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"La strage di Reggio Calabria del 6 maggio 1943": si celebra la storia della città

Il sindaco ff Carmelo Versace ha preso parte all'iniziativa promossa dall’associazione meridionale di partigiani e antifascisti in collaborazione con la Città metropolitana

Ricordare per non dimenticare non solo la nostra storia, il nostro passato, ma anche per capire cosa vuol dire vivere la guerra. Così ecco che l'associazione meridionale di partigiani e antifascisti ha voluto organizzare un incontro per parlare de La strage di Reggio Calabria del 6 maggio 1943, nella sala Trisolini di Palazzo Alvaro, per ricordare i bombardamenti alleati che distrussero buona parte della città, procurando miglia di vittime e feriti durante il secondo conflitto mondiale.

Il sindaco metropolitano facente funzioni, Carmelo Versace, ha preso parte all’iniziativa, insieme allo storico Franco Arillotta, al preside Domenico Minuto, al docente Domenico Ficarra ed al professore Sandro Vitale, dell'associazione 25aprile Ampa.

Carmelo Versace ha riflettuto sul dramma che colpì la città e l’Italia, strette nella morsa nazifascista: "Le immagini in bianco e nero di quei giorni vissuti dalla nostra città, purtroppo, sono tremendamente attuali. Quanto sta accadendo ai giorni nostri, ci fa drammaticamente comprendere che il passato non c’ha insegnato nulla. E’ obbligatorio, per un’istituzione, partecipare ad eventi come questi e stimolare le comunità affinché la memoria non venga mai persa".

Nel corso del suo intervento, il sindaco facente funzioni ha, quindi, ringraziato l’Ampa perché "ci aiuta ad approfondire e riflettere». «Solo ricordando e provando a capire alcune cose che non appartengo esclusivamente al passato – ha detto – potremo comprendere. Come Città Metropolitana vi siamo grati per il lavoro che fate nell’alzare il livello su temi culturali altrimenti difficili da tramandare alle future generazioni".

"Fatti e circostanze – ha continuato Versace – che hanno profondamente colpito le nostre genti, come a Rizziconi o alcune delle tante stragi che hanno interessato il territorio. Personalmente, sento il dovere di partecipare e lo continuerò a fare perché ritengo sia giusto che un’istituzione stia accanto a quanti si sforzano di ricordare sulla base di un’informazione corretta e che consenta, ad ognuno, di decidere da che parte stare".

"Ascoltare e approfondire – ha concluso l’inquilino di Palazzo Alvaro - sono esercizi indispensabili per una comunità che punta ad evolversi. Chi critica o dice che potremmo fare altro, è bene che facesse una seria riflessione su quanto è accaduto in Italia in quegli anni e su quanto sta accadendo, adesso, in Europa. Le immagini che, in questi giorni, guardiamo in tv, infatti, sono forse il modo più prepotente per dirci che, in molti, non hanno ancora capito nulla di quanto successo nella prima metà del secolo scorso".

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