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Transizione ecologica

Alberi in arrivo nel territorio metropolitano, ma la Corte dei conti segnala piante malate

Metrocity annuncia l'importante accordo con i consorzi di bonifica per la riforestazione con fondi Pnrr, eppure un controllo dei magistrati contabili sembra parlare dello stesso progetto con una nota negativa

Qualche giorno fa la Città metropolitana ha annunciato la firma di una convenzione con i consorzi di bonifica dell’alto e basso Jonio e la facoltà di agraria dell’università Mediterranea, per realizzare interventi di riforestazione in aree individuate in una larga porzione dei comuni del territorio. Si tratta di un intervento con i fondi del Pnrr per un finanziamento complessivo che sfiora gli 8 milioni di euro.

Fin qui tutto regolare, anzi è un’iniziativa importante che vede Reggio Calabria come città virtuosa e propositiva nel processo di realizzazione dell’economia circolare e lo sviluppo sostenibile. Ma di piante, e della città metropolitana reggina, ha parlato pochi giorni fa, purtroppo in modo non lusinghiero, anche il collegio di controllo concomitante della Corte dei Conti con una delibera (8/2023) adottata in camera di consiglio il 14 marzo 2023, riguardante il piano “Rimboschimento urbano e tutela del verde Missione 2 Componente 4 intervento 3.1”.

Il progetto era stato proposto dal precedente ministero per la Transizione Ecologica (Mite, oggi divenuto Mase, per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica) e prevede una serie di azioni, rivolte ai territori di 14 Città metropolitane (tutte tranne Sassari, istituita successivamente all’azione) finalizzate alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, la salvaguardia delle biodiversità a rischio e la qualità della vita dei cittadini in un contesto sostenibile.

Il programma del ministero e i controlli della Corte dei conti con la nota su Reggio Calabria

Al centro dello specifico intervento 3.1 (tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano) c’è la piantumazione di 6.600.000 alberi grazie all’investimento di 330.000.000 euro. Le fasi del programma sono tre: entro dicembre 2021 l’adozione del piano di forestazione urbana ed extraurbana; entro dicembre 2022 il raggiungimento di 1 milione e 650 mila di alberi piantati, e entro i due anni successivi, con conclusione entro dicembre 2024, gli ulteriori step di 3 milioni e 300 mila e 6 milioni e 600 mila di piantumazioni.

Dopo aver approvato il piano di forestazione con decreto ministeriale 493 del 30 novembre 2021, a marzo 2022 l’allora Mite ha pubblicato l’avviso pubblico per la presentazione di proposte di intervento delle quattordici città metropolitane, a cui ha evidentemente aderito anche Reggio.

Per accertare lo stato di realizzazione dei progetti, al comando generale dei carabinieri è stato affidato il compito di effettuare sopralluoghi e controlli presso ciascuna delle città metropolitane interessate. E nel report dell’attività esistono rilievi negativi su Reggio, citati nella delibera del Ccc, organo della sezione centrale della Corte dei Conti di controllo sulla gestione delle pubbliche amministrazioni.

Reggio non è l’unica città metropolitana oggetto di segnalazione (tra le tante, sotto la lente ci sono Milano, Roma e Napoli), in particolare nel nostro caso si sono riscontrate due criticità: per i progetti in essere, secondo le indagini, nell’area interessata le previste piante di Populus Nigra sono state sostituite da Populus Alba (pioppi di corteccia nera e grigio chiaro), inoltre il sito è stato trovato in stato di degrado e con gli alberi “soffocati da piante infestanti”; riguardo invece i progetti futuri, si riporta che “sono state individuate le aree oggetto di intervento ed è stato affidato il servizio di fornitura delle piantine ad una ditta specializzata”.

Andando in dettaglio, nella delibera si spiega che la Città metropolitana di Reggio Calabria avrebbe dovuto effettuare la messa a dimora di 4.830 piante entro il 10 dicembre 2022, obiettivo “a tutt’oggi privo di riscontro”. Sempre dalla delibera, si apprende che l’amministrazione avrebbe riferito che il target europeo del 31 dicembre 2022 è stato conseguito esclusivamente mediante il bando annuale per la piantumazione di 2.083.600 specie arboree, a valere però sui progetti nuovi. Ma, ugualmente, i controlli svolti dai comandi territoriali dei carabinieri anche per la voce dei progetti nuovi non vedono Reggio tra le poche Città metropolitane che sono andate oltre la fase di progettazione: il lavoro per i 184 mila arbusti che avrebbero dovuto essere piantumati entro dicembre è indicato come ancora in corso di esecuzione.

Il mistero degli alberi infestati e di quelli ancora da piantare

Ma dove sono questi pioppi sofferenti e infestati? La delibera non lo dice, e senza un riscontro da parte della Metrocity è impossibile capirlo, poiché il progetto riguarda aree da individuare nell’interno territorio metropolitano. Soprattutto, ci si chiede se la recente convenzione firmata con i consorzi di bonifica riguardi questo stesso intervento o no.

I numeri sembrano coincidere: in entrambi i programmi gli ettari del territorio reggino interessati sono 184 e le piante da mettere a dimora 184.000 (1000 per ettaro), mentre l’importo concesso a prestito differisce di poco (8 milioni di euro per l’accordo firmato in questi giorni dalla Città Metropolitana e 7.887.716 euro nel progetto valutato dai magistrati della Corte dei Conti).

Se davvero stiamo parlando degli stessi alberi, che dunque nel territorio reggino, essendo stato firmato adesso un accordo, devono ancora essere piantati, perché i controlli li hanno già trovati da qualche parte del comprensorio metropolitano, e pure in stato di abbandono? E’ paradossale pensare che sia un’invenzione, messa nero su bianco su un atto di un collegio di magistrati. Gli alberi malati esistono e vorremmo sapere dove si trovano e cosa è successo.  

Al di là del mistero reggino, il report della Corte dei Conti ha fatto emergere un errore che rischia di far perdere il cospicuo pacchetto di risorse del Pnrr stanziate per questo piano di rimboschimento a livello nazionale. Secondo quanto accertato durante i controlli, molti interventi hanno riguardato semi anziché piante. I giudici contabili hanno lanciato un allarme preciso: tecnicamente la semina in vivaio non può essere assimilata alla forestazione urbana, una discrepanza che impedirebbe il collaudo finale degli interventi. Con la conseguenza di impedire l’utilizzo dei fondi Pnrr, perché gli obiettivi non risulteranno raggiunti.

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