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Il personaggio / Melito di Porto Salvo

Marta Fascina blindata in Campania, l'ascesa della melitese compagna di Silvio

Il gossip aveva sussurrato di una sua candidatura calabrese, invece per lei, che qui è soltanto nata ma ha forti legami con Napoli, c'è già un posto sicuro

Qualche gossip aveva parlato di una sua candidatura calabrese per Montecitorio e persino in tandem con il compagno Berlusconi al Senato. Un colpaccio che avrebbe fatto impallidire ogni confronto con gli affari di famiglia di Franceschini e Fratoianni. Invece il lieto fine elettorale di Marta Fascina, già scritto, sarebbe la Campania.

Secondo le ultime indiscrezioni, per la quasi moglie del Cavaliere si è scelta una blindatura collocandola in quella circoscrizione seconda in lista in tutti i quattro collegi proporzionali per la Camera, con una finestra anche nel collegio uninominale di Marsala sotto l'ala protettiva di Gianfranco Micciché.

Una strategia campana che replica quella delle scorse politiche per la parlamentare di Forza Italia, attualmente deputata e segretaria della IV commissione difesa, consolidando il suo legame particolare con il territorio partenopeo. E' lì, infatti, e precisamente a Portici, che, nonostante sia nata a Melito Porto Salvo, Fascina è cresciuta prima di trasferirsi dopo le scuole superiori a Roma, dove poi si è laureata in storia e filosofia all'università La Sapienza.

Calabrese solo per nascita, first lady che sa quello che vuole

Insomma, a differenza di quello che di solito accade, nel caso di Marta Antonia Fascina tutte le biografie indicano con esattezza che a darle i natali è stata Melito, ma definirla calabrese è davvero una forzatura. Molto fragile il filo che la lega alle origini reggine, tanto che in occasione del suo ormai leggendario "finto matrimonio" con Berlusconi a villa Gernetto, la bionda Marta non ha coinvolto la sua terra d'origine, dando ugualmente lo spunto però per la fioritura di leggende metropolitane, tra cui quella di una visita segretissima dei due fidanzati con tanto di pranzo in un noto ristorante della zona, attestato pure da un'immagine subito smascherata come fake dallo stesso proprietario dell'esercizio.

Nella città di nascita, dove è rimasto solo un parente dei Fascina (essi stessi originari di Napoli, da cui padre e zio di Marta approdarono a Melito negli anni Ottanta per lavoro), pochi si ricordano di lei nella memoria di qualche soggiorno estivo adolescenziale, e anche gli amici dell'epoca che l'avevano conosciuta meglio, non vivono più lì. Tutt'altra storia in Campania, dove lady Berlusconi è popolarissima, tanto da generare ovazioni d'affetto con striscioni da tifo e, lo scorso maggio, durante un evento pubblico forzista a Napoli, il romantico omaggio di un pizzaiolo, che ha realizzato due margherite scrivendo con la pasta filata i nomi di Silvio e Marta e decorandole con cuori.

Somiglia a un contrappasso sentimental-politico:Francesca Pascale, napoletana, soppiantata nel suo stesso territorio sia nell'amore che nella carriera, sebbene forse, per affinità emotiva, più calabrese lei, storica amica della nostra Jole Santelli, che l'oriunda Marta.

La Calabria non è apparsa neanche di passaggio tra le mete dello pseudo viaggio di nozze della coppia Marta-Silvio, che si sono piuttosto diretti in Costa Smeralda, immortalati dai paparazzi a Porto Rotondo durante effusioni e relax a torso nudo, ai quali il Cavaliere con le sue compagne non si era mai abbandonato in modo così libero. Fascina, per cui adesso diventa sicuro un nuovo posto in Parlamento accanto all'amato, è una che sa il fatto suo. Molto diversa da Pascale, personaggio dal carattere vivace e mai remissivo, Marta si è sempre presentata come perfetta first lady berlusconiana per la sua indole mite e da donna un passo indietro come da copione patriarcale.

Ma ora sta iniziando a mostrare un'inattesa personalità. Proprio a partire dall'apparenza, studiatissima. Impeccabile nel look della situazione (dove è importante valorizzare la bellezza, come nel caso del modaiolo top a disegni di maioliche sfoggiato nella foto di auguri ferragostani, ma anche mantenere decoro, con abiti accollati e gambe celate dalle gonne lunghe), la sua immagine è costruita sull'equilibrio tra l'essere una presenza femminile da sfoggiare per doti di avvenenza e giovinezza, ma al contempo comunicare sobrietà.

A Francesca Pascale, che già elaborava la svolta Lgtb, quelle mise morigerate stavano strette, ma Fascina - che qualche pettegolezzo sulle sue frequenti visite ad Arcore precedenti all'ufficializzazione del legame, vuole reale causa della rottura tra Silvio e la ex - si adegua di  buon grado. Sa che per attirare l'attenzione del presidente occorre essere appariscenti e costituire oggetto di invidia maschile, ma che, una volta impalmate, bisogna trasformarsi in signore a tutti gli effetti. Sui social il suo è un profilo basso: nessuna foto privata, solo il reiterato logo forzista e un discreto primo piano con l'ormai celebre chignon platinato (ma quando Silvio se ne innamorò aveva una selvaggia chioma riccia).

