rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Incendi Roccaforte del Greco

Roccaforte, brucia contrada Monaca: impresa agricola divorata dalle fiamme

L'incendio ha distrutto uliveti secolari e il forte vento ha reso vano l'intervento dei vigili del fuoco. Stamattina hanno ripreso a volare i canadair per spegnere il maxi rogo

Notte di fuoco a Roccaforte del Greco. Il forte vento di ieri ha spinto le fiamme della montagna di Bagaladi sino alle contrade di Roccaforte e i danni sono stati ingenti. Fiamme altissime hanno bruciato oliveti secolari, piantagioni di albero da frutto e con loro il duro lavoro di anni di tanti imprenditori agricoli.

In contrada Monaca le fiamme hanno distrutto l’impresa agricola di Francesco Saccà, il fuoco è arrivato sin dentro la casa antica, distruggendo il tetto. Gli animali, fortunatamente, che erano custoditi in un altro capannone, sono salvi. Ieri notte anche il sindaco di Roccaforte del Greco, Mimmo Penna, è arrivato per sostenere gli abitanti del paese aspromontano e capire i danni e cosa fare. Subito è stato chiamato il presidente facente funzioni della Regione Nino Spirlì per informarlo di quanto sta accadendo nella zona e chiedere di dichiarare lo stato di calamità. 

I vigili del fuoco sono intervenuti con cinque autobotti ma non si è potuto fare molto proprio per le alte fiamme e la notte non permetteva l’intervento di spegnimento dall’alto. Anche il vicino Gallicianò, ieri sera, è stato evacuato per evitare danni alle persone visto che l'incendio si stava propagando e poteva interessare anche le abitazioni. 

Stamattina ecco che i canadair hanno ripreso a volare e far rifornimento nelle acque del mare di San Lorenzo e rivolare su fino a Roccaforte per spegnere i fuochi ancora attivi.

Francesco Saccà, imprenditore agricolo, che da sempre porta avanti con passione e sacrificio l’azienda di famiglia è distrutto. Già lo scorso anno le sue terre erano andate a fuoco, ma non distruggendo così come ieri sera. 

Sul suo profilo Facebook ecco che scrive: “Anni di sacrifici e di passione per la propria terra. La terra dei tuoi antenati, della tua famiglia. Una terra che tutti abbandonano . Una terra difficile e bellissima. Una terra che continua a vivere grazie al lavoro instancabile mio e dei miei collaboratori. Una terra vituperata e massacrata ogni giorno. Una terra di cui tutti parlano ma nessuno fa nulla per risollevarla . Una terra che non ho abbandonato e non abbandonerò mai. Una terra che continuerà a vivere e ricomincerà a vivere. Una terra che non è nostra ma in prestito dai nostri figli e che cercherò di restituire nel miglior modo possibile. Il fuoco è vita e distruzione. Ieri è stato distruzione.Siamo stati cancellati. Cancellata un'azienda. Cancellate tante piccole realtà. Cancellato un paese. Cancellato un ecosistema- Cancellato tutto. Vorrei imprecare”.

Le immagini della casa distrutta dal rogo

Adesso è tempo di contare i danni, di capire cosa il fuoco ha bruciato, e capire anche perchè non vengono fatti intereventi di salvaguardia e prevenzione. Soprattutto è tempo di capire perchè la Calabria,  passata storicamente come la regione con più forestali, diecimila addetti, adesso si ritrova, di fatto, senza uomini che sorveglino e tutelino questa montagna e il Corpo forestale dello Stato assorbito dall'Arma dei Carabinieri.  

Subito dopo, però, è tempo di ricominciare a darsi da fare, perchè la gente d’Aspromonte non può essere lasciata sola. Se la solidarietà corre veloce sui social, occorrerà trasformarla in azioni concrete per essere vicine a chi ha perduto tutto. Il Parco d’Aspromonte potrebbe, -lanciamo un’idea - creare un gemellaggio con altre terre famose per gli uliveti così che gli agricoltori possano donare un albero all’Aspromonte. Questa montagna e i suo abitanti devono vivere e continuare ad essere testimoni del nostro patrimonio culturale, paesaggistico e naturalistico. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Roccaforte, brucia contrada Monaca: impresa agricola divorata dalle fiamme

ReggioToday è in caricamento