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Sabato, 20 Aprile 2024
Sanità solidale / Polistena

I medici cubani festeggiano in Calabria 60 anni di missione internazionale

Importante ricorrenza dei professionisti attualmente impegnati negli ospedali della provincia di Reggio. Bilancio positivo del coordinatore Perez Ulloa e il sindaco di Polistena

"I dottori Alian e Lazaro sono the best, i migliori, mi hanno salvato la vita". Sono le parole commosse di un paziente dell'ospedale di Locri, che conclude il suo messaggio con un abbraccio di slancio a due dei medici cubani in forze nella provincia reggina: questo e altri tasselli di un grande mosaico di umanità e esperienza sanitaria celebrano in questi giorni il sessantesimo anniversario del progetto di cooperazione medica che in accordo con il governo dell'Avana ha inviato in 165 paesi del mondo 605mila professionisti per aiutare sistemi in affanno, come quello calabrese. 

Attualmente impiegati negli ospedali di Polistena, Locri, Gioia Tauro, Melito Porto Salvo, i 51 medici cubani assunti dall'azienda sanitaria reggina secondo il protocollo firmato dalla Regione con la società di reclutamento Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos sono braccia, cuori e cervelli nel grande cerchio solidale che attualmente lega da una parte dall'altra del pianeta 57 missioni. A congratularsi con i medici impegnati in Calabria è stata l'ambasciatrice cubana Mirta Granda Averhoff, che ha incontrato la sottosegretaria di stato al ministero degli esteri, la reggina Maria Tripodi, sottolinenado con lei il riscontro positivo del lavoro dei professionisti caraibici negli ospedali della zona provinciale jonica e della Locride: qui l'emergenza è ancora forte e per questo il governatore Roberto Occhiuto ha esteso l'iniziale durata dei contratti dei medici, prevista per un anno, in modo che possano restare fino al 2025.

Brindisi negli ospedali reggini durante la missione calabrese, che si aggiunge a quelle di altre 165 località nel mondo

Oltre alla bravura già riconosciuta come medici, l'indole affabile e l'approccio garbato con i pazienti hanno permesso ai cubani di conquistare l'utenza della provincia reggina superando lo scoglio del dover comprendere una lingua straniera. Nella pagina ufficiale della missione calabrese li vediamo in bellissime immagini nelle sale operatorie o dopo la nascita di bambini, interventi che adesso fanno parte della lunga storia di 15.956.629 operazioni chirurgiche a cui in questi sessant'anni hanno partecipato durante il programma di cooperazione medica. Nelle pause di lavoro, i cubani impiegati nel Reggino si sono concessi un brindisi gioioso, e a Polistena, tolti i camici, c'è stato anche spazio per un momento conviviale con la scenografica presenza di un succulento maiale arrosto. 

Una festa dei medici cubani a Polistena (foto Fb Mission Cubana)

Il bilancio di Luis Enrique Perez Ulloa, coordinatore della missione, è soddisfacente:  "Il medici si stanno trovando molto bene in tutti gli ospedali, e con le loro specializzazioni prestano servizio in ogni reparto e nel pronto soccorso. Il lavoro è organizzato in turni orari a rotazione e sta funzionando tutto bene, a partire dal rapporto con i pazienti, che per loro è centrale. C'è grande attenzione verso il malato, con il quale parlano molto per metterlo a proprio agio e rassicurarlo oltre che curarlo". Ulloa risiede a Polistena, dove è stato stabilito il centro operativo del gruppo per la provincia reggina, e racconta anche di come i medici caraibici si siano integrati facilmente con la popolazione. "Finito il lavoro - dice - frequentano le città e sono stati accolti con calore dai residenti. Capita di incontrare i pazienti, ma non solo. Molti li invitano nelle loro case a cena o li accompagnano nei momenti di svago, si fanno passeggiate insieme".

In estate, annuncia Perez Ulloa, arriverà il secondo contingente previsto dall'accordo tra Regione Calabria e governo cubano, che sarà destinato alle altre province bisognose di innesti negli ospedali. E conferma la proroga dei contratti annuali al 2025. "Qualche giorno fa a Ginevra - aggiunge - lo stato italiano ha firmato un protocollo con quello di Cuba e potrebbe esserci la possibilità di aiutare le aree in difficoltà molto a lungo". Quella in Calabria è infatti la seconda volta dei medici cubani in Italia dopo il reclutamento emergenziale in Lombardia e Piemonte all'inizio della crisi pandemica, ma il nostro paese rappresenta un'esperienza affascinante per questi professionisti, che proprio a Polistena nel loro primo giorno di lavoro avevano spiegato a ReggioToday di voler cogliere l'occasione di conoscere una cultura molto lontana da quelle dei paesi arabi, africani e sudamericani dove li hanno portati missioni impegnative come quelle durante le epidemie di Ebola e colera.

Il sindaco Tripodi: "Apporto indispensabile anche per qualità, ci stanno insegnando tanto"

"Il loro lavoro per il nostro ospedale è indispensabile per evitare il collasso", dichiara Michele Tripodi, sindaco di Polistena. "Ed è importante precisare - continua - che non si tratta solo di un contribuito in quantità, necessario a causa dei pesanti vuoti di organico che l'Asp ancora non sta colmando, ma anche di qualità. Con la loro indiscutibile preparazione e la grande umanità che li caratterizza ci stanno insegnando tanto su come si curano e si trattano i malati. In questo senso arrivano ogni giorno testimonianze positive da parte dei pazienti". L'amministrazione li ha subito messi a proprio agio con eventi di ospitalità e facilitazioni come il corso di italiano gratuito, che ha rafforzato la loro dimestichezza con la lingua studiata in modo intensivo all'Università della Calabria. "Noi ringraziamo i medici cubani per questo apporto vitale - dice ancora Michele Tripodi - ma chiaramente da solo non basta per rimediare allo stato in cui versa la sanità pubblica dopo anni di malagestione e abbandono. Dalla medicina, alla diagnostica, alle strutture e le ambulanze, c'è tanto su cui intervenire. Cuba, con l'efficienza della sua sanità di stato fondata su principi mutualistici, può darci una bella lezione, soprattutto adesso che la sanità pubblica italiana è condannata a scomparire, lasciando il costo di questa scelta a carico dei cittadini più fragili". 

La data di arrivo del nuovo, corposo gruppo di medici dell'isola dell'Avana (circa 120) dovrebbe essere il prossimo 1 luglio. "Se potessimo averne altri anche qui ci aiuterebbe molto", conclude Tripodi. Il fabbisogno sanitario nella provincia di Reggio non è infatti esaurito, e l'inizio dell'estate con le legittime ferie dei medici locali e l'aumento della popolazione per il rientro dei fuori sede prevedibilmente congestionerà gli ospedali. Vedremo se nel frattempo ci sarà qualche novità sul versante dei concorsi pubblici per dare l'atteso ossigeno ai reparti. Intanto è festa per l'anniversario della missione dei medici cubani, che sul nostro territorio stanno scrivendo un'altra storica pagina di solidarietà. 

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