rotate-mobile
Mercoledì, 29 Novembre 2023
La tavola rotonda

Kiwanis invita alla riflessione sui doveri degli adulti per la felicità dei bambini

Nella giornata mondiale per l'infanzia il club service consegna l'Ulivo d'Argento all'Abio reggina e propone un dibattito sul tema

Un momento di confronto e riflessione nella data della giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e l’adolescenza, la stessa in cui, il 20 novembre 1989, l'assemblea generale dell'Onu approvò la specifica convenzione a tutela dei minori. Così il club service Kiwanis International Distretto Italia San Marino ha voluto ampliare l'ormai consolidato appuntamento con la consegna dell'Ulivo d'Argento, giunto alla XIII edizione e quest'anno attribuito alla sezione reggina della Fondazione Abio (Associazione per il bambino in ospedale). 

Il riconoscimento ideato il Kiwanis per valorizzare le associazioni del territorio che si prodigano a favore dell’infanzia e delle fasce deboli sposando la mission kiwaniana, è stato dunque incastonato in una tavola rotonda che racchiude tutte le tematiche legate alla tutela e lo sviluppo sereno dei minori: “Felicità diritto di ognuno ma dovere di garanzia degli adulti verso i bambini”. L'iniziativa, con il patrocinio morale della Città Metropolitana e il coinvolgimento dell’ordine degli avvocati di Reggio, si è svolta oggi pomeriggio nella sala biblioteca di palazzo Alvaro, Moderato dalla giornalista di ReggioToday, Isabella Marchiolo, il dibattito ha visto la partecipazione dell'avvocato Pasquale Cananzi (responsabile scientifico camera minorile di Reggio Calabria), Rosa Calabrò, psicologa e psicoterapeuta, e Francesca Mallamaci, assistente sociale e coordinatrice del centro antiviolenza e casa rifugio Angela Morabito. 

I relatori della tavola rotonda

Dopo i saluti dell'avvocato Claudia Simonetta, luogotenente Kiwanis divisione 13 Calabria Mediterranea, che ha presentato l'evento, Cananzi ha aperto la tavola rotonda ponendo al centro del suo intervento la ricerca della felicità. Quello che è un obiettivo a cui protendono tutti, diventa una responsabilità diretta degli adulti nei confronti nei bambini, per i quali i diritti non possono essere esercitati in autonomia con gli strumenti offerti dalla normativa, ma vanno garantiti da qualcun altro. Con riferimenti giuridici trattati da prospettive diverse, l'avvocato ha ripercorso i cambiamenti nel sistema della famiglia, che si è evoluto da istituzione costruita attorno alla difesa del patrimonio a struttura con funzioni sociali. La finalità manutentiva e sanzionatoria della giustizia si è spostata verso l'accompagnamento nella costruzione di equilibri giuridico-esistenziali, a beneficio delle relazioni. "Esiste ancora una difficoltà di adattamento a questo nuovo modello - ha detto Cananzi - perché le relazioni umane hanno assunto un ruolo centrale ma si è anche rivelata la loro fallacia. Anche sposarsi con chi si vuole o divorziare sono diventati diriti, ma la felicità degli adulti non sempre coincide con quella dei bambini. Legge e giustizia - ha concluso - possono soltanto intervenire nella risoluzione dei problemi, ma non definire la vita degli altri e il diritto ad essere se stessi". 

Rosa Calabrò ha parlato di adozioni raccontando attività ed esperienze dell'Asa (Associazione Solidarietà Adozioni Onlus), di cui la psicologa è referente regionale. Istituto che permette di offrire ai bambini in stato di abbandono, quelli che "potenzialmente potevano non farcela", tutti i diritti negati nella loro situazione, l'adozione ha necessità di maggiore sostegno, anche economico, da parte di politica e istituzioni: le richieste continuano ad essere inferiori rispetto al numero dei minori. "Adottare - ha detto Calabrò - è un bellissimo gesto d'amore, un atto che ripara i danni ancestrali dei bambini, con un effetto terapeutico sulla sfera emozionale e psichica che inizia prima dell'arrivo in famiglia. E' come se quelle mamme e quei papà, che vogliono fortemente essere genitori, stessero aspettando il figlio nella mente e nel cuore, e gli dicessero che sono lì e sono venuti a prenderlo". Concludendo con una provocazione, Rosa Calabrò ha ricordato come le famiglie adottive siano sottoposte a continue verifiche, mentre la stessa attenzione preventiva non c'è verso quelle biologiche, che approdano all'esame di servizi sociali o avvocati solo quando esistono criticità e sono già stati fatti danni.

Francesca Mallamaci ha condiviso il proprio lavoro di assistente sociale con i minori che arrivano da contesti familiari difficili. Bambini e adolescenti segnalati con provvedimenti dell'autorità giudiziaria, che rivelano storie molto dolorose di abusi, ma sono spesso vittime dei traumi causati dall'incapacità genitoriale. Anche l'attività nel centro antiviolenza e la casa rifugio comporta la presa in carico di minori figli di donne maltrattate o in fuga da violenze efferate. "Molti bambini - ha spiegato Mallamaci - hanno subìto violenza diretta, ma altrettanto vera e propria è quella assistita, che lascia i minori devastati. Insieme alle madri portiamo avanti laboratori emozionali per lavorare sulla parte traumatica e sull'autostima: le donne vittime di violenza sono screditate anche come madri e per loro è importante agire sul recupero della genitorialità. I bambini - ha proseguito - in queste situazioni di allontamento dalla casa familiare perdono i propri spazi ed effetti personali, le abitudini, i rapporti amicali. Hanno bisogno di riprendere in mano la quotidianità creando nuovi punti di riferimento anche ambientali". Le case rifugio devono però essere punti di partenza in un percorso che ha ulteriori esigenze e necessità. 

Il dibattito è stato concluso dall'avvocato Francesco Garaffa, governatore Kiwanis Distretto Italia San Marino, che ha ringraziato i relatori per il loro contributo a un'analisi che riguarda tutta la società civile. 

A consegnare l'Ulivo d’Argento ai rappresentanti di Abio è stato il past governatore Kiwanis Andrea Leo Casile. La professoressa Caterina Rossi del Kiwanis Agorà, promotrice della candidatura, ha illustrato gli obiettivi della fondazione nata nel 1978 e che riunisce 58 associazioni in tutta Italia. La presidente reggina Giovanna Curatola, che ha ritirato il riconoscimento anche a nome dei volontari (alcuni dei quali presenti nella sala), ha raccontato dell'associazione operante in città dal 2012 nel reparto pediatria del Grande Ospedale Metropolitano, la cui attività è sostenuta da donazioni. Preparati al delicato compito accanto ai bambini ospedalizzati con formazione in ingresso e corsi di aggiornamento, i volontari Abio si occupano anche del sostegno ai genitori e hanno creato in reparto una ludoteca che rappresenta uno spazio di serenità, alleviando la sofferenza della malattia. "Ritrovare lì i loro giochi e stare in un ambiente colorato e allegro - ha detto - è un modo per restuire a questi piccoli degenti il loro diritto ad essere bambini". 

Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Kiwanis invita alla riflessione sui doveri degli adulti per la felicità dei bambini

ReggioToday è in caricamento