rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

A tu per tu con Bombino, da "Libro Nero" a una ‘possibile’ discesa in campo per la sua Reggio

Apprezzatissimo presidente dell’Ente Parco oggi il professore potrebbe essere tra i papabili candidati alle comunali: "Se me lo chiedessero non mi sottrarrei all’impegno”

Classe ’71 dottore in scienze forestali,  si è laureato col massimo dei voti presso l’università degli studi di Reggio Calabria è stato apprezzatissimo presidente dell’Ente Parco Nazionale d’Aspromonte, il professor Giuseppe Bombino è uno dei personaggi che ad ogni suo intervento, riesce a catalizzare l’attenzione e suscitare il dibattito. Che lo si ami o lo si odi, gli viene riconosciuta quell’onestà intellettuale che pochi ancora custodiscono. In lui sembra alberghi una sorta di bipolarismo naturale: "Penso, leggo e parlo come un uomo di sinistra ma agisco con quel pragmatismo di destra".

Memore degli insegnamenti di quello che riconosce come il suo ‘mentore’ Pasquino Crupi, Giuseppe Bombino fa sua la convinzione che nella vita, si debba essere in grado di superare l’ideologia e far vincere l’idea. Una forma mentis che gli permette di riconoscere pregi (dei suoi avversari) e difetti (dei suoi amici). Proprio la stima che molti hanno nei confronti del professor Bombino, ha dato il via ad una sorta di ‘chiamata alle armi’. Rumors sempre più insistenti lo vorrebbero quale prossimo candidato alla carica di sindaco di Reggio Calabria.

Naturalmente Giuseppe Bombino, che attualmente non ha ‘tessere di partito’, se mai dovesse decidere di ascoltare l’appello della città, la più logica collocazione sarebbe nelle fila di una lista civica, appoggiata da quella parte politica che si riconosce come  naturale alleato.

Alla luce di tutto questo, abbiamo chiesto al professore una riflessione dopo il  terremoto politico giudiziario dell'inchiesta Libro Nero e i possibili e futuri scenari per la città della Fata Morgana.

Professore, da uomo che conosce la politica e da intellettuale con una profonda conoscenza del territorio, cosa ne pensa degli ultimi fatti che hanno travolto Reggio?

"Prima di rispondere a questa domanda, ritengo opportuno fare una breve premessa. Io ho sempre pensato che il problema di Reggio sia legato ad una forte dipendenza del consenso. Un bisogno fisiologico che in egual misura viene avvertito sia dalla politica che dalla ‘ndrangheta.

Per quanto concerne la politica, chi si affaccia ad essa come prima esperienza di vita e, in generale, prima di questo non aveva una carriera già avviata in altro ambito, sente il bisogno di acquisire quel consenso in qualunque modo, perché da esso dipende il suo sostentamento. Prendo in esempio la mia persona: se io dovessi, in veste di amministratore, compiere un azione e libero da ogni condizionamento, quest’azione non dovesse andar bene io, che di ‘mestiere’ faccio il professore, mi dimetterei e la mia preoccupazione non sarebbe quella di perdere la fonte del mio guadagno, perché, la mia principale occupazione è fare il docente. Per molti, questo bisogno, incide pesantemente sulle azioni. La ‘ndrangheta, invece, ha bisogno di consenso per dare risposte far sentire il proprio peso.

Questo consenso lo ottiene in due modi: il primo, reclutando la manovalanza facendola ‘lavorare’ per lei ottenendo consenso dal basso, la seconda è attraverso la politica. Avere un referente malleabile, all’interno della politica facendo sapere che c’è un uomo a cui rivolgersi per risolvere le ‘questioni importanti’ gioco forza fa si che la ‘ndrangheta accresca il suo consenso.

Questa serve solo per spiegare quello che è il mio pensiero in merito a quanto accaduto nel panorama politico locale. Sono profondamente in disaccordo con chi sostiene che la ‘ndrangheta è alla ricerca di persone da far eleggere, perché la ‘ndrangheta non ha valori, mentre la politica è portatrice di valori.

Per questo alla criminalità organizzata non interessa la politica in sè e per sè, non interessa nè la destra nè la sinistra, gli interessa semplicemente fare i propri interessi e si avvicina a persone che, ho hanno un precedente nella ricerca del consenso a tutti i costi, oppure, riescono a ‘vincolare’ chi cade per ingenuità nella rete.

