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Cronaca Martone

Dove c'era un bosco di faggio è nato un "villaggio" abusivo, scattano sette denunce

I carabinieri forestali sono intervenuti nelle montagne di Martone, elevate sanzioni per oltre 7000 euro. L'area di proprietà comunale era stata occupata abusivamente ed ora è stata sequestrata, una delle persone denunciate: "Qua è tutto mio"

Continua, senza sosta, l’azione di contrasto al fenomeno dell’abusivismo edilizio e dei reati contro l’ambiente, operato dai carabinieri forestali. I militari delle stazioni di Roccella Jonica e Caulonia hanno deferito all’autorità giudiziaria sette persone per aver invaso e distrutto un bosco, in località Vasì-Pericaro, di proprietà del comune di Martone ed aver edificato abusivamente una sorta di villaggio rurale in muratura.

Il villaggio rurale dove c'era un bosco

Il "villaggio", composto da abitazioni rustiche, magazzini, depositi, stalle (per una superficie coperta in muratura di circa 250 metri quadri), baraccamenti di vario tipo, terrazzamenti per la coltivazione ed una  vasca di raccolta per le acque di irrigazione del volume di circa 20 metri cubi. Il tutto collegato da una strada sterrata lunga circa 400 metri e recintato con rete metallica e relativo cancello. 

La risposta del trasgressore: "Qua è tutto mio"

La risposta su come questo scempio sia stato possibile, l’ha data F.A, una sessantacinquenne presente sul posto al momento del sopralluogo e già nota alle Forze dell’ordine, che alla domanda dei militari ha risposto candidamente “qua è tutto mio”, esibendo anche una bolletta Enel. Ai sorpresi carabinieri forestali, coadiuvati dall’ufficio tecnico del comune di Martone, è bastato poco per appurare la verità; tutta quella squallida baraccopoli, con la presenza anche di mucchi di rifiuti, nell’insieme vasta circa 2,5 ettari, era stata eretta abusivamente su un terreno di proprietà comunale, abbattendo un bosco di alto fusto di faggio, il tutto in un territorio forestale protetto dal vincolo paesaggistico, idrogeologico ed antisismico. 

In tutto sette denunce

Il terreno era stato semplicemente rubato alla collettività, da persone incapaci di comprendere il valore dei beni comuni. Le indagini hanno permesso di identificare altri 6 autori dello scempio, tutti nati o residenti a Nardodipace, alcuni dei quali legati da vincoli di parentela: F.I., di anni 74; C.G. di anni 44, pregiudicato; F.C.R. di anni 48, pregiudicato; M.A. di anni 75, pregiudicato; I.S.C. di anni 31; I.P.S. di anni 48. 

Elevate sanzioni per 7200 euro

Lunghissimo è l’elenco dei reati contestati che vanno dall’invasione dei terreni comunali, al furto e danneggiamento di beni demaniali, alla distruzione e deturpamento di bellezze naturali. Sono state inoltre elevate sanzioni amministrative per 7.200 euro, ma il danno all’ambiente ed alla collettività è certamente di molto superiore e non facilmente quantificabile, poiché è stata compromessa la protezione idrogeologica del territorio, la conservazione dell’ambiente naturale e del paesaggio, valori questi ben riconosciuti e tutelati dalla legislazione Italiana.

Scatta il sequestro dell'area

Inevitabile quindi l’immediato sequestro dell’area ed il deferimento dei responsabili, che dovranno rispondere all’autorità giudiziaria di numerose violazioni penali ed amministrative.

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