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Cronaca

Fra le 'ndrine e Avanguardia nazionale "un rapporto di tipo organico"

Lo ha svelato Vincenzo Vinciguerra, ex esponente di Ordine nuovo, durante il processo per la strage del treno Italicus: "Rapporti molto forti durante golpe Borghese"

La strage dell'Italicus del 4 agosto 1974 "è stata una reazione contro Paolo Emilio Taviani per aver destituito Federico Umberto D'Amato". Ne è convinto l'ex esponente di Ordine nuovo e Avanguardia nazionale, Vincenzo Vinciguerra, che oggi è tornato in Corte d'Assise a Bologna per completare la propria testimonianza nell'ambito del processo sulla strage del 2 agosto 1980 a carico di Paolo Bellini, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia.

Rispondendo alle domande della Procura generale bolognese, Vinciguerra ha toccato vari argomenti oltre all'Italicus, ad esempio l'omicidio del giornalista Mino Pecorelli e la strage di Ustica. Ma soprattutto l'ex terrorista di estrema destra ha parlato del ruolo di Avanguardia nazionale negli anni '60 e '70, descrivendola come un'organizzazione dalla doppia struttura, che comprendeva degli 'elementi-quadro' che agivano allo scoperto e degli 'elementi operativi' clandestini, il cui compito principale era infiltrarsi in partiti e movimenti di sinistra. Per Vinciguerra, Avanguardia nazionale era, in sostanza, "una struttura spionistica" che agiva "contro l'estrema sinistra per conto del ministero dell'Interno".

Il testimone si è poi soffermato sui rapporti tra Avanguardia nazionale e la 'ndrangheta, in particolare quella di Reggio Calabria. Sul punto, Vinciguerra ha detto che "nel 1976 ospitammo in Spagna un ragazzo che aveva commesso un omicidio non politico, ammazzando un delinquente. Il nostro referente calabrese- ha aggiunto- ci chiese di ospitarlo su richiesta degli amici degli amici". Questi rapporti con la 'ndrangheta, ha poi specificato, "sono stati molto forti soprattutto al tempo del golpe Borghese (nel 1970, ndr)", e "non si trattava di un accordo solo strumentale, ma di tipo organico", in quanto "la 'ndrangheta vedeva Avanguardia nazionale come una forza che poteva mettersi contro lo Stato".

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