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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Musica e impegno

Kento con i no ponte e gli altri, quando gli artisti sostengono le cause

Il rapper lancia la proposta di un concerto con colleghi contrari all'opera ma non è la prima volta che sul territorio la musica si mette al servizio dell'impegno

Un grande evento musicale a Cannitello che chiama a raccolta artisti di due generazioni, unite dall'unico ponte possibile tra le due sponde dello Stretto, quello della solidarietà e l'impegno civile. L'idea è di Francesco Carlo, ovvero il rapper Kento, che ha lanciato la proposta in occasione del primo appuntamento della rete No Ponte a Villa San Giovanni, l'assemblea che ha ricompattato i militanti a dieci anni dall'ultima uscita pubblica contro la grande opera variamente promessa e imposta da cinquant'anni alle popolazioni di Reggio e Messina.

Kento, che non è potuto essere presente all'incontro presso il centro socioculturale Nuvola Rossa, ha mandato un messaggio dove annuncia la sua intenzione di coinvolgere colleghi sensibili alla causa per organizzare uno spettacolo che si svolgerà quest'estate in un luogo simbolico e attraversato da un ricordo amaro, la morte dell'attivista Franco Nisticò, colpito da un malore fatale il 19 dicembre 200 durante un comizio contro il ponte nella piazza di Cannitello. Quella sera il rapper e scrittore reggino avrebbe dovuto esibirsi insieme ad altri artisti sullo stesso palco, poi oscurato dall'improvviso lutto.

Racconta Kento: "In quella grande manifestazione di Villa San Giovanni un fiume di persone gridava sì alla tutela dei territori e della nostra gente e un altrettanto convinto no al vergognoso e grottesco progetto del ponte sullo Stretto. La drammatica conclusione della giornata vide sacrificio di uno dei nostri uomini più autorevoli e appassionati, Franco Nisticò. E chi c'era - continua Kento - ricorderà anche che, in mezzo a uno schieramento smisurato e intimidatorio di camionette, blindati e forze dell'ordine in assetto anti sommossa, non c'era nemmeno un'ambulanza. Una triste e spietata metafora del sistema che, a chi dissente, sa offrire solo repressione e polizia".

Le ultime parole di Nisticò, ricorda il rapper, "chiedevano a vecchi e i giovani di agire insieme per prendersi cura della nostra terra troppo spesso dimenticata. Oggi - aggiunge - che il potere torna ad agitare il feticcio di quest'opera smisurata, infattibile e dannosa sotto tanti punti di vista, tocca a noi tornare a rispondere con il movimento di popolo che Franco aveva invocato, solo pochi secondi prima di perdere la vita".

L'idea di Kento: un grande evento estivo a Cannitello con artisti uniti contro il ponte

Il musicista ha proposto ai compagni del comitato no ponte di tornare in quella piazza per riannodare il filo tragicamente spezzato organizzando il concerto che quel giorno non si svolse. "Per riprenderci quel palco - spiega - riprenderci l'insegnamento di Nisticò, riprenderci la lotta. L'unico ponte che vogliamo è un ponte di cultura ed arte, e che coinvolga sia noi veterani della causa che gli artisti più giovani, i quali per ragioni anagrafiche non erano con noi quattordici anni fa, ma condividono oggi questo impegno così importante".

Kento e gli altri artisti che aderiranno all'evento non chiederanno alcun compenso, e questa iniziativa non è la prima per il rapper reggino. Due anni fa c'era stata la straordinaria impresa dell'happening musicale sullé scalinate storiche della Giudecca, location scelta per riunire tanti giovani della città che fanno musica ma non hanno una sede per coltivare questo sogno o provare a farlo diventare lavoro. La manifestazione hip hop “Reggio against the Machine" organizzata da Alessio Laganà senza alcun sostegno dagli enti ha portato sulle scalinate un folla gioiosa che si è riappropriata in un luogo già restituito alla collettività dagli stessi cittadini. 

