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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Bocale, batteri fecali in mare: "I nostri figli in ospedale con febbre, diarrea e vomito"

La denuncia dei genitori infuriati su Fb: "Niente cartelli che indichino il divieto di balneazione. I nostri bambini dopo aver fatto il bagno sono finiti al pronto soccorso con infezioni da contaminazione fecale"

Un’estate al mare. “Niente” stile balneare per i reggini. Edoardo Vianello sicuramente se fosse venuto in vacanza a Reggio, non avrebbe mai potuto scrivere (oggi) il meraviglioso verso del brano “Con le pinne fucili ed occhiali”, nel quale diceva: “Ci scambiamo nell’acqua salata un dolcissimo bacio d’amor”. Perché? Proprio lo scorso sabato esplode su Facebook, un casus belli: genitori infuriati informano gli altri utenti che i loro figli sono finiti al pronto soccorso con infezioni causate da contaminazione fecale delle acque marine. In seguito al post, sono seguiti commenti e testimonianze di altri genitori con figli nelle stesse condizioni. Numerosi, infatti, i casi di infezioni simili giunti nei giorni scorsi in ospedale: febbre a 40, vomito, otiti batteriche e così via.

La località incriminata nel post che ha dato il via, è Bocale: l’acqua - dicono i bagnanti che frequentano la zona da anni - “non è mai stata così sporca e piena di bollicine e scarichi fognari". Non solo la zona ionica, però, sembra essere interessata da questa forma batterica così aggressiva, anche la tirrenica presenta le stesse acque inquinate. E' pure vero che il 10 maggio scorso, alla vigilia dell’apertura della stagione estiva, il primo cittadino ha emanato un’ordinanza nella quale vengono indicati i dieci punti critici e i luoghi dove è interdetta la balneazione.

Sono luoghi, ormai tristemente noti ai cittadini: Circolo nautico, Lido comunale pontile nord e sud, Pellaro Lume, 500 metri a nord del torrente Annunziata, Circolo Reggio, Gallico Limoneto e lido Mimmo. E ancora, Pentimele e Villa Zerbi (il tratto di mare corrispondente l’Arena Ciccio Franco, che però ha sia a destra che a sinistra strutture balneari private nelle quali immaginiamo il bagno si possa fare).

A queste zone vanno aggiunte l’arenile antistante via Bosco e località Bocale 1, dove la qualità delle acque non risulta conforme. Un’interdizione, questa, che era già stata emessa nel 2017 e che, a quanto pare, continua a permanere. E' stata, infatti, riconfermata nella nuova ordinanza del 8 maggio 2019  protocollo n°77941. 

C'è da segnalare un'anomalia, la zona incriminata sul post fa riferimento alla porzione denominata Bocale II, tratto, che risulta secondo Arpacal zona baneabile. Sta di fatto, che proprio in quel tratto, i piccoli banganti, hanno contratto il batterio. Nel mese di giugno, fa capolino un’altra ordinanza del primo cittadino (prot. n. 36 del 14-06-2019) che estende il divieto di balneazione nelle aree area demaniale marittima in località Catona-Gallico-Archi  per le sole giornate del 18 al 19 giugno 2019.

I dati vengono confermati dalle analisi condotte dall’Arpacal che ha dato esito sfavorevole. I social, però, in questo caso arrivano in soccorso dei cittadini e sembrano essere l’unica forma di informazione per i bagnanti. Anche perché, non tutti sono della città e conoscono le ordinanze, oltretutto, il vero tallone di Achille sta proprio nella completa assenza di segnali che indichino, o con bandiera rossa per i lidi o cartelli con divieto di balneazione per le spiagge pubbliche la presenza di un pericolo.

La totale assenza in tutte queste zone di segnali che avvertono i bagnanti del pericolo che corrono se li ignorano, rischia di aprire contenziosi spiacevoli, anche perché, come in questo caso ad andarci di mezzo sono dei bambini. 
 

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