Perché, parlando chiaramente nel mondo della politica si viene a contatto con tanta gente, magari, per ingenuità la prima volta può capitare che tu non conosca il tuo interlocutore e si può perdonare, ma la seconda volta sai benissimo con chi ti stai interfacciando e si perdona meno chi prosegue in questo gioco fatto di ambiguità. È questo che sta affossando la città. La politica dovrebbe tornare ad essere portatrice di valori".

Parliamo di elezioni, siamo quasi alla vigilia delle amministrative, ciò che è accaduto ha scombinato le carte in tavola. Il papabile candidato a sindaco Alessandro Nicolò (FdI), è fuori dai giochi, il centro destra resta scoperto, mentre il Pd, sembra voler confermare la candidatura di Falcomatà.  In molti chiedono a gran voce la sua candidatura. Non si è mai espresso in tal senso.  

"Io sono un uomo che per ideali e formazioni è sempre stato di destra, anche se c’è da dire –racconta divertito- sono un uomo di destra atipico, come ama definirmi chi mi conosce. Ovvero. Intellettualmente, mi dicono che, ciò che penso, leggo e dico, sono tutti principi e ideali di sinistra ma, qui l’anomalia, nei fatti e nelle azioni, agisco come un uomo di destra.

Mi viene riconosciuto quella risolutezza e quel  pragmatismo da uomo di destra. Quindi, nell’ipotesi di un mio impegno in tal senso, si inscriverebbe sicuramente in un percorso di impegno civile e civico.

Penso di dover dare una mano alla città, non potrei mai sottrarmi a questo impegno. Lo farei se qualcuno me lo chiedesse. Io non mi proporrei mai perché, sono consapevole di non essere all’altezza. In molte cose non mi sento all’altezza, come fu per l’incarico da presidente per l’Ente Parco. Sono altresì convinto  che là dove non dovessero arrivare le competenze ci si arriva con l’impegno, il coraggio, l’abnegazione e il riconoscere di avere dei limiti. Io se serve offrirò il petto per difendere la mia città e restituirle quella rappresentatività che le spetta". 

Proprio quest’ultimo aspetto, è tra le cose che lei ha sempre rimproverato all’attuale amministrazione. Il non aver saputo difendere la città

"Ciò che ho sempre imputato a Falcomatà, è la mancanza di un’idea di città. Un progetto che, chi governerà dopo di lui, qualora fosse anche lui stesso a succedersi, possa ritrovarsi e proseguire. Ha avuto l’opportunità di guidare la città in un momento storico estremamente cruciale per Reggio, quello delle costituende Città metropolitane, un occasione unica nel suo genere che non ha saputo sfruttare.

Le opportunità, in termini di risorse a disposizione, erano infinite per costruire una vera Città metropolitana, inglobando quelle che sono le province e rendendo Reggio una vera metropoli. Invece di migliorare servizi e collegare le zone limitrofe in modo tale che, per precorre un punto all’altro della città ci si impiegasse meno di un’ora, ci si è concentrati sulle piccole opere nei singoli comuni.

Tutti interventi importanti ma che, si sarebbero potuti programmare successivamente. Probabilmente non era ancora pronto a guidare una città come Reggio che veniva da una situazione non facile. Ci siamo illusi, purtroppo non si eredità la capacità di governare. La città, ha perso interesse. Non è stimolata al dibattito politico. Perché dibattito politico non c’è. Non si trattano grandi temi. Ho sempre detto che i reggini, che sono filosofi, poeti, hanno bisogno di una suggestione che li attragga, li interessi, non serve per forza un grande progetto, ma una grande suggestione e la città risponderà.

Ha seguito l’ultima polemica sul mancato invito alla conferenza stampa di presentazione dei nuovi progetti sull’aeroporto, di rappresentati del Comune, Città metropolitana e Regione, lei cosa ne pensa?

"Ecco in questo caso, io sono con Falcomatà. Ecco vede, al di là di tutto, delle divergenze di opinione, di vedute, io credo che in una discussione importante come quella sul futuro dell’aeroporto non si possa non interpellare le istituzioni.

Nel momento in cui si dovranno avviare i lavori e servirà tutta una serie di permessi chi sarà l’interlocutore se non la città metropolitana e il comune? Ecco, chi si è preso il merito di aver fatto ottenere questi fondi, dimentica che, sono fondi della città".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

A tu per tu con Bombino, da "Libro Nero" a una ‘possibile’ discesa in campo per la sua Reggio

ReggioToday è in caricamento