Il giovane Yuri ucciso sui Navigli tifava Reggina e amava la mamma
Adesso per la donna Giovanna Nucera, di Reggio Calabria, è il tempo del dolore
Non ce l'ha fatta Yuri Urizio, il giovane 23enne aggredito nelle prime ore del mattino di mercoledì a Milano a pochi passi dalla Darsena. Dopo due giorni di coma al Policlinico è morto ieri pomeriggio. Per la violentissima aggressione è finito in carcere Cubaa Bilel, un 28enne tunisino che fin dall'inizio ha dichiarato di avere bloccato la vittima perché l'aveva notata importunare una ragazza.
Yuri Urizio era molto legato alla mamma Giovanna Nucera, di Reggio Calabria, e al padre, scomparso nel 2012, come lui stesso aveva ricordato con un post su Facebook il 12 aprile 2022: "Grazie per proteggermi sempre dall'alto". Il giovane avrebbe compiuto 24 anni il prossimo 30 ottobre. Le foto sui social lo ritraggono mentre lavora come cameriere, con esperienze anche nei locali della Costa Azzurra. E poi gli scatti sorridenti con la madre, e poi ancora la passione calcistica per la Reggina.
Un giovane appassionato del suo lavoro, amava lo sport e il suo cagnolino e su Facebook cercava di darsi coraggio nei momenti di difficoltà. “La vita mi ha insegnato che nei momenti peggiori devi cavartela da solo”, scriveva. Yuri era legatissimo a sua mamma Giovanna, (sopra in foto insieme) orgogliosa di lui e che solo lo scorso anno gli aveva scritto pubblicamente: “Sei il mio tutto, Yuri, e dirti che sono fiera di avere un figlio come te non è mai abbastanza. Ti amo più della mia vita”.
Adesso per la mamma è il momento del dolore mentre gli inquirenti cercano di capire cosa è accaduto quella sera in sette minuti di violenza pura. Anche alla Vita in diretta, su Rai Uno, si cerca di ricostruire quei momenti e per parlare di Yuri c'è la zia Grazia, sorella della mamma di Yuri, che è all'obitorio con gli amici: "È stata una cosa troppo atroce, non sappiamo neanche il perché. Mia sorella, la mamma di Yuri, è distrutta per lei era tutto suo figlio".