rotate-mobile
Il dato

La giustizia vista da chi "vive dentro" ci parla di carceri al limite della capienza

Presso la casa circondariale di Arghillà, a giugno del 2021, risultavano ospitati 297 detenuti rispetto ad una capienza regolare di 302, nel carcere di "San Pietro" si sfiora la capienza tollerabile con 239 detenuti su un massimo di 247

Lo stato della giustizia reggina vista da dentro ci parla di istituti carcerari al limite della capienza. La lettura dei numeri riportati nella relazione di apertura dell’anno giudiziario da parte del presidente della Corte d’appello, Luciano Gerardis, ci dice che presso la casa circondariale Giuseppe Panzera di Arghillà al 30 giugno dello scorso anno erano presenti 297, di cui 20 del circuito “sex offender”, rispetto ad una capienza regolare di 302 detenuti e una capienza tollerabile di 377.

La struttura di detenzione, inaugurata nel 2013, è sicuramente più moderna dell’istituto penitenziario “San Pietro” ma è al limite delle capacità di accoglienza.

In sofferenza, poi, appare la struttura di sorveglianza della polizia penitenziaria. In questo caso, a fronte di una pianta organica che prevede la necessità di 160 agenti, la forza operativa è di 121: 39 in meno di quanto necessario.

Carenze importanti, poi, si registrano nell’ambito dell’assistenza sanitaria che dovrebbe essere assicurata h24 ed, invece, dal 6 luglio viene assicurata per 6 ore giornaliere e talvolta per 12.

Nella struttura carceraria “San Pietro”, invece, le presenze registrate al 30 giugno del 2021 - che si attestano a 239 detenuti di cui 28 donne - superano la capienza regolare fissata a 182 posti e sfiorano la soglia di quella tollerabile che è stata fissata a 247 detenuti.

Quasi tutta la struttura, risalente al 1932, tramite diversi interventi succedutisi negli anni, è stata oggetto di ristrutturazione e/o manutenzione ordinaria.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La giustizia vista da chi "vive dentro" ci parla di carceri al limite della capienza

ReggioToday è in caricamento