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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Bambina abusata dallo zio e mancata denuncia, è bufera su Massimo Ripepi

Il consigliere comunale di Fratelli d'Italia si difende sui social: "Ho informato di tutto il pubblico ministero procedente", la maggioranza all'attacco chiede le dimissioni e si autosospende dalla commissione presieduta da Ripepi

Massimo Ripepi, consigliere comunale di opposizione, finisce nella bufera. Un articolo, pubblicato oggi da “La Repubblica”, lo chiama in causa in una vicenda scabrosa. Ripepi, da capo di una comunità religiosa, secondo quanto riportato dalla testata nazionale avrebbe consigliato ai genitori di una bambina vittima di abusi da parte di uno zio di non denunciare e mandare la piccola dalla nonna, nella casa dove abitava lo stesso zio che, in passato, avrebbe riportato una condanna per gli stessi reati.

Tutto sarebbe venuto fuori da un documento del Tribunale per i minori di Reggio Calabria, un atto che riguarderebbe l’affidamento urgente di una bambina di nove anni ai servizi sociali. I fatti sarebbero emersi verso la metà del 2020, ma Massimo Ripepi – nei confronti del quale non sono mosse accuse di alcun tipo – ne sarebbe stato a conoscenza già a partire dal 2018, proprio grazie al racconto dei genitori della piccola che frequentavano la stessa comunità religiosa. Massimo Ripepi, stando a quanto si legge nel provvedimento emesso dal Tribunale per i minori di Reggio Calabria, “escludendo che vi fosse nella comunità religiosa qualche famiglia in grado di venire in aiuto ai fratelli, invitava questi ultimi a rivolgersi alla nonna materna e ciò malgrado tutti fossero a conoscenza del fatto che quest’ultima vivesse con il figlio (omissis), in passato (circa vent’anni addietro), condannato con sentenza definitiva alla pena di otto anni di reclusione per violenza sessuale su minori”.

La risposta di Ripepi sui social

Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia ha lasciato ai social il suo commento sulla vicenda che lo ha interessato. “Gli articoli di stampa che mi riguardano - scrive Ripepi - pubblicati questa mattina, sono frutto di dichiarazioni che non hanno alcun fondamento fattuale, in quanto scaturiscono dalle dichiarazioni di una madre che in preda alla disperazione per averle il tribunale dei minori sottratto l’affidamento della figlia, ha fatto di tutto per cercare un capro espiatorio su cui scaricare sue esclusive responsabilità.

E ciò è tanto vero che dopo aver perso la potestà genitoriale sulla bambina, la madre si è messa alla ricerca di persone che potessero aiutarla a riavere l’affidamento della stessa, sostenendo che fossi stato io a sconsigliarla di rivolgersi all'autorità giudiziaria”.

“Di questo - continua Ripepi - ho già da tempo informato il Pubblico Ministero procedente, indicando nomi e cognomi delle persone contattate dalla madre della bambina, specificando anche come a talune di queste la madre della minore abbia correttamente confessato che io Le avessi detto di decidere lei liberamente cosa fare”.

La conferenza stampa

Massimo Ripepi, non prima di una battuta diretta a chi ha curato il servizio, annuncia una conferenza stampa per dire la sua verità. “Il tempo di raccogliere con il mio legale di fiducia, Mario Santambrogio, tutte le notizie provenienti dalle carte del procedimento e sarà indetta una conferenza stampa per dire la verità. Concordo con la zelante giornalista di "Repubblica", Alessia Candido: ed ora che si vada a guardare davvero cosa succede in quella Comunità E’ giunta l’ora. Omnia vincit amor”.

L’attacco della maggioranza

Il “caso” sollevato da "La Repubblica” si è trasformato subito in un argomento di polemica politica con la maggioranza che attacca frontalmente Massimo Ripepi e si dice pronta ad autosospendersi dalla commissione consiliare presieduta dal rappresentante di Fratelli d’Italia e, allo stesso tempo, chiede le immediate dimissioni dello stesso.

“La vicenda - si legge in una nota - che suscita orrore e sgomento, condotta incompatibile con il ruolo di rappresentate delle istituzioni. Ci autosospendiamo dalla Commissione da lui presieduta. Fratelli d'Italia assuma provvedimenti e Ripepi si dimetta da Consigliere”.

"Le circostanze descritte - dichiarano i consiglieri di maggioranza - da un documento del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria e riportate dalla stampa in queste ore, circa un coinvolgimento diretto del consigliere Massimo Ripepi nella vicenda di una bambina abusata dallo zio, poi tratto in arresto per violenza sessuale, suscita orrore e sgomento”.

"Stando a quanto riportato dalla ricostruzione del Giudice del Tribunale, pubblicata da alcuni organi di informazione, il consigliere Massimo Ripepi avrebbe suggerito alla madre della piccola, appartenente alla stessa comunità religiosa di Ripepi, di rivolgersi alla nonna materna nonostante sapesse che la donna convivesse con il figlio, zio della bambina, già in passato condannato con sentenza definitiva per violenza sessuale su minori. Ma non è tutto, ciò che appare assurdo è che Ripepi, sempre stando alla stessa ricorstruzione del Giudice, avrebbe addirittura dissuaso la madre della bambina dal denunciare il gravissimo abuso subito dalla figlia alla pubblica autorità".

"Un comportamento gravissimo - prosegue la nota - che Ripepi avrebbe condotto in virtù della forte influenza psicologica che poteva vantare nei confronti dell'intera famiglia interessata dalla vicenda, per via del suo ruolo di guida all'interno della comunità religiosa di appartenenza. Una condotta odiosa che ha determinato circostanze gravissime, che hanno prodotto danni fisici e psicologici nei confronti di una bambina di appena 9 anni, e che risulta assolutamente incompatibile con il ruolo di consigliere comunale che Ripepi riveste ormai da anni”.

Pronti alla sospensione dalla commissione

"Ferme restando le responsabilità giudiziarie che emergono dalla vicenda, sulle quali ci auguriamo sia fatta piena luce al più presto, intendiamo condannare con forza la condotta di Ripepi, peraltro già in passato coinvolto in procedimenti per altri gravi reati come lo stalking, chiedendo al suo partito Fratelli d'Italia una decisa e netta presa di posizione ed allo stesso Ripepi le dimissioni immediate per indegnità dal consiglio comunale. Fintanto che ciò non avverrà i consiglieri di maggioranza si autosospenderanno dai lavori della Commissione presieduta da Ripepi".

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