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Il report

Maltrattamenti minori, la Calabria fra le regioni a "elevata criticità"

Presentato oggi il rapporti del Cesvi, il ministro Bonetti: "C’è bisogno di un intervento strutturale affinché i servizi sul territorio siano uniformi a livello nazionale"

La Calabria è una delle otto regioni italiane “a elevata criticità” in materia di maltrattamenti di minori. Lo si è evince dal report della Cesvi che è stato resentato oggi, in occasione di un incontro online moderato da Cristina Parodi, ambasciatrice della fondazione Cesvi, con la partecipazione della ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, l'indice regionale sul maltrattamento all'infanzia in Italia, redatto dalle ricercatrici Giovanna Badalassi e Federica Gentile.

Lo scopo del report è analizzare la vulnerabilità dei bambini nelle singole regioni italiane attraverso l'analisi dei fattori di rischio presenti sul territorio e della capacità delle amministrazioni locali di prevenire e contrastare il fenomeno tramite i servizi offerti.

Il risultato è una graduatoria basata su 64 indicatori classificati rispetto a sei diverse capacità che rappresentano la struttura portante dell'indice: capacità di cura di sé e degli altri, di vivere una vita sana, di vivere una vita sicura, di acquisire conoscenza e sapere, di lavorare e di accesso a risorse e servizi.

L'indice fornisce anche quest'anno l'immagine di un'Italia a due velocità: si conferma l'elevata criticità del Sud Italia che resta al di sotto della media nazionale pur registrando timidi miglioramenti. Le ultime quattro posizioni dell'indice sono occupate, come nell'edizione precedente, da Campania (20esima) Sicilia (19°), Calabria (18°) e Puglia (17°).

Quest’anno sono otto le regioni “a elevata criticità”, ovvero quei territori nei quali, a fronte di elevate problematiche ambientali, rappresentate da fattori di rischio elevati, non corrisponde una reazione del sistema dei servizi: Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Molise, Basilicata, Abruzzo e Marche.

 Tra le regioni “virtuose” – con bassi fattori di rischio e un buon livello di servizi sul territorio – troviamo otto delle nove regioni già presenti nell’edizione 2021 dell’Indice: Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Veneto, Liguria, Toscana, Valle d’Aosta, Umbria. Il Piemonte, inserito lo scorso anno tra le regioni “virtuose”, quest’anno entra, insieme alla Sardegna, nel cluster delle regioni “reattive”, ovvero che rispondono alle elevate criticità nei fattori di rischio con servizi al di sopra della media nazionale. Tra le regioni “stabili” si trovano il Lazio e, come ogni anno, la Lombardia.

“La pandemia ha aumentato in modo drammatico tutti i fattori di rischio che sono alla base del maltrattamento all’infanzia, agendo in molti casi da detonatore in situazioni di disagio pregresso: povertà e disoccupazione, deterioramento della salute mentale, isolamento e contrazione delle relazioni sociali”, ha spiegato Gloria Zavatta, presidente della Fondazione Cesvi.

Il maltrattamento all’infanzia rimane un problema particolarmente grave e pervasivo in seno alla società che produce conseguenze drammatiche sulla salute dei maltrattati nel breve e nel lungo termine, sul loro equilibrio psico-fisico e, più in generale, su tutta la comunità. Gli ex bambini maltrattati diventano adulti che vivono con un pesante fardello di dolore che spesso scaricano sui propri figli, generando un circuito vizioso di trasmissione intergenerazionale, che solo un intervento esterno può interrompere.

Secondo la ministra per la Famiglia e le pari opportunità Elena Bonetti “c’è bisogno di un intervento strutturale affinché i servizi sul territorio siano uniformi a livello nazionale. Allo stesso modo è importante promuovere la conoscenza e il monitoraggio del fenomeno attraverso la raccolta sistematica dei dati”.

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