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Anno giudiziario, Gerardis al ministro Cartabia: "Si risolva il problema organici"

Il presidente della corte d'appello di Reggio Calabria nella sua relazione ha esaminato lo stato della giustizia nel distretto reggino in primo piano nella lotta contro la 'ndrangheta: "Prospettiva futura drammatica senza rinforzi"

Luciano Gerardis, il presidente della Corte d’appello di Reggio Calabria, davanti al ministro della Giustizia Maria Cartabia, ha fotografato lo stato di salute dell’amministrazione giudiziaria nel distretto provinciale.

Quello che è venuta fuori è un’istantanea, purtroppo, non ancora a colori ma non più solo in bianco e nero. La pandemia da Covid-19 ha rimescolato le carte, ha imposto il ricorso alla tecnologia, ha amplificato le carenze di organico ormai storicizzate. Il distretto giudiziario reggino, riscoprendo uno spirito solidaristico fra le varie componenti del panorama, ha saputo reggere alla scossa e, come ricordato da Luciano Gerardis, si prepara ad affrontare “una fase di passaggio tra una giurisdizione di emergenza ed un futuro prossimo che si prospetta foriero di profondi cambiamenti nel sistema giudiziario”.

L’occasione di avere per la prima volta il ministro della Giustizia a Reggio Calabria per l’inaugurazione dell’anno giudiziario non è sfuggita al presidente della Corte d’appello per dimostrare l’apprezzamento dell’ufficio alla rappresentante politica e rappresentarle “la gratitudine di tutti noi. Eppure, l’odierna circostanza si sarebbe prestata ad una ben più partecipata riflessione noi, che è ancora maggiore perché la sua vicinanza ci dà forza e conforto sulla giustizia e sulla sua amministrazione nell’andare avanti in un territorio assai sensibile ai vari segnali”.

Inaugurazione anno giudiziario del distretto di Reggio: il video 

Dati statistici in miglioramento

Una giustizia che, come specificato da Luciano Gerardis, nel distretto reggino ha migliorato i suoi dati statistici, abbracciando la tecnologia, senza mai perdere di vista l’umanità delle scelte. Un cambio di passo che “non può consistere nel sacrificio della qualità dei provvedimenti a vantaggio di una efficienza misurata soltanto su dati quantitativi”. Perché, secondo il presidente della Corte d’appello di Reggio Calabria: “La decisione sarà sempre frutto di scienza e coscienza del magistrato, del suo intuito, della sua sensibilità, della sua cultura, del suo modo di interpretare le norme anche nella ponderazione dei valori in campo. A nessuno si potrà insomma chiedere di rendere giustizia sommaria nel nome di un efficientismo statistico che finirebbe col negare la nostra tradizione giuridica e ancor prima l’idea stessa di giustizia”.

“La giustizia - ha specificato Gerardis - è un fatto umano, resa per uomini da altri uomini. Pretende la valutazione di sentimenti, istinti, situazioni, che vanno interpretati nella loro intima essenza. Non sarà mai il campo in cui la macchina potrà interamente sostituirsi alla persona umana".

Necessari riforzi

Ma, naturalmente, la presenza in riva allo Stretto dell’inquilino di via Arenula è servita anche per mettere nero su bianco cosa serve a Reggio Calabria per la giusta amministrazione della giustizia. Se da un lato, infatti, sarà determinante assimilare questa nuova organizzazione del lavoro, è necessario mettere tutti gli uffici nelle migliori condizioni umane e professionali. “Sarà anche necessario - ha detto Luciano Gerardis alla ministra Cartabia - coprire al più presto i posti vacanti dell’organico di magistratura, che continuano ad essere la vera palla al piede di ogni tentativo di miglioramento dell’efficienza della risposta giudiziaria”.

“Senza tale copertura - ha rincarato la dose il presidente della Corte d’appello di Reggio Calabria - persino le importanti riforme normative messe in campo negli ultimi mesi - sulle quali non ci si può soffermare in questa sede e che pure presentano rilevanti profili di novità in un impianto significativamente differente dal passato – rischiano di produrre conseguenze pesantissime sul terreno della processabilità delle condotte e della stessa affermazione dei diritti”.

