rotate-mobile
Cronaca Centro / Viale Italo Falcomatà

Fondali del Lungomare, il tesoro archeologico nel mirino dei trafficanti d'arte

I carabinieri del Nucleo carabinieri subacquei di Messina hanno rinvenuto sui fondali materiale abusivo posizionato per raggiungere le anfore. Oggi la messa in sicurezza dell'area

Un tesoro custodito dal mare per oltre duemila anni. Un patrimonio archeologico di inestimabile valore che sarebbe potuto finire nelle mani dei trafficati d'arte senza il provvidenziale intervento del nucleo carabinieri subacquei di Messina.

A 49 metri di profondità, lungo il tratto della via Marina, nello specchio di mare compreso tra il monumento a Vittorio Emanuele e il Lido comunale la scoperta di un vero e proprio parco archeologico. Un giacimento di anfore integre, parzialmente integre o frammentate, frammenti lignei e porzioni di fasciame, probabilmente appartenenti a un relitto.

In questi giorni, i carabinieri subacquei, insieme al gruppo Tutela patrimonio culturale di Cosenza e i funzionari del Mibact sono in azione nei fondali marini per rimuovere il materiale abusivo rinvenuto nei pressi del sito, che lascia pensare a un possibile saccheggio dei reperti, e per mettere in sicurezza l'intera area.

Le ispezioni dei carabinieri di Messina

Il sito è stato  segnalato nel 2017 alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, dai sub Demetrio Serranò e Francesco Sesso.

Le immagini dei fondali 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fondali del Lungomare, il tesoro archeologico nel mirino dei trafficanti d'arte

ReggioToday è in caricamento