribuiscono al funzionamento della nostra società, siano vittime del deplorevole senso dell’opportunismo di soggetti assuefatti ai codici dell’illegalità, dell’utilitarismo e del parassitismo”.

E, infine, “proteggere le forze produttive sane, impedire che gli sforzi e i sacrifici comuni siano compromessi o vanificati da infide logiche affaristiche, evitare che le metastasi della criminalità organizzata attecchiscano e proliferino nelle ferite non ancora completamente cicatrizzate del nostro Paese saranno, più che mai, le priorità della loro azione nell’immediato futuro”. Impegni che “alla guida di chi avrà la fortuna ed il privilegio di rappresentarli, sono sicuro che lo faranno!”.

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