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A Portigliola si recita Edipo per interpretare l'attualità

Al via il laboratorio teatrale della regista Serena Sinigaglia ideato dalla compagnia Scena Nuda

E’ partito sabato scorso e si svolgerà fino a domani a Portigliola, nel plesso locale dell’istituto comprensivo “Maresca”, il laboratorio teatrale “Edipo’s family lab” tenuto dalla regista e attrice Serena Sinigaglia, promosso dalla compagnia Scena Nuda, che nelle prossime settimane sarà impegnata anche nelle iniziative del programma "Cultura diffusa" nelle periferie, finanziato dal Comune con i fondi ministeriali. Il progetto segue quello dello scorso anno, che sempre a Portigliola vide protagonista Elisabetta Pozzi con un allestimento delle Tesmoforiazuse di Aristofane messo in scena con gli allievi, professionisti e non, di un intenso stage sul territorio.

La stessa sperimentazione con un gruppo laboratoriale misto è stata condotta in questi giorni da Sinigaglia su una drammaturgia su Edipo scritta insieme a Letizia Russo su quattro testi del ciclo tebano (Edipo re, Edipo a Colono, Antigone di Sofocle e Le Fenicie di Euripide).

Serena Sinigaglia è da anni impegnata su due fronti, quello della regia e direzione artistica e la formazione. "Ho accolto con entusiasmo – spiega – la proposta di Scena Nuda che mi dà la possibilità di fare teatro sociale, un teatro che diventa incontro con il territorio e mettere a disposizione gli strumenti creativi della nostra professione per il benessere e l’integrazione. Il teatro classico mi interessa da sempre, sono convinta che le opere classiche siano importanti per definire chi siamo. La loro lontananza dalla contemporaneità permette il giusto distacco per focalizzare il ruolo dell’individuo nel presente".

Al centro del laboratorio c’è la famiglia, un tema amatissimo da artisti e scrittori, controverso e traumatico, originario e inestirpabile nel bene e nel male dalle esistenza umane. "Tolstoj – continua la regista - diceva che “tutte le famiglie felici si assomigliano ma ogni famiglia è infelice a modo suo”…ecco, la famiglia tragica di Edipo è il nostro archetipo, ci parla di colpa e vendetta, di dovere e necessità. Nel laboratorio ho usato i testi classici per parlare di questi temi» Lo spettacolo frutto di questi giorni di lavoro sarà presentato nel 2023.

La formula dello stage, che ospiterà 25 allievi non solo calabresi, attori e appassionati di teatro che vogliono mettersi alla prova, è stimolante per Serena Sinigaglia, che spiega: "Conduco questo tipo di attività in modo ludico, attraverso il divertimento e l’esercizio dell’ascolto e della relazione e si creano sempre relazione inattese. E’ un gioco tra umani, un’esperienza di assoluta prossimità".

In questa estate rovente, la famiglia è stata travolta da efferati episodi di morte, dove la violenza tra genitori e figli distrugge un luogo che la società deputa a sede di amore e cura. Delitti che sono sempre esistiti ma oggi più che mai ci lasciano sotto choc e in cerca di una spiegazione che non faccia paura.

Cosa può dirci su questo il tormentato Edipo? "Come dicevo, nei classici possiamo rispecchiarci. I greci dicevano che l’uomo non deve avere hybris, non deve essere tracotante ma accogliere i propri limiti, che significa avere un comportamento consono verso la natura e l’altro da sé. Perché non siamo divinità né mostri, ma semplicemente uomini.

Molti di questi terribili fatti di cronaca – continua Sinigaglia – maturano nell’ignoranza culturale ed emotiva. Edipo può insegnarci la consapevolezza, che è il fulcro del suo viaggio. Agendo con una presunzione di innocenza, Edipo non conosce la sua colpa ma quando se ne accorge si acceca, e allora trova nuova pace. Sofocle, dicendo “più sai, più sai di non sapere” invita ad essere umili. Esistono forze dionisiache oscure e tremende, ma anche forze luminose e apollinee. La consapevolezza ci permette di attraversare le prime senza farci dominare da esse e facendo prevalere le seconde, l’amore e l’umiltà".

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