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Cronaca

Il Cuore di Medea, insulti sui social alla presidente: "Non sono io a dovermi vergognare"

Patrizia Gambardella è stata attaccata pesantemente su Facebook, ‘rea’ di sostenere e aiutare donne vittime di violenza. La solidarietà delle associazioni reggine

“Io non ho nulla di cui vergognarmi. Chi ha scritto queste cose che si deve vergognare”. Questo è l’amaro commento di Patrizia Gambardella, presidente dell’associazione “Il Cuore di Medea”, dopo le offese e gli insulti ricevute via social.

La professionista reggina è entrata nel mirino, nei giorni scorsi, di un violento e ingiustificato attacco personale e sessista, un ‘signore’ ha commentato sulla pagina ufficiale Facebook dell'associazione, che si occupa di aiutare e supportare donne vittime di violenza, un link che faceva riferimento ad un comunicato risalente al novembre 2017.

A denunciare l’accaduto gli stessi componenti dell’associazione con un lungo post (ne riportiamo solo uno stralcio): “Gli insulti le calunnie e le minacce di costui, nei confronti della presidente e di tutte noi di Nudm RC la cui ‘colpa’ è stata quella di essere state presenti,  mettendoci,  come sempre, la faccia in un processo per violenza domestica a sostegno della parte lesa.

Non ci siamo meravigliate, ma certo indignate sì, perché non è la prima volta che succede, è stato così anche all’interno di quell’aula di tribunale (anche se in maniera più ‘edulcorata’ per non incorrere in provvedimenti), in messaggi e telefonate fatte anche agli avvocati della donna e non solo (tutto ampiamente documentato a chi di dovere) stesso “stile”, stesso linguaggio !! Ci chiediamo che senso abbia promulgare delle leggi, non ultima quella del codice rosso, promuovere protocolli,  se poi le donne, le associazioni,  i centri antiviolenza e chi si occupa della violenza di genere realmente, sul campo e non con i soliti ‘spottini da giornate dedicate’, viene lasciato solo ad affrontare queste situazioni?" 

Messa al corrente del post, la presidente, non si è “meravigliata più di tanto”.  "Io –ha dichiarato Patriazia Gambardella - come tutti componenti dell’associazione,  siamo diventati il suo capo espiatorio. Noi, il male di tutto. Il chè è paradossale”.

“Purtroppo – continua - chi è povero di argomenti, conosce solo gli insulti per attaccare e difendersi. Ovviamente, non sarà un post sui social a fermarmi o spaventarmi. Io vado a vanti a testa alta. Non ho nulla di cui vergognarmi”. Purtroppo, il problema, ha piegato ancora la presidente è, “molto più complesso e articolato, è una questione di cultura  e di educazione”.

“Noi – spiega - non convinciamo o costringiamo nessuno a denunciare se non vuole. Ci occupiamo di sostenere le donne che denunciano. E chi ci ritiene responsabili dei propri fallimenti è semplicemente perché, a quella persona, mancano gli strumenti culturali per capire”.

Sono poche le parole che la presidente spende sul ‘signore’ che l’ha così pesantemente offesa senza conoscerla. Il dispiacere per quanto accaduto, non è tanto per lei, quanto per la sua famiglia, per tutti coloro che lavorano per l’associazione e perché, la strada per ‘cambiare’ questo modo di pensare e agire maschilista e sessista è ancora lunga.

La notizia dell'attacco social si è diffusa immediatamente in città e non si sono fatte attendere le dimostrazioni di solidarietà  e vicinanza da parte delle associazioni cittadine e del mondo politico. Da Potere al Popolo arriva la ferma “condanna a forma e contenuto per il livore, la volgarità, l’assoluto disprezzo verso le donne che traspare da ogni singola parola.

"Contrariamente a quanto affermato da chi si nasconde dietro una tastiera per lanciare accuse ingiuriose e calunniose, nel corso della nostra attività abbiamo trovato ne “Il Cuore di Medea”, - prosegue la nota - , una realtà competente, disponibile e seriamente impegnata nelle attività di sostegno alle donne vittime di violenza. Siamo certi che questa spiacevole situazione renderà le attiviste ancora più determinate ad andare avanti” .  

Un augurio che viene condiviso anche dalla presidente di Agedo, Mirella Giuffré che sottolinea quanto possono ferire le ‘parole’: “Le parole possono trasformarsi in pallottole, bisogna pesare ogni parola che si dice e far cessare questo vento d’odio”.

"E tra i ‘veicoli’ preferiti da chi utilizza questo linguaggio di odio lo ritroviamo soprattutto sui “social –prosegue Giuffrè- dove l’aggressività è ormai tono di voce abituale, dove l’altro, chi ha opinioni o stili di vita diversi dai nostri diventa automaticamente un nemico da abbattere a colpi di insulti, minacce, offese. Diciamo basta!!! Denunciamo e facciamo fronte comune contro un linguaggio sessista che è ormai sdoganato sul web, ma anche in famiglia e sul luogo di lavoro".

"In una società sempre più digitalizzata si pone il tema di come garantire il rispetto di diritti costituzionalmente riconosciuti: da una parte quello alla libertà d’espressione, dall’altra quello al rispetto della dignità e alla non discriminazione delle persone attraverso il contrasto a tutte le forme di linguaggio sessista, razzista, xenofobo, omofobo e in genere discriminatorio e di incitazione all’odio e alla violenza.

Come associazione di genitori e famiglie sosteniamo che lo strumento per fermare il linguaggio dell’odio è quello di educare i giovani sin dalla scuola primaria a una comunicazione rispettosa degli elementari principi di civile convivenza. Superare i germi della violenza quando è ancora solo verbale, ma non per questo meno pericolosa”.

Solidarietà a Patrizia Gambardella e a tutte le donne che ancora devono subire insulti sessisti solo perché donne da Cinzia Nava, presidente della Crpo Calabria che afferma: "La Commissione, che ho l’onore di guidare, con forza denuncia
giornalmente forme verbali, chiedendo la parità di genere in ogni ambito ed il diffondersi di una cultura e di un linguaggio basati sul rispetto, attraverso la formazione nelle scuole".

"Solo così – aggiunge Nava -, sarà possibile mettere fine ad ogni forma di violenza, anche verbale. Pertanto, esprimiamo solidarietà alla presidente dell’associazione ‘Il cuore di Medea’ presa di mira in questi giorni sui social in quanto ha a cuore le vittime di violenza".

Anche l'associazione "Un mondo di mondi" esprime vicinanza alla presidente de il "Cuore di Medea", "l'impegno della Gambardella e delle altre attiviste a supporto delle donne e contro la violenza -scrive il direttivo- soprattutto domestica e perpetrata da ex compagni e mariti, merita il pieno sostegno di istituzioni e società civile. Nessuno può pensare di infangare e intimorire chi ogni giorno si impegna a contrastare la violenza di genere direttamente sul campo".

"È urgente che questi odiosi reati possano essere severamente puniti attraverso norme adeguate. Contro la violenza di genere, quale elemento strutturale del sistema, è necessario che  tutte le articolazioni della società civile facciano rete con la determinazione e la costanza dimostrata da questa associazione e dalla sua presidente".

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