Allarme antico

L’allarme è sempre lo stesso, ripetuto di anno in anno, e viene lanciato - usando le parole di Luciano Gerardis - da un distretto che “purtroppo ha ben pochi rivali e continua a scontare la triste e ben nota realtà che lo ha sempre caratterizzato negli ultimi decenni. Malgrado Reggio Calabria sia la capitale storica ed attuale della ‘ndrangheta, che per la sua multiforme attività illecita intasa la giurisdizione, condizionando inevitabilmente la stessa destinazione delle risorse disponibili, gli organici dei magistrati continuano a rimanere desolatamente scoperti, risultando vano anche il fattivo impegno dello stesso Consiglio superiore della magistratura”.

Fra bandi di concorso ordinari che vanno deserti e quelli straordinari che, pur garantendo una durata limitata oltre a benefici economici e di carriera, non risultano appetibili e si "finisce per aggravare le scoperture, rimanendo spesso senza aspiranti molti posti del distretto a fronte di un esodo talvolta massiccio verso altre sedi”.

Inaugurazione anno giudiziario del distretto di Reggio Calabria: le foto

I numeri dei vuoti d'organico

Sono i numeri ha dare il senso dell’allarme. In Corte d’appello mancano 16 magistrati; Tribunale di Reggio Calabria con organico di cancelleria sottodimensionato; Tribunale di Palmi con un numero effettivo di dipendenti ridotto di quali il 22,50% ed in particolare risultano scoperti 1 posto di direttore, 5 posti di funzionari, 10 posti di cancelliere, 2 posti di assistenti giudiziari, 4 posti di conducente di automezzi, 2 posti di ausiliario e Tribunale di Locri 22 posti vacanti. Il tutto aggravato, al centro come in periferia, dalla possibilità di coprire i posti vacanti con quella che Luciano Gerardis definisce la mobilità “endodistrettuale”.

"Prospettiva futura drammatica"

Numeri secchi, duri nella loro rappresentazione finale. “E ciò rende drammatica la prospettiva futura sin dai prossimi mesi - questo l’allarme del presidente della Corte d’appello reggina - ed estremamente arduo affrontare la grande mole di procedimenti di straordinaria rilevanza sociale in un distretto che invece ben più di altri ha bisogno di affermare la legalità. A cominciare dal contrasto alla criminalità organizzata che, come sopra accennato, determina l’instaurazione di un grandissimo numero di procedimenti, molti dei quali maxi, con numeri esorbitanti di detenuti da giudicare in tempi utili ad evitare scarcerazioni per decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare”.

Basti pensare ad esempio che in questo momento - come si può dedurre dalla relazione di Luciano Gerardis - pendono presso le sole sezioni penali dibattimentali (prima e seconda) della Corte di appello ben 167 procedimenti di competenza della Dda, con 924 imputati di cui 368 detenuti; che il tribunale di Reggio Calabria ha in corso di trattazione 83 analoghi procedimenti con 752 indagati e 33 detenuti; che il tribunale di Palmi sta trattando 40 processi Dda ed il tribunale di Locri 16. Insomma, complessivamente i procedimenti di competenza della Dda pendenti presso gli uffici giudicanti del distretto sono ben 306. Un numero assai elevato che, per il presidente Gerardis, “finisce, nell’inadeguatezza delle risorse, per condizionare fortemente la giurisdizione”.

L'appello alla ministra Cartabia

Per questo Luciano Gerardis, quindi, ha rivolto un invito pressante alla ministra Cartabia: “solo un tempestivo intervento normativo - che preveda, per un verso, trasferimenti endodistrettuali d’ufficio dal primo al secondo grado di magistrati in possesso della necessaria anzianità, e incentivi economici e di carriera davvero adeguati per chi sia disponibile o a trattenersi in posti particolarmente disagevoli oltre il periodo minimo di legittimazione oppure ad essere ad essi applicato - può contribuire a risolvere problemi ormai cronici e a consentire anche a distretti come il nostro di uscire da una perenne emergenza”.

