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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il caso

Medici cubani, la federazione nazionale dei professionisti scrive a Mattarella

Gli ordini chiedono una revisione della normativa che consente di reclutare personale extracomunitario, nata nella crisi Covid e applicata oltre gli obiettivi d'emergenza

Il caso dei medici cubani assunti per colmare le falle di personale nella sanità calabrese arriva all'attenzione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Al capo dello Stato ha infatti scriitto Filippo Anelli, presidente della federazione nazionale degli Ordini dei medici ed odontoiatri, per chiedere una revisione della legge che consente il ricorso a medici e infermieri dei paesi extracomunitari per far fronte a carenze di organico nel settore sanitario. Il tema sollevato dagli ordini parte proprio dalla decisione assunta dal governatore calabrese, che ha scatenato polemiche e riverberi anche in altre regioni. Sull'esempio della Calabria infatti altri reclutamenti simili sono avvenuti in Puglia e Sicilia, per reclutare, rispettivamente, medici albanesi e argentini. Accordi resi possibili, dice Anelli, "sulla base di una legislazione che appare opportuno, a nostro avviso, rivedere". 

Il riferimento preciso è all’articolo  bis del decreto legge 105 del 2021 che, secondo Anelli, si sta applicando in modo eccedente la sua area di impiego. «È ben noto - continua nella lettera a Mattarella il presidente della federazione degli ordini professionali sanitari - che l’enorme richiesta assistenziale che si è riscontrata nel nostro Paese a causa della pandemia da Covid-19 e riguardo alla quale le dotazioni organiche delle professioni sanitarie non avevano possibilità di far fronte in maniera adeguata, ha richiesto l’attivazione di strumenti anche normativi, emergenziali". Si tratta di norme in deroga all'ordinario sistema di reclutamento per titoli, che riguardano periodi temporanei e molto circoscritti (il decreto legge indica una data limite nel 31 dicembre 2023). Terminato ufficialmente lo stato di emergenza Covid, secondo Filippo Anelli, con il provvedimento di Occhiuto è avvenuta "un’estensione della ratio primigenia del provvedimento assunto allargando, a una fattispecie diversa, ovvero la carenza di personale sanitario e socio-sanitario, quella deroga inizialmente concessa esclusivamente per fronteggiare la pandemia da Covid-19, durante lo stato emergenziale" 

Gli ordini esprimono perplessità su un reclutamento simile applicato ad altre circostanze fuori dall'emergenza pandemica, perché "attenua le garanzie poste in via ordinaria a presidio della sicurezza delle cure in favore del cittadino. Il riconoscimento dei titoli e, in generale, le modalità ordinarie di esercizio della professione medica sono strumenti che consentono un controllo preventivo sulla preparazione, sulla formazione e sulla qualificazione di medici provenienti dall’estero, tutti controlli ai quali un medico italiano è sottoposto senza eccezioni". 

Secondo la Federazione, "la comparazione tra i due interessi, in senso giuridico, che vengono in rilievo – e cioè la sicurezza delle cure e il ricorso a mezzi straordinari di reclutamento del personale - non appare giustificare la deroga al sistema di garanzia, specie se questa è determinata da esigenze, che, pur impattando sull’assistenza, sono tutt’altro che improvvise e non altrimenti gestibili con strumenti ordinari".

Per questo gli ordini professionali si rivolgono al presidente Mattarella affinché la normativa venga rivista in modo da non consentire interpretazioni e interventi che vanno a discapito della salute del cittadino e della professionalità certificata del personale medico del territorio e italiano. 

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