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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Intitolato un Largo a Oreste Dito, l'educatore che ha dato lustro alla città

Iniziò la sua carriera nell’insegnamento non tralasciando la sua passione di ricercatore storico e nel 1909, si trasferì a Reggio in qualità di preside del Liceo Classico che di fatto ricostruì dalle macerie

Con una sobria cerimonia, l'amministrazione comunale ha voluto rendere omaggio ad una figura di rilievo della storia cittadina. Alla presenza del sindaco Falcomatà, dei consiglieri comunali Antonio Ruvolo, Giuseppe Marino e Rocco Albanese, del presidente della commissione toponomastica Cantarella e del responsabile Caridi è stato intitolato Largo Oreste Dito (all’incrocio tra le vie Nicolò da Reggio, Mazzini e Spagnolio), per ricordare l’educatore, lo storico e lo scrittore che con la sua attività letteraria ha dato lustro alla città. Alla cerimonia hanno presenziato il nipote ingegenere Oreste Mario Dito, i fratelli Antonio, Egle e Federico oltre alle famiglie, amici della famiglia e cittadini amanti della cultura. La targa è stata scoperta da due pronipoti di Oreste Dito, Alberta ed Armando.

Chi era l'educatore Dito

Il consigliere Ruvolo ha ricordato brevemente Oreste Dito che, originario di Verbicaro, laureatosi in lettere presso l’università di Roma iniziò la sua carriera nell’insegnamento non tralasciando la sua
passione di ricercatore storico e nel 1909, all’indomani del terribile terremoto del 1908, si trasferì a Reggio Calabria in qualità di preside del Liceo Classico che di fatto ricostruì dalle macerie. Guidò l’istituto sino al pensionamento nel 1932 e fu una guida per tutti i suoi studenti per le indubbie capacità professionali, letterarie ma anche morali rivelandosi un vero educatore.

Nel corso della presidenza affrontò anche l’incendio del 1913 che distrusse il Liceo, ma in breve fu ricostruito continuando ad essere sempre luogo centrale di cultura. Oreste Dito fu anche storico e scrittore e pubblicò la sua prima opera Velia colonia focese nel 1891 cui ne seguirono altre, sempre con temi storici, quali, per citarne i più famosi, La rivoluzione calabrese del ’48, L’influenza massonica nella storia calabrese dal 1789 a' nostri giorni, In Calabria - Saggi critici di storia paesana, Massoneria, Carboneria e altre società segrete nella storia del Risorgimento italiano, La storia calabrese e la dimora degli ebrei in Calabria ed altri, e molti di questi sono stati, e lo sono ancora, di notevole interesse sia per gli studiosi che per il semplice lettore tant’è che sono stati ripubblicati ed hanno anche un vivace mercato sui web.

Ma la sua ricerca storica si rivolse anche al giornalismo tant’è che fondò e guidò "Rivista calabrese di Storia e Geografia", "Rivista Storica Calabrese", "Calabria Vera", e fu anche fondatore e presidente della Deputazione di storia patria calabrese. Nella sua vita, per come si può dedurre da suoi libri e dai suoi scritti fu anche un importante rappresentante della massoneria di cui ricoprì le più alte cariche. Al termine del suo mandato di preside del Liceo-Ginnasio Tommaso Campanella, esattamente il 16 febbraio del 1933, fu insignito dell’onorificenza di cavaliere – ufficiale della Corona d’Italia.

Già in passato, il 26 settembre del 1922, era stato insignito del diploma di benemerenza di 1ª classe con medaglia d’oro e, l’8 luglio del 1925, di quello di cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Ultimamente, nel Settembre del 2019, l'Istituto calabrese per la storia dell’Antifascismo e dell’Italia lo ha inserito nel dizionario biografico della Calabria Contemporanea tra le prime cento biografie di calabresi illustri.
 

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