In modo che al personale amministrativo che presto arriverà a rinforzare gli uffici del distretto reggino, lo stesso si possa dire per giudici e magistrati. Un incremento di professionalità che, in parte, potrà mitigare il peso sulle spalle degli operatori della giustizia reggina che, fra le altre cose, devono fare i conti con la vetustà degli immobili che ne ospitano l’azione.

Le carenze infrastrutturali

Tutti i tribunali del distretto, sia gli ordinari che quelli per i minorenni e di sorveglianza, infatti, lamentano già gravissime difficoltà per i luoghi in cui si esercita la giurisdizione. E, qui, il presidente della Corte d’appello avvia una ricognizione verbale dello stato di salute degli infrastrutture giudiziarie a Reggio Calabria e in provincia. Il tribunale di Reggio Calabria, allocato da circa un ventennio in un complesso comunale “certamente inadeguato alle varie esigenze, per gravi problemi di climatizzazione e riscaldamento, per aule insufficienti e per ricorrenti infiltrazioni, attende l’ultimazione del nuovo palazzo di giustizia, i cui lavori, iniziati nel 2005, dopo un alacre avvio che aveva portato alla realizzazione di circa l’80% delle opere, sono ormai sospesi da diversi anni”.

Anche a Locri sono in corso da tempo i lavori di realizzazione del nuovo palazzo di giustizia che hanno subito varie interruzioni, “mentre intanto sono destinati ad uffici giudiziari due edifici diversi e distanti tra loro, oltre che molto risalenti nel tempo, mentre ancora altri immobili ospitano gli archivi ed i corpi di reato”. Non sta meglio il tribunale di Palmi, “anch’esso ubicato in due edifici diversi, con problemi gravissimi di riscaldamento e climatizzazione". Il tribunale per i minorenni e quello di sorveglianza, ancora, “scontano problemi connessi alla vetustà degli edifici, che comporta frequenti fenomeni di infiltrazione di acqua fino all’inagibilità di alcuni locali o l’esistenza di barriere architettoniche insuperabili". Tutti gli uffici, compresa la Corte di Appello, pur rinnovata nelle sue facciate prima fatiscenti ed in molti suoi locali, “hanno serissime difficoltà ad ospitare i nuovi cospicui arrivi, per l’insufficienza attuale degli spazi”.

“Mi piace tuttavia dare atto - ha commentato Luciano Gerardis - anche per questo versante del rimarchevole impegno del ministero della Giustizia per sopperire alle inadeguatezze logistiche, e per dare impulso al completamento dei nuovi palazzi di Reggio e Locri”.

In pochi contro la 'ndrangheta

Dalle parole del presidente della Corte d’appello reggina emergono con evidenza le specificità di un distretto costretto a fare i conti con una cronica carenza di risorse malgrado il profluvio di procedimenti che traggono origine dall’asfissiante presenza della ‘ndrangheta.

“Ciò spiega - ha concluso Luciano Gerardis - in gran parte disfunzioni e ritardi e l’immagine di una giustizia a volte farraginosa che non sempre riesce ad affermarsi tempestivamente. È estremamente significativo, però, che nei periodi in cui la copertura degli organici è stata maggiore gli uffici o le sezioni che ne hanno usufruito hanno offerto eccellenti risposte in termini di produttività e celerità. A guardare bene, poi, i risultati conseguiti nell’ultimo anno sono stati davvero rimarchevoli, ben al di sopra del prevedibile per i mezzi a disposizione. Ciò è innegabilmente frutto dell’impegno di magistrati e personale di cancelleria, come sempre consapevoli del loro ruolo in un territorio com- plesso e disponibili a sacrificare all’adempimento del dovere gran parte delle proprie giornate”.

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