Le frecciatine e i meme sulle sue inclinazioni da badante (da Silvio la separano 53 anni) le scivolano addosso: Marta è la donna capace di imporsi sui figli del Cavaliere ed ottenere, se non l'ambito status matrimoniale, un fidanzamento certificato in una cerimonia con tutti i crismi dell'evento nuziale, dall'abito bianco alla torta e ovviamente lo scambio delle fedi. Di sorridere davanti all'obiettivo accanto a Marina Berlusconi facendo buon viso a cattivo gioco sui presunti dissapori con la figlia del compagno. Per il passo successivo, in fondo, non è ancora detta l'ultima parola.

Record di assenze alla Camera, il personaggio dalla frecciata su Brunetti al caso Tartaglione

E non chiamatela baby fidanzata muta, perché la favella di Marta è tagliente, come ha dimostrato replicando all'uscita di Brunetta dalle file azzurre con un'allusione alla sua scarsa altezza e citando la canzone di De André "Il giudice" (protagonista un nano malefico), una cattiveria che ha colpito il politico veneziano fino alle lacrime evocando bullismo e bodyshaming. Oggi non è silenziosa come ce la ricordavamo, Marta.

I suoi contributi politici, però, al di là dell'invettiva e degli appassionati panegirici a favore del quasi marito - nei quali si produce con grande slancio da molto prima del coinvolgimento sentimentale, tessendo la tela - sono inconstenti. Le sue pagine ufficiali offrono poco altro che una vetrina di Forza Italia e del Cav.

Un mese fa l'appello a non abbandonare gli animali sulla via delle ferie, corredato da un tenero video dove è insieme a Silvio e una coppia di festosi cagnolini; ad aprile un messaggio di solidarietà alle donne afghane in staffetta con la commissione diritti umani del Senato. Vanta un record di assenze in Parlamento, dove ha disertato il 70% delle votazioni. La sua attività è risicata: due proposte di legge, sull’introduzione del vincolo di mandato parlamentare (in esame alla Commissione affari costituzionali, e sulla responsabilità civile dei magistrati); tre proposte di emendamenti alla legge di bilancio 2020; un'interrogazione al ministero della difesa sulla tutela dei militari impegnati nella missione "Strade sicure".

Inevitabili, dopo l'annuncio della sua candidatura, le reazioni di chi la considera garantita sul seggio solo per la sua qualità di fidanzata di Berlusconi.  Forse non la vedremo mai prendere posizioni controcorrente come quelle di Pascale, che già da dolce metà berlusconiana aveva sostenuto Pride e diritti di genere, in compenso Marta Fascina può ben rappresentare il prototipo della donna di potere che muove i fili dietro le quinte. Avrebbe mai sorriso lei, imbarazzata ma senza osare replica, ai doppi sensi da barzellettiere del presidente-fidanzato come accadde a Jole Santelli in piena campagna elettorale con quel poco lusinghiero "non me l'ha mai data"? Sono battutacce che Silvio nei confronti della sua donna ovviamente non farebbe, però Fascina non è una femminista suscettibile e accetta che le si dica, come pochi giorni fa, da un Berlusconi in pieno delirio di virilità esibita, di togliere la mascherina per farsi ammirare. 

Un passo indietro e (finta) gattamortesca docilità, dunque, come si conviene alla compagna del Cavaliere, ma poi quando vuole una cosa,  la ottiene. Nel 2018 Nunzia de Girolamo aveva ironizzato sul colpo di fulmine tra Marta e Silvio per commentare l'elezione della Fascina al suo posto alla Camera. E Dagospia ora insinua che la bionda dama sia la causa della mancata candidatura della deputata Annaelsa Tartaglione, coordinatrice di Forza Italia in Molise e fedele a Berlusconi sin da quando, appena diciottenne, iniziò il suo percorso politico entrando nelle sue grazie. Secondo il graffiante quotidiano di Roberto D'Agostino, la bella onorevole, ex miss Molise e papabile proprio in quella regione, è stata silurata perché potrebbe aver fatto ingelosire Marta. 

Giustamente Fascina però alla Camera resterà, ma non con il supporto della Calabria, notizia che qui non dispiace a nessuno. Di donne con allure da vip basta e avanza Maria Elena Boschi, capolista del terzo polo nel collegio plurinominale della Camera (oltre che a Roma). E già protagonista a queste latitudini di meme parodistici che la vedono anche in fotomontaggio con i Bronzi. Ben più gradita di lei è una donna calabrese che non partecipa alla gara elettorale ma è entrata a gamba tesa nel dibattito, ovvero Loredana Berté.

La cantante, attesa a Reggio in concerto il 24 agosto in piazza Indipendenza, è intervenuta con indignazione contro Giorgia Meloni per la mancata rimozione del simbolo della fiamma dal logo di Fratelli d'Italia. Loredana ha ripreso l'appello inascoltato di Liliana Segre e non si è risparmiata: "Si vergogni, signora Meloni, si vergogni. Non l'ho chiamata onorevole, perché lei di onorevole non ha proprio niente, come la maggior parte dei politici italiani".

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