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Venerdì, 19 Aprile 2024
Emergenza sanitaria

Medici cubani pronti a firmare la presa di servizio

Espletate le procedure di immigrazione, i professionisti avvieranno i contratti negli ospedali della provincia ma inizieranno a lavorare a fine gennaio

Sono arrivati questa mattina da Cosenza e dalla prefettura hanno raggiunto a piedi l'ufficio immigrazione presso la caserma Mezzacapo, scoprendo una piccola parte del centro di Reggio complice la giornata calda e soleggiata. Per i 51 medici cubani reclutati dalla Regione Calabria le procedure amministrative dei permessi di soggiorno si protrarranno ancora fino al pomeriggio, poi, come ipotizzato dalla commissaria dell'Asp reggina Lucia Di Furia, se i tempi lo consentiranno già oggi dovrebbero firmare i contratti e la presa di servizio nei diversi ospedali della provincia dove questo primo contingente sarà impiegato.

I professionisti caraibici saranno smistati in 16 unità presso la struttura di Polistena, 16 a Locri, 10 a Gioia Tauro e 9 a Melito. Contrattualizzati a tempo determinato per un primo periodo di sei mesi, ognuno di loro avrà rapporti di lavoro diretti con l'azienda sanitaria e non con la Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos, società di reclutamento che ha firmato la convenzione con la Regione per tutti i circa 500 medici da utilizzare nella regione.

Lavoreranno negli ospedali della provincia dalla fine di gennaio

Attualmente alloggiati a Cosenza, dal 2 gennaio inizieranno il corso intensivo di lingua italiana e quello di formazione sanitaria all'Università della Calabria. "Contiamo di averli sul territorio nella terza settimana di gennaio - dice Lucia Di Furia - e nei nostri ospedali avranno un congruo periodo di affiancamento come accade per gli specializzandi, perche è corretto che entrino nel nostro sistema sanitario accompagnati dai nostri professionisti. Siamo certi della loro preparazione, anche un recente studio del Sant'Anna di Pisa ha testimoniato la grande qualità del sistema assistenziale cubano". 

Lucia Di Furia

Non basterà a far uscire dall'emergenza il comparto sanitario della provincia (soprattutto la Locride), ma sarà "una prima boccata d'ossigeno". Nel frattempo - l'Asp quantifica in circa un anno la durata dell'intervento-tampone dei cubani - si agirà sul fronte parallelo del reclutamento attraverso la via ordinaria dei concorsi. "Per una sanità dove per anni non c'è stata la possibilità di assumere - conclude Di Furia - questo è un inizio, che auspichiamo possa aiutarci in attesa di avere nuovi professionisti assunti per concorsi". 

I medici, originari di varie città dell'isola caraibica, sono stati blindati e durante le operazioni burocratiche nell'ufficio immigrazione nessuno di loro ha interagito con i giornalisti. "No hablo con la prensa", non parlo con la stampa, taglia corto il capo delegazione che li ha scortato, proteggendoli da ogni avvicinamento dei cronisti. Da parte loro ovviamente frastornati dal viaggio e i ritmi degli ultimi due giorni, i professionisti sono però apparsi molto umani e affabili. Tra loro 13 donne, tra cui Elizabeth Balbuena Delgado, la dottoressa di Santiago che ieri ha fatto da portavoce ai colleghi nel video di benvenuto postato dal governatore Roberto Occhiuto. Sono tutti medici specialisti in numerosi settori: cardiologia, ginecologia e ostetricia, medicina generale con diploma per intensiva ed pronto soccorso, ortopedia e traumatologia, chirugia, medicina fisica e riabilitazione, pediatria, radiologia. 

Amato: "Perché non farli studiare all'Università per stranieri Alighieri?"

Il gruppo di professionisti (così come i colleghi che arriveranno nei prossimi mesi) conoscono in modo approssimativo la lingua italiana, ma, come già detto, seguiranno un corso intensivo all'Unical di Rende. Inconsueto che essendo destinati alla Locride (dove, tra l'altro, risiederanno in strutture alberghiere convenzionate con l'Asp), non si sia scelto di farli studiare all'Università per stranieri reggina. Lo rileva il professore Pasquale Amato, senza nascondere una comprensibile irritazione. "I primi medici cubani - scrive in una nota - pur essendo destinati alle strutture sanitarie reggine, che sono le più sguarnite di personale, sono arrivati a Lamezia e non a Reggio, sono stati portati alla Cittadella di Germaneto per essere ricevuti dal presidente (che li avrebbe potuti ricevere a Reggio) e ora  vengono portati a Reggio per le procedure di accesso presso l'ufficio immigrazione. Tuttavia saranno trasferiti a Rende per il corso di formazione linguistica che faranno all'Unical".

Alcuni dei medici cubani

Continua Amato: "Eppure a Reggio esiste, con personale docente qualificato che da decenni insegna la lingua italiana a stranieri, l'Università Dante Alighieri, unica nel Sud e isole e una delle tre d'Italia assieme a Perugia e Siena. Si faccia avanti chi si fa venire il prurito quando si parla e si scrive di 'regione straniera'. E per favore nessuno dica che siamo 'campanilisti' quelli che non ci stiamo a subire soprusi e schiaffi continui". Conclude il professore: "E per cortesia, nessun politico reggino, nel caso decida di denunciare questo ennesimo smacco, apra il suo intervento con la frase 'sia chiaro che non parlo per campanilismo', gettandosi così ancora una volta la classica zappa sui piedi".

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