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Cronaca

Disabilità, lettera aperta al sindaco delle operatrici dei centri educativi

"La situazione è sempre più insostenibile economicamente perché l’amministrazione e chi di competenza non trova rimedio ai mancati pagamenti, fermi a giugno"

Continuano a lavorare pur se i pagamenti sono fermi a giugno, per amore verso il lavoro e soprattutto verso i ragazzi disabili che assistono. Sono le operatrici dei centri socio-educativi della città che, ancora una volta, sono costrette ad alzare la voce per far sentire il loro disagio. 

Questa volta hanno preso "carta e penna" e hanno scritto una lettara aperta all'amministrazione comunale. "Noi operatrici, che ci occupiamo di disabilità da sempre,  - scrivono - non vogliamo e non possiamo rimanere impassibili quando un’amministrazione si dimostra così insensibile sui i problemi che riguardano i nostri ragazzi. La situazione dei centri socio educativi è sempre più insostenibile economicamente perché l’amministrazione e chi di competenza non trova rimedio ai mancati pagamenti, fermi a giugno.

Questo stato di atonia morale da parte di chi deve attivarsi al fine di risolvere l’atavica situazione, condurrà inesorabilmente alla chiusura dei centri. In un’ottica sociale questo significa che per molti disabili verrà a mancare il riconoscimento del diritto alla cura.

Manca il senso di responsabilità che fa guardare oltre la burocrazia e che darebbe alla politica la capacità di impegnarsi maggiormente per questo delicato settore. Una politica che sia sensibile a certi temi s’impegna, innanzitutto, a tutelare i diritti dei soggetti deboli, che rischiano di essere retrocessi a cittadini di serie B. Disgraziatamente la dura realtà ci mostra esclusivamente il predominio di un analfabetismo politico e burocratico, che non lasciano scampo a chi vive una condizione di vulnerabilità.

Ci rammarichiamo perché crediamo nei valori del sociale e siamo sicure che attraverso essi avremmo sicuramente un mondo migliore. Cari amministratori non saremo sicuramente complici inermi di questa ingiustizia e siamo pronte a gridarlo in piazza, perché il bene dei nostri ragazzi viene prima di tutto.

Abbiamo sacrificato, e lo faremo altre mille volte, ogni risorsa per loro e senza mai guardare le enormi difficoltà personali. Non ci siamo mai coperte dietro a scuse e pretendiamo la stessa serietà anche da parte vostra. Le nostre dichiarazioni vi sembreranno dure, ma siamo stanche di accettare sempre stasi di comodo ingiustificate. L’assunzione di neutralità quando si tratta di disabilità non è accettabile, per il rispetto dei diritti costituzionalmente riconosciuti siete chiamati a rispondere. Non bastano, a nostro avviso, proclami o promesse, per inciso mai mantenute, vogliamo fatti! Concludiamo, ribadendo, la nostra totale disponibilità al dialogo purché sia in tempi ragionevolmente brevi".

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