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Cronaca Montebello Ionico

Incidenti stradali, ancora rinviato il processo per la morte di Carmelo Zema

Era prevista un'udienza per sentire il consulente tecnico della Procura, tutto spostato a gennaio, imputata l'ingegnere Domenica Catalfamo, il 67enne montebellese morì precipitando nel vuoto per un muretto che non resse l'impatto

Nuovamente rinviato, stavolta al 20 gennaio 2021, il processo per la morte di Carmelo Zema che vede alla sbarra, per i reati di omicidio colposo e omissione d’atti d’ufficio, l’assessore regionale alle Infrastrutture della Giunta Santelli Domenica Catalfamo. Mercoledì, avanti la prima sezione penale del Tribunale di Reggio Calabria, presieduta dal giudice Fabrizio Forte, era in programma un’udienza dibattimentale in cui, come richiesto dai difensori dell’imputata, il consulente tecnico d’ufficio della Procura doveva essere sentito in particolare dal consulente tecnico di parte nominato della difesa. 

L'assenza di entrambi ha portato all'ennesimo rinvio: il 30 ottobre 2019 l’udienza era già stata rinviata, sempre per l’assenza per legittimo impedimento del Ctp dell’assessore, al 18 marzo e poi ricalendarizzata causa Covid ad oggi. Per i familiari di Zema l’attesa della giustizia sta diventando infinita, la tragedia risale al 2015: nel frattempo, uno dei fratelli della vittima è mancato.

Domenica Catalfamo è a processo non in veste di assessore ma in virtù della funzione di dirigente responsabile del settore viabilità della Provincia di Reggio Calabria che ricopriva all’epoca dei fatti.

Il 23 febbraio 2015, a mezzanotte, Carmelo Zema, 67 anni, stava percorrendo in direzione mare-monte la Provinciale 22. All’improvviso, in località Moro della borgata Masella del comune di Montebello, all'altezza del km 7,800, il 67enne ha perso il controllo della sua Fiat Punto che ha cozzato contro il parapetto, abbattendone una parte. A questo punto, secondo la ricostruzione operata dai carabinieri, l'automobilista è sceso per verificare i danni, si è portato sul lato destro e si è appoggiato al muretto di protezione, che però si è sbriciolato, crollando e facendolo precipitare nel precipizio sottostante: un volo fatale.

I familiari non hanno accettato la tesi sbrigativa della disgrazia: troppe le morti e le tragedie sfiorate su quell'arteria da brivido, su cui ha rischiato di morire anche il parroco del paese. Per fare piena luce sui fatti, tramite l’area manager Diego Tiso, si sono quindi rivolti a Studio 3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che li assiste unitamente all’avvocato del foro di Bari Aldo Maria Fornari, ed è stata presentata una denuncia alla Procura di Reggio Calabria, la quale ha aperto un procedimento penale iscrivendo nel registro degli indagati l’ingegnere Catalfamo, in qualità di dirigente responsabile del settore “Viabilità” della Provincia.

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