Con un modello collaudato che in Italia ha l'espressione più strutturata nel "concertone" del primo maggio, l'impegno del mondo della cultura e lo spettacolo per attirare l'attenzione mediatica su temi sociali o supportare proteste negli ultimi anni sul territorio della provincia reggina ha animato manifestazioni di risonanza significativa per la partecipazione di personaggi molto popolari.

A Riace i big si esibirono per solidarietà all'ex sindaco Mimmo Lucano  

Una della cause più amate dagli artisti di orientamento ideologico di sinistra è il sostegno all'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano per la sua vicenda giudiziaria e come riconoscimento il sistema di accoglienza dei migranti portato avanti nel centro jonico. Nel novembre 2021 un folto gruppo di artisti e intellettuali come Brunori Sas, Tetes de Bois, Ascanio Celestini, Baba Sissoko, Gad Lerner, Oliviero Toscani, Vinicio Capossela e Fiorella Mannoia hanno aderito senza farsi pagare alla manifestazione nazionale "Abbracciamo Riace",  nell’anfiteatro trasformato per l'occasione in un palco aperto dove i big hanno diviso la scena con musicisti del territorio e semplici cittadini. 

Sempre a Riace la scorsa estate si è esibito, sempre a titolo gratuito, il cantautore Eugenio Bennato, ospite del movimento pro Lucano "Un'altra Calabria è possibile" e protagonista di un controconcerto nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace: si trattò di una risposta all'evento istituzionale che aveva invitato Povia, noto per le sue posizioni anti immigrazione. 

Una grande mobilitazione culturale ha preso piede in Aspromonte nell'estate del 2021, la più drammatica sul fronte degli incendi, conclusa con la distruzione di molti alberi nel sito delle faggete vetuste, protetto dall'Unesco. La cenere dei tremendi roghi che hanno ferito la montagna reggina è diventata una metafora di resurrezione nelle parole del brano "Per rinascere", presentato sul canale YouTube di Artisti Uniti per la Calabria, un collettivo composto da 50 artisti residenti in Italia e all'estero ma tutti di origine calabrese.

Nella clip di 5 minuti si vede la lussureggiante bellezza del bosco aspromontano, dove un giovane (il ballerino Stefano Ferraro) danza abbracciando i tronchi degli alberi come se fossero suoi fratelli. Girato grazie al patrocinio dell'Ente Parco d'Apromonte, partner del progetto, il videoclip attraverso la musica ha voluto ha mantenere alta l'attenzione sulle iniziative di rinaturalizzazione, rimboschimento, tutela ed educazione ambientale delle zone a rischio incendi. 

In Aspromonte un collettivo di musicisti sensibilizza sull'emergenza incendi

Il refrain del brano, per musica e arrangiamenti di Christian Zuin e testo scritto insieme da un gruppo di artisti del collettivo, è un manifesto di orgoglio e appartenenza al territorio: "Non voglio piantare radici, ma voglio evitare che brucino quelle che ho". Tra sonorità mediterranee e rap, i colori dell'Aspromonte appaiono in dettagli mozzafiato e riprese effettuate dall'alto con i droni. Il progetto prevede una collaborazione continuativa con l'Ente Parco e l'associazione no profit "Per l'Aspromonte" (che aveva lanciato una raccolta fondi per finanziare il rimboschimento delle aree bruciate), con l'intenzione di utilizzare anche altre forme d'arte, come il disegno, la pittura e la scultura. 

Il nuovo grande connubio tra arte e militanza sarà contro il ponte sullo Stretto. E tra gli invitati sarebbe nel posto giusto il drammaturgo e regista Giancarlo Cauteruccio, che è stato tra i promotori dell'evento artistico che ha realizzato a Cutro un'installazione con i resti del caicco naufragato, e da anni immagina il progetto di un ponte di luce sullo Stretto. Un progetto già abbozzato da Cauteruccio nel 1985, che immagina un ponte tracciato da luci laser, che unisce idealmente le due sponde di Reggio e Messina, dove il regista vorrebbe avviare laboratori paralleli di ricerca artistica anche in collaborazione con la facoltà di architettura dell'università Mediterranea.

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