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La tragedia

Strage di migranti, identificato l'ultimo corpo ritrovato: è un minore afghano di cinque anni

Intanto sul piano investigativo oggi l'Interpol eseguirà il controllo sul cellulare di uno scafista e si attende la data per l'incidente probatorio in tribunale

Ha un nome e un cognome “KR70”, l'ultima vittima del naufragio di domenica scorsa che il mare ha restituito sabato pomeriggio. Si tratta di un bambino di 5 anni e mezzo, proveniente dall'Afghanistan.

Nel naufragio, come apprende l'Adnkronos, sono morti il papà, la mamma e due fratellini. Uno di un anno mezzo, nel freddo linguaggio burocratico “KR46”, mentre il terzo fratellino è ancora disperso. A riconoscere il bimbo di 5 anni e mezzo sono stati gli zii che sono arrivati dalla Germania. Nel Cara di Capo Rizzuto ci sono altre mamme e altri papà che hanno perso i figli. Non ci sono genitori vivi con figli o dispersi. Ci sono due padri che cercano i propri figli. Sono sedici i bambini morti finora nel naufragio, anche se altri risultano ancora dispersi.

Intanto, prosegue la marcia delle indagini su quanto avvenuto nelle acque del crotonese domenica scorsa. Sempre secondo quanto appreso dall’Adnkronos, infatti, sarà eseguito oggi dall'Interpol di Catania un accertamento irripetibile sul telefono cellulare dello scafista minorenne pachistano arrestato lunedì scorso con l'accusa di avere organizzato il viaggio insieme con altri tre scafisti. In carcere ci sono anche un turco e un altro pachistano.

Il telefono del giovane, che respinge ogni accusa, è l'unico cellulare trovato agli scafisti dopo il naufragio costato la vita ad almeno 70 persone. Ecco perché è ritenuto particolarmente importante l'esame che sarà eseguito domani mattina a Catania. Da lì gli investigatori potranno estrapolare dati molto importanti. I contatti con i trafficanti di esseri umani ad esempio. Con chi ha chattato il giovane prima di partire da Smirne? Con chi aveva i contatti in Turchia? Chi sono i suoi complici? Nell'ordinanza di custodia cautelare la gip del tribunale dei minori di Catanzaro, ha scritto che il giovane sarebbe "aduso alla gestione dei percorsi migratori".

Il che sarebbe desumibile "dal ruolo assunto sin da prima dell'arrivo sulla costa turca". Nello specifico viene posta l'attenzione sulle "allarmanti modalità di commissione del delitto". La gip parla anche della "inquietante disinvoltura" con la quale il 17enne avrebbe affrontato il viaggio nel corso della traversata, "la dimestichezza manifestata nella gestione del viaggio quale dato segnaletico della consuetudine con il mondo del crimine connesso ai percorsi migratori".

Tutto questo farebbe parte di una serie di "elementi sintomatici" che hanno connotato "una personalità altamente pericolosa e priva di remore". Sul cellulare del giovane pakistano ci sono diverse fotografie scattate proprio sulla imbarcazione poi naufragata, ma anche altre foto. Che sono ritenute "molto importanti" per gli inquirenti.

C'è attesa, infine, per conoscere la data in cui sarà eseguito l'incidente probatorio nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla procura di Crotone, guidata dal procuratore Giuseppe Capoccia, sul naufragio di Steccato di Cutro costato la vita ad almeno 70 persone, tra cui tanti bambini. Sarà un faccia a faccia tra i presunti scafisti arrestati, uno è irreperibile, e i superstiti del naufragio, ospiti del Cara di Isola di Capo Rizzuto. La procura ha chiesto l'incidente probatorio al gip Michele Cicociola che adesso dovrà indicare una data per l'incidente probatori che punta a cristallizzare le prove che potrebbero emergere dai racconti dei sopravvissuti alla traversata partita dalla Turchia conclusa con lo schianto sulla secca a Steccato di Cutro.

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