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Corruzione / Locri

Terremoto nella sanità, a Locri arrestati primario e dirigente medico: ci sono 90 indagati

Operazione del comando provinciale della Guardia di finanza. Undici in tutto le misure cautelari eseguite per casi di corruzione. Sono in corso numerose perquisizioni personali e locali, anche presso l’ospedale di Locri

Undici misure cautelari sono state eseguite dal comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria per presunti casi di corruzione nella sanità, in particolare nell'ospedale di Locri.

I militari, con il coordinamento della procura della Repubblica di Locri, diretta da Giuseppe Casciaro, hanno eseguito un provvedimento emesso da Federico Casciola, gip del Tribunale di Locri, che ha disposto il carcere per un dirigente medico in servizio presso l’ospedale di Locri, i domiciliari nei confronti di un primario, l’obbligo di firma per 3 indagati, tra cui due avvocati, e l’interdizione dall’esercizio della professione nei confronti di 5 medici e 1 avvocato, per 12 mesi. Sono, inoltre, in corso numerose perquisizioni personali e locali, anche presso l’ospedale di Locri.

I nomi dei medici arrestati

Da quanto si apprende, tra i medici coinvolti nell'operazione ci sarebbe Antonio Bombara, primario del reparto di psichiatria dell'ospedale di Locri, finito agli arresti domiciliari, avrebbe invece ricevuto l'ordinanza di custodia cautelare in carcere il suo vice Filippo Lascala, dirigente anche dell'Asp di Reggio Calabria.

Le altre misure cautelari

Disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Marco Zucco, Francesco Surace e Paola Larone.
Interdizione dalla professione sanitaria della durata di 12 mesi per i medici Raffaele Antonio Argirò, Patrizia Panetta, Guido Zavettieri, Santo Gratteri, Maria Erminia Pascale, mentre interdizione dalla professione forense per l'avvocato Antonio Sotira.

Novanta gli indagati 

Nell’ambito del procedimento, attualmente nella fase delle indagini preliminari, sono indagati, a vario titolo e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità, 90 persone, tra i quali medici, avvocati, tecnici di laboratorio e altri pubblici ufficiali, per i reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici, che sarebbero stati commessi a Locri e in altri comuni della provincia di Reggio Calabria nel periodo compreso tra il 2021 ed il 2022.

"Falsi certificati per giustificare la mancata partecipazione alle udienze": sanità nella bufera a Locri

Le indagini

"Il provvedimento cautelare - spiegano le fiamme gialle - scaturisce da complesse indagini che hanno consentito di disvelare l’esistenza di un articolato sistema illecito volto al rilascio di falsi certificati medici finalizzati, tra l’altro, a giustificare la mancata partecipazione ad udienze da parte di imputati di gravi reati, ad accedere a benefici assistenziali non dovuti o ad ottenere rimborsi assicurativi non spettanti, inabilità temporanee al servizio ovvero indebiti trasferimenti per motivi di studio e lavoro".

"Certificati dietro la pattuizione di somme di denaro o di altre utilità"

In particolare, da quanto emerso dalle indagini svolte dai finanzieri del gruppo di Locri, "il rilascio da parte di
alcuni indagati di certificazioni sanitarie attestanti diagnosi non corrispondenti alla realtà sarebbe avvenuto dietro la pattuizione di somme di denaro o di altre utilità".

"L’operazione - concludono dal comando provinciale - costituisce una chiara testimonianza del costante impegno profuso dalla procura della Repubblica di Locri e dai finanzieri del Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria nel contrasto dei fenomeni corruttivi e degli illeciti a danno del Servizio sanitario nazionale a tutela della collettività e, in particolar modo, delle fasce più deboli della popolazione".

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