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Le conclusioni

Gerardis vede la luce fuori dal tunnel: "Il brodo di coltura della criminalità organizzata si sta riducendo"

Il presidente della Corte d'appello chiudendo la sua relazione di apertura dell'anno giudiziario ha messo in evidenza il mutato rapporto fra la magistratura e la società civile reggina che è sempre più pronta a indossare "la maglietta dello Stato"

Fra società civile e magistratura il rapporto è cambiato. Nell’ultimo decennio, per il presidente della Corte d’appello di Reggio Calabria, nonostante la persistenza di alcune “sacche di ormertà”, in riva allo Stretto si sta respirando un’aria nuova, fra Scilla e Cariddi soffia un vento di cambiamento che, anche grazie alla “crescente credibilità delle risposte giudiziarie e il dialogo intrapreso tra magistrati ed avanguardie culturali dedite al volontariato sociale, sperimentato sul campo in varie occasioni”, per Luciano Gerardis “hanno trasformato l’iniziale diffidenza della gente in attenzione ed ascolto”.

L’azione costante di magistrati e forze dell’ordine contro la criminalità organizzata più potente al mondo sta portando con se una rivoluzione quella di un’abbattimento costante di quei “muri d’incomunicabilità e di separatezza” che separavano lo Stato dalla sua gente, così che “tanti cittadini hanno potuto sperimentare la fecondità di incontri che hanno fatto crescere il senso di legalità”.

Certo molto è stato fatto, ma tanto resta ancora da fare e Luciano Gerardis, tirando le conclusioni della sua relazione, non lo nasconde anzi lo mette in evidenza. “Intendiamoci. Siamo tutti consapevoli - scrive il presidente della Corte d’appello - che permangono larghe sacche di omertà, perché la mentalità ‘ndranghetista ha potuto per lunghi decenni permeare la coscienza comune. Ancora molti cittadini non sono disponibili a scendere in campo con la maglietta dello Stato. Ma per quanto è dato percepire, fermo è il convincimento che il brodo di coltura della criminalità organizzata si stia riducendo, e che stia invece crescendo nei confronti di essa l’insofferenza e più in generale una voglia di riscatto”.

Inaugurazione anno giudiziario: il video della cerimonia 

Non tutto è perso, però, gli innumerevoli risultati ottenuti dalla “squadra Stato” nella lotta alla ‘ndrangheta sono li a significare che la guerra non è ancora persa, che continuando a seguire il percorso intrapreso, seppur irto di difficoltà, il tunnel appare sempre meno buio, sempre più vicino alla sua arcata di uscita.

“È innegabile comunque - si legge ancora nella relazione - che ormai si sia consolidato uno stretto raccordo tra magistrati e positive espressioni della società civile, nella consapevolezza dei primi di dover rendere conto a tutti dell’operato di giustizia e contemporaneamente di dover far leva sulla crescita di una diffusa co- scienza di legalità per superare atavici ritardi. Non solo. Proprio in questo territorio si sono raggiunti risultati impor tanti in termini di ausilio all’esercizio dei diritti grazie alla fattiva e costante opera di tante anonime persone che hanno dedicato il loro tempo libero all’aiuto dei più deboli”.

“Insomma - questa la chiosa di Luciano Gerardis - permangono i problemi, ma non si è all’anno zero. La strada è ormai tracciata e su di essa occorrerà andare avanti, confortati dal convincimento che gli esempi e le idee positive alla lunga finiscono sempre per prevalere”.

Inaugurazione anno giudiziario del distretto di Reggio Calabria: le foto

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