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Cronaca Viale Italo Falcomatà

Un anno di archeologia in comune, tra sogno e la triste realtà

Presentato oggi il programma di apertura straordinaria dei siti archeologici cittadini, solo tre saranno visitabili. Escluse le terme romane che versano in stato di abbandono

Il sogno è fatto da un racconto delle meraviglie artistiche che possiede la nostra terra, perle incastonate all’interno e sotto la città che si rivelano come un’apparizione. Ed è così. Possediamo delle perle della storia passata: le mura greche, le terme romane, l’Ipogeo di Piazza Italia, l’Odeion, il  sito archeologico di Occhio di Pellaro o l’area archeologica di Motta Sant’Agata.

Ne esistono molte altre ma, citiamo nello specifico queste perché, oggetto di un progetto che ha visto coinvolto il Comune e la Soprintendenza per i Beni e le attività culturali nella valorizzazione e promozione dei siti archeologici.

La manifestazione d’interesse, come definita, aveva come obiettivo quello di individuare associazioni cittadine che avrebbero collaborato alle attività di salvaguardia e valorizzazione dei siti urbani e fu presentata nell’aprile del 2018.  

Il bando si concluse con l’assegnazione  a tre  associazioni cittadine la tutela dei siti allo scopo di renderli fruibili i siti e tutelarli allo stesso tempo. Alla Pro loco Reggio Calabria San Salvatore sarà affidata la salvaguardia e la valorizzazione dell’area archeologica di Motta Sant’Agata, l’associazione culturale scientifica IN.SI.DE. si prenderà cura dell’Ipogeo di piazza Italia, mura greche, terme romane e Odeion, mentre l’organizzazione di volontariato della protezione civile garibaldina Città di Motta San Giovanni si occuperà del parco archeologico di Occhio di Pellaro.

La sottoscrizione del e firma della convezione  tra Enti e associazioni si tenne il 3 luglio  2018.  Da quella data seguirono alcuni eventi come l’apertura straordinaria dei siti nel mese di luglio del 2018 anche in orario serale.

L’allora neo assessore al ramo Irene Calabrò salutò  l’iniziativa come: ”un’occasione di promozione e consapevolezza dell’enorme patrimonio culturale che si rende fruibile ai cittadini in orari straordinari, cercando di raggiungere un fascia diversa di destinatari”.

Fin qui tutto bene, finalmente i siti archeologici erano aperti al pubblico, soprattutto nel periodo estivo, il più intenso dal punto d vista turistico per la nostra città. Fin qui il sogno.

Il caso

Proprio il 1 luglio viene annunciata dall’amministrazione comunale, un’importante conferenza stampa dal titolo: “Un anno di archeologia in Comune”. Un incontro per raccontare il percorso di valorizzazione e le principali azioni svolte a cura dall’assessorato comunale alla valorizzazione del patrimonio culturale.

Presenti il primo cittadino Giuseppe Falcomatà, l’assessore alla valorizzazione del patrimonio culturale Irene Calabrò, la responsabile comunale del servizio Daniela Neri.

Nel corso della conferenza stampa tenutasi il 2 luglio, si tirano le somme di questa ‘intensa’ attività di promozione e valorizzazione dei siti archeologici. Sono state messe in evidenza l’efficienza delle associazioni che, come dichiarato dall’assessore Calabrò, “si sono immediatamente attivate il giorno successivo la sottoscrizione”, evidenziando le “numerose iniziative culturali svolte, laboratori, mostre, concerti e altri diversi eventi”.

Nel proseguo dell’incontro viene fatto notare di come nel corso di un anno di attività “i siti archeologici comunali, quasi tutti non fruibili prima dell’accordo, hanno registrato migliaia di presenze.

Un esempio su tutti l’ipogeo di Piazza Italia con 12.000 visitatori, mentre più di 5000 hanno varcato il percorso della vecchia città di S. Agata”. Un risultato eccellente anche in termini economici per l’amministrazione che ha recuperato un finanziamento immesso nel Por Calabria 2014.20.

“Un milione di euro per migliorare la conservazione e fruizione dei siti. Interventi di manutenzione e investimenti per dotarli di strumentazione innovativa e digitale, grazie a un progetto esecutivo curato dai tecnici comunali”.

Nel mese di maggio è stato creato anche un nuovo sito nel quale si illustrano le meraviglie di questi siti, la loro storia, curiosità (https://turismo.reggiocal.it/cultura/archeologia-e-storia/le-mura-greche), ecc. 

Si passa alla triste realtà

I numeri indubbiamente parleranno e, quelli, noi non li mettiamo in discussione, ma nella realtà riscontriamo una lieve –per usare un eufemismo- incongruenza con quanto raccontato dall’amministrazione. Infatti, chiunque si trovi a passeggiare sul Lungomare Falcomatà, proprio all’altezza di Piazza Camagna, dove si trovano le Mura Greche e le Terme romane.

Le mura ci sono ancora e le troverete li splendenti e pulite come sempre. Anche le terme romane sono li, anche se nascoste dalla folta vegetazione  che le ricopre. Potrete ammirare un tappeto di erbacce verdi e meno verdi che attraversano tutto il perimetro.

Le terme di età romana a Reggio, somigliano più a quelle alternative Spa nelle quali, al posto dell’acqua termale, troviamo il fieno o la paglia. Questo perché, si sa, noi amiamo distinguerci. I turisti che si trovano a passeggiare sul Lungomare, probabilmente penseranno che quei deliziosi giardini –certo poco curati- siano stati arricchiti da pietre in terracotta che simulino degli antichi resti.

Probabilmente, nel corso di un anno, la gestione di più siti è stata complicata da organizzare, probabilmente si sarà pensato che magari un po’ di ‘verde’ non guastava nell’estetica del sito. Si sa l’amministrazione comunale ha sempre spinto per l’aumento e la cura del verde pubblico, e ci si sarà fatti prendere la mano.

O forse, troppi erano i visitatori negli altri siti che le terme e le mura,  visto che potevano essere osservate anche dall’esterno non ci si preoccupava molto. O forse, era proprio alla luce di quel principio di tutela e salvaguardia del patrimonio archeologico che non si voleva ancora di più intaccare la fragilità e bellezza dei luoghi che si è preferito lasciarlo alle cure della vegetazione. Chissà! Dovremo aspettare forse un’ altra manifestazione d’interesse che abbia come obiettivo quello di organizzare un ennesima ricerca archeologica per ritrovare le famose  terme romane sopravvissute a guerre, terremoti ma non alla primavera reggina!  O forse, dovremo solo aspettare la vigilia dell’apertura ‘straordinaria’ dei siti archeologici, come annunciato oggi dall’amministrazione? No. Infatti, l’apertura straordinaria dei siti nelle ore serali interesserà solo: Ipogeo Piazza Italia, mura greche e Odeon. Niente da fare per le nostre terme ‘verdi’ romane.
 

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