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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Operazione Libro Nero, il consigliere Nicolò per 4 ore davanti al gip respinge le accuse

Il rappresentante di Fratelli d'Italia e capogruppo in Consiglio regionale è stato arrestato per 'ndrangheta nella retata contro la cosca Libri

Ha risposto alle domande del gip gip Domenico Armaleo per 4 ore il consigliere regionale calabrese Alessandro Nicolò, arrestato mercoledì dalla Squadra mobile di Reggio Calabria con l'accusa di associazione mafiosa nell'ambito dell'operazione "Libro Nero" che ha visto la polizia eseguire 17 arresti. Nicolò, assistito dal difensore di fiducia, avvocato Corrado Politi, ha sostenuto l'interrogatorio dinnanzi al gip Domenico Armaleo alla presenza dei pm della Direzione distrettuale antimafia Stefano Musolino e Walter Ignazitto.  

Nicolò ha respinto le accuse di essere il politico di riferimento della cosca Libri, ha sostenuto di non essere mai stato assessore, di non avere quindi mai avuto ruoli in seno alla giunta della Regione che potessero essere funzionali a un patto con la 'ndrangheta e comunque di non avere mai stretto alcun patto sinallagmatico con la cosca Libri o qualsivoglia altra cosca.

Nicolò ha affermato di avere appreso dalla televisione di essere stato espulso dal partito Fratelli d'Italia, dove era transitato dopo essere stato eletto in Consiglio regionale con Forza Italia, dicendosi rammaricato solo di non avere avuto il tempo materiale subito dopo l'arresto per farlo egli stesso.

Inoltre, Nicolò ha smentito categoricamente anche di aver partecipato alla cena che il collaboratore di giustizia Enrico De Rosa ha definito parlando con gli inquirenti "sembrava un summit non sembrava una cena elettorale", e ha annunciato di voler denunciare il collaboratore per le dichiarazioni rese sul suo conto.

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