rotate-mobile
Viaggio nella struttura reggina / S.Giorgio - Modena -S.Sperato / Via delle Camelie

Cresce l'assistenza domiciliare, Nociti guarda al futuro dell'Hospice

I nuovi propositi della Fondazione Via delle Stelle: da trenta a quaranta accessi domiciliari giornalieri

È alla guida dell'Hospice Via delle Stelle da poco più di quattro mesi Vincenzo Nociti ma ha già ingranato la marcia per far crescere la struttura. Da quando è stato nominato presidente della Fondazione, a settembre, subentrando all'infaticabile dottor Vincenzo Trapani Lombardo che ha rassegnato le dimissioni per fine mandato, Nociti sta puntando a una gestione più manageriale che permetta di guardare a un grande futuro per la struttura.

Un futuro che inizia dall'avere i conti in ordine e per questo fondamentali sono stati i 700 mila euro arrivati quale contributo straordinario dal Consiglio regionale della Calabria. “L'Hospice ha già ricevuto una prima tranche di 350 mila euro, già erogati nel mese di novembre, e tra pochi giorni riceveremo anche l'altra, c'è l'impegno di spesa del Consiglio regionale. Per noi è linfa vitale. Ha permesso di sanare la situazione debitoria e programmare il futuro”.

Il presidente Nociti pensa in grande, adesso, e riconosce il ruolo importante che ha avuto nella vicenda l'onorevole Cannizzaro e la Regione Calabria: “Dopo l’avvenuto accreditamento e il contributo da parte della Regione, si sta pensando a un allargamento della struttura che al momento dispone di dieci posti letto e trenta accessi domiciliari”. I servizi assistenziali sono sia di tipo residenziale, con la possibilità di ricovero nella struttura oppure di prestazioni in regime di day hospice, sia di tipo ambulatoriale che di assistenza domiciliare”.

L'assistenza domiciliare cresce

Dice con orgoglio Nociti: “Sin dal momento del mio insediamento ho studiato bene la normativa e ho capito che potevamo allargare la struttura. Così annuncio che abbiamo già ottenuto un grande obiettivo, tra pochi giorni, diciamo dal 15 febbraio, l'Hospice avrà la possibilità di seguire più malati. Da trenta accessi domiciliari passiamo a quaranta e per far questo abbiamo anche dovuto aumentare di una unità i medici. Non è stato facile, ma ho studiato la normativa e abbiamo lavorato per arrivare a questo traguardo che darà più risposte ai cittadini”.

Una storia lunga e travagliata quella dell'Hospice che ha portato più volte gli operatori a scendere in piazza a protestare per gli stipendi e per il posto di lavoro. Adesso, dopo anche l'accreditamento della struttura con la regione, ecco che c'è una visione futura e si lavora per far crescere questa realtà che è l'unica nel territorio. 

Cinquanta dipendenti tra personale amministrativo, medico, infermieristico e una visione unica: il malato e i suoi familiari al centro. Una presa in carico da parte dell'equipe multidisciplinare che assiste e aiuta il malato ma anche la famiglia con servizi e facilitazioni. L'obiettivo è dare dignità al malato e al momento della morte e accompagnarlo in questo percorso, cercando di pensare alla qualità della vita che resta. 

“Abbiamo solo dieci posti – spiega Nociti – e sono davvero pochi per le richieste del territorio. La normativa dice che il rapporto deve essere 10 ogni 100 mila abitanti ma basti pensare che Reggio ha quasi 200 mila abitanti e che la struttura guarda anche al territorio metropolitano. Per questo pensiamo che si possa ampliare l'offerta, anche in sinergia con la politica, per trovare un'altra sede e offrire così altri posti all'Hospice ai malati”. 

Hospice via delle stelle-2

La struttura

In questo bel palazzotto nella zona collinare di San Sperato, in via delle Camelie, dalle finestre si gode della vista panoramica della città affacciata sullo Stretto e la struttura, su cinque livelli, ha oltre le stanze per i degenti anche la tisaneria con angolo cottura, la biblioteca e una sala polifunzionale oltre che la cappella. 

Una struttura pensata appositamente per gli spazi di socializzazione per far sentire “a casa” chi è ricoverato. Qui, infatti, gli orari di visita sono liberi nelle ore diurne e c'è anche la possibilità di pernottare accanto al proprio congiunto. Ogni camera, curata in ogni dettaglio, è infatti a uso personale del malato e della sua famiglia. 

“Qui noi mettiamo al centro l'uomo” - racconta l'infermiere Gianni Ferrara. “Lavoro qui da dieci anni – spiega – e grazie alle cure palliative noi assistiamo la persona garantendo dignità e amore. Mettiamo attenzione globale alla persona malata considerata come portatrice non soltanto di bisogni fisici ma anche spirituali, psicologici e sociali. Nella pratica questa attenzione si estende anche al nucleo familiare della persona malata anch’esso bisognoso di supporto e assistenza”.

La dottoressa Anna Tiziano, direttore sanitario dell'Hospice, è anche coordinatrice regionale della Società italiana di cure palliative e spiega: “Il nostro è un lavoro particolarmente impegnativo perché oltre a dover gestire il malato dobbiamo avere una marcia in più che è l'empatia, che ci serve anche per i rapporti con i familiari. Per questo il nostro lavoro è in equipe multidisciplinare. Per far questo ci aggiorniamo sempre e grazie al dialogo anche con le realtà di altre regioni ci confrontiamo sulle novità terapeutiche e normative”.

Anche Francesca Laganà, direttore amministrativo, spiega le difficoltà di dover gestire la Fondazione che non ha scopo di lucro. “Spesso è difficile far capire che occorre conciliare lo spirito etico sociale con gli adempimenti burocratici”.

Hospice libreria

I malati e le donazioni

Girando tra i piani della struttura, ecco che in sala tisaneria c'è la signora Rita accompagnata dalla nipote Daniela: “Qui mi trovo bene, sono tutti molto gentili e preparati – dice – io però cerco di non dare molto fastidio”.

“La forza dell'Hospice – ribadisce Alessia Giorgia Curia, direttore del personale – sta nella sinergia delle competenze, con al centro il malato ed i familiari dei degenti. C'è anche un ottimo rapporto con il territorio e con i tanti donatori, persone anche che hanno vissuto l'esperienza dell'Hospice per i propri cari e restano affezionati alla struttura e al modo di operare del personale.

Noi riceviamo non solo contributi economici ma anche tanti farmaci, molto utili, pannoloni e traverse. Anche le scuole reggine sono molto sensibili e spesso i ragazzi portano il “salvadanaio” della raccolta fondi che hanno fatto in classe. Noi abbiamo anche le bomboniere solidali: una pergamena personalizzata per aiutare l'Hospice”.

Anche su questo punto il presidente Nociti ha una visione e aggiunge: “Stiamo lavorando per essere riconosciuti nel terzo settore e avere anche la possibilità delle donazioni del 5 per mille”. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cresce l'assistenza domiciliare, Nociti guarda al futuro dell'Hospice

ReggioToday è in caricamento