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Giovedì, 25 Aprile 2024
La solennità

Madonna della Consolazione, si rinnova l’offerta del cero votivo: la storia

Messa pontificale in Cattedrale e omaggio dell'amministrazione comunale alla Santa Patrona che ha protetto la città in tempo di pestilenze e terremoti

Le feste mariane, civili e religiose, promosse in onore della Madonna della Consolazione, volgono al termine. Oggi si rinnova, come si legge anche in tanti atti notarili, una tradizione che ha origini secolari. In Cattedrale, questa mattina, in occasione della solenne celebrazione pontificale, officiata da monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo metropolita della diocesi di Reggio Calabria- Bova, l'Amministrazione comunale offrirà il cero votivo alla sua Patrona. 

Ma quando e perchè nasce questa offerta che si perde nella storia dei tempi? Tutto avviene per rendere omaggio al grande amore e all'infinita protezione che la Madonna della Consolazione ha sempre rivolto alla sua Reggio in particolar modo in tempo di pestilenze e terremoti.

"Non disponiamo, al momento, - si legge sul sito madonnadellaconsolazione - di documenti contemporanei relativi all’offerta del primo cero votivo, che ci avrebbero consentito di conoscere in quale forma, se privata o pubblica, sia stato formulato. Atti notarili e processi verbali postumi ci tramandano la data, salvo i comprensibili refusi ortografici degli amanuensi, dell’offerta del primo cero, che risulterebbe essere del 1571, preceduta dalla motivazione, che, all’epoca, era la liberazione della Città dal morbo della peste". 

Ecco tutti gli appuntamenti di oggi martedì 13 settembre: gli orari

Sinopoli Giuseppe-2"Il cero, - scrive padre Giuseppe Sinopoli sul sito dedicato alla Sacra Effigie - infatti, veniva consegnato, adempiuto il rito offertuale nella chiesa dell’Eremo, come da plurisecolare consuetudine, dal Sindaco al padre Guardiano dei Cappuccini ed esposto nella stessa chiesa accanto a quelli degli anni precedenti.

Detto voto si è puntualmente rinnovato, perpetuandone la memoria con apposito atto notarile e con processo verbale, ogni qualvolta un fenomeno triste minacciava o colpiva la Città come quello della peste, delle invasioni turche, dei terremoti, della guerra, della carestia, del colera, della lebbra, delle alluvioni, ecc.

Al momento, gli atti notarili più antichi, di cui possiamo prendere visione, sono due. Il primo, che è giunto a noi in copia originale, è quello del 30 aprile 1638. In esso si legge che i tre sindaci dell’epoca, Giuseppe Di Capua, Agamennone Roccabuono e Giovanni Oliva, “motu proprio”, hanno deliberato di celebrare ogni anno il 26 aprile, in segno di gratitudine, una solenne processione, esortando i posteri a confermare detto voto, facendo memoria, con animo grato e riconoscente, dei prodigi e delle grazie con cui la Madonna ha ricolmato la Città nei momenti di grande calamità e di imminente pericolo. Detto atto succede ad un altro atto, datato 26 aprile 1638 (di cui però non conosciamo, al momento, l’esatto contenuto), in cui si sarebbe formalizzata, in forma ufficiale e solenne, l’offerta pubblica del voto del cero.

Il secondo, invece, porta la data del 24 giugno 1657 ed è stato, succesivamente, trascritto da Enrico Nava, frate cappuccino, e riportato dal mons. Antonio Maria De Lorenzo nel suo libro intitolato: “Nostra Signora della Consolazione Protettrice della Città di Reggio in Calabria. Quadretti storici".

In questa data, il notaio Cristoforo Latella roga un atto pubblico, sottoscritto dai rappresentanti di tutte le classi sociali cittadine, con cui Reggio si lega alla offerta annuale di un cero votivo da presentare il 21 novembre, per festeggiare solennemente la Madonna che, il 26 agosto 1752 con il Decreto della Santa Congregazione dei Riti, viene dichiarata patrona della città.


 

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