Migranti, nave Diciotti in arrivo al porto con un'ora di anticipo
A bordo 600 migranti che dopo i controlli saranno trasferiti secondo il piano di riparto predisposto dal ministero dell'Interno
La nave Ubaldo Diciotti arriverà al porto di Reggio Calabria con un'ora di anticipo rispetto all'orario preventivato dalla Prefettura reggina nella giornata di ieri.
Il viaggio verso il porto di Reggio Calabria si concluderà alle dieci con l'attracco in banchina della nave della Guardia costiera con a bordo circa 600 migranti, in parte soccorsi in mare e altri provenienti da Lampedusa.
I migranti, come comunicato dalla Prefettura, dopo le operazioni di rito in banchina: "Come avvenuto nelle precedenti occasioni, dopo lo sbarco saranno trasferiti secondo il piano di riparto predisposto dal ministero dell'Interno".
Gli interventi della Guardia costiera al largo delle coste calabresi
Nel pomeriggio di ieri la Guardia costiera ha soccorso diverse imbarcazioni, cariche di migranti, al largo delle coste calabresi. Le motovedette Sar CP 320, CP 322 e CP 329 sono intervenute, a circa 70 miglia a sud di Crotone, per prestare soccorso a un barcone con circa 500 migranti a bordo. Altre unità, come Nave Dattilo e le motovedette Sar CP 326 e CP 325, hanno prestato soccorso ad altri due barconi con un totale di circa 800 migranti a bordo che si trovano, invece, a circa 100 miglia di Roccella Ionica.
Maxi operazione della Guardia costiera, il video dei soccorsi
La Guardia costiera ieri dopo circa cinque anni ha ripreso a fare comunicati molto dettagliati, come ha notato per primo il giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura. Viene naturale vedere in questa svolta comunicativa un segnale forte, secondo uno dei cronisti più attenti a raccontare la rotta del Mediterraneo centrale. Una svolta parafrasabile con una sorta di "noi i salvataggi li facciamo: per i disastri citofonare Viminale in capo alla linea di comando".
Le scorie del naufragio del Summer Love a Cutro (73 vittime accertate e decine di dispersi) e le eventuali zone grigie nella catena di comando, tutte da dimostrare, che hanno fatto sì che in quella drammatica notte di fine febbraio non venisse attivata un'operazione di ricerca e soccorso in mare, si faranno sentire ancora a lungo.
