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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Lotta al crimine

Intercettazioni, Lombardo: "Non si può prescindere dall'utilizzo delle nuove tecnologie"

Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, a margine della sentenza di secondo grado del processo Ndrangheta stragista, ha detto la sua sul tema che infiamma il dibattito fra magistrati e politica

“Non si può prescindere proprio adesso dal poter utilizzare, fino in fondo, le nuove tecnologie connesse con l’attività di intercettazione”. La corte d’appello di Reggio Calabria ha appena emesso la sentenza di condanna all’ergastolo, in secondo grado, per i due imputati del processo “Ndrangheta stragista” e il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, che ha sostenuto l’accusa contro Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, non si sottrae alle domande dei cronisti.

Una di queste, come è inevitabile che sia in questa fase storica e politica, è indirizzata a capire come la pensa uno dei magistrati in prima linea della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria sul tema al centro del dibattito fra il mondo della magistratura e quello della politica.

“Siamo stati sempre aperti al confronto - ha detto ai microfoni dei rappresentanti della stampa il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo - e quello delle intercettazioni è uno strumento indispensabile che va usato con grande attenzione”.

Nelle scorse settimane il ministro Carlo Nordio, alla Camera, si era scagliato contro i pm antimafia, invitando il Parlamento a non farsi dettare la linea da loro.

Il ragionamento di Nordio non convince l’opposizione parlamentare e nemmeno chi ritiene le intercettazioni uno strumento indispensabile nella lotta alla criminalità.

Il ministro della Giustizia ha assicurato che “non saranno toccate dalla riforma le intercettazioni di mafia e terrorismo ma anche quelle dei reati satelliti”. E poi tornando su quello che considera il cuore del problema, ha dichiarato che è sugli "abusi e gli errori delle intercettazioni" che bisogna intervenire “radicalmente".

Anche per l'ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, ora deputato con M5s, che giudica "gravissima" la stretta sulle intercettazioni perché finirà con il ripercuotersi negativamente sul contrasto ai clan.

Un giudizio che si accosta a quello espresso ieri sera dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo che, come detto, giudica imprescindibile “l’utilizzo delle nuove tecnologie connesse con l’attività di intercettazione”.

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