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Cronaca

La "Giornata della memoria" per mettere in guardia da scelte sbagliate in politica

Il 21 marzo si sono ricordate le vittime delle mafie, in Calabria è allarme per le inchieste che hanno interessato il mondi politico: "La ricostruzione passa anche da scelte chiare e alternative. Ricordiamolo nel momento del voto e non lo dimentichino i partiti cui spetta scegliere i candidati".

Il 21 marzo si è celebrata la "Giornata della Memoria" e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. "Per tutto il Paese, ma in particolare per le regioni del Sud è un’occasione preziosa per ricordare e costruire nuovi percorsi in sostegno della legalità e della giustizia". Il Laboratorio politico "Patto Civico”, nel ringraziare don Luigi Ciotti, Presidente di Libera, per la forza e la determinazione con cui da tempo rinnova azioni di resistenza alle mafie, ribadisce la piena convinzione che solo liberando il territorio dall’oppressione della criminalità organizzata l’economia potrà rinascere e si potranno costruire occasioni di sviluppo e di crescita per tutti.

"La ricostruzione passa anche da scelte chiare e alternative, a partire da quelle per gli amministratori di territori che devono tornare ad assaporare il profumo della libertà. Ricordiamolo nel momento del voto e non lo dimentichino i partiti cui spetta scegliere i candidati". Appena un mese dopo le ultime elezioni regionali, a gennaio 2020, nell’ambito dell’inchiesta Eyfhemos, è stato arrestato con l’accusa di voto di scambio un neo Consigliere regionale, già sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte, primo degli eletti nella lista di Fratelli d’Italia.

Agli arresti sono finiti, fra gli altri, anche il Vice sindaco ed il Presidente di quel Consiglio comunale. Poco tempo prima era toccato a un senatore di Forza Italia e al fratello, sindaco a Villa San Giovanni, accusati di favori concessi alla holding di navigazione privata sullo Stretto. Lo scorso settembre, alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Reggio Calabria, hanno trovato la rielezione gli imputati per i processi Miramare ed Helios e, tra i candidati a sindaco, c’era anche chi era stato sospeso dallo stesso Consiglio per una condanna in primo grado. A novembre, poi, a seguito dell’inchiesta Farmabusiness, è stato posto sotto indagine il Presidente del Consiglio regionale in quota Forza Italia. L’accusa: concorso esterno in associazione mafiosa e scambio politico elettorale con la cosca Grande Aracri di Cutro.

Nel mese di dicembre è salito alle cronache un Consigliere di minoranza eletto con Fratelli d’Italia, che si è auto-sospeso dal partito dopo essere stato accusato di aver sconsigliato la denuncia di violenze su una bimba. Nello stesso periodo è stato posto agli arresti domiciliari il primo degli eletti Pd, già consigliere metropolitano con delega al Bilancio nell’ambito di un’inchiesta che ha portato alla luce possibili brogli elettorali. Lo scorso gennaio l’operazione Faust ha portato agli arresti domiciliari del Sindaco e di un consigliere comunale di Rosarno. La Procura li accusa di scambio elettorale politico – mafioso con la cosca Pisano. Pochi giorni dopo, infine, l’inchiesta Basso profilo della Procura di Catanzaro ha visto fra gli indagati l’Assessore regionale al Bilancio, segretario regionale dell’Udc e già Presidente del Consiglio regionale calabrese, insieme al segretario nazionale del suo partito.

"Si tratta, certo, di presunti reati e tali rimarranno fino alla definizione dell’ultimo grado di giudizio ma come cittadini non possiamo ignorare i comportamenti di chi ci rappresenta nelle istituzioni e dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto. Ripartiamo da qui, per non tradire la memoria dei tanti calabresi che, per difendere i valori della libertà e della democrazia, hanno perso la vita".

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