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Cronaca

“Basso profilo”, cade l’aggravante mafiosa ma Talarico resta ai domiciliari

Il tribunale del riesame ha accolto in parte il ricorso presentato dai difensori dell’ex assessore regionale, accusa riqualificata in corruzione elettorale

L'assessore al Bilancio della Regione Calabria (ora sospeso) Franco Talarico, coinvolto nell'inchiesta "Basso profilo" della Dda di Catanzaro, resta ai domiciliari, ma cadono le aggravanti mafiose contestate a suo carico. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Catanzaro, riqualificando il 416 ter, vale a dire lo scambio elettorale politico-mafioso, in corruzione elettorale, e contestualmente annullando per l'esponente dell'Udc l'aggravante mafiosa per il secondo reato contestato, l'associazione a delinquere.

Il tribunale del riesame, su richiesta dell'avvocato difensore di Talarico, Francesco Gambardella, era chiamato ad esprimersi solo sui gravi indizi di colpevolezza, su cui il legale era intervenuto (con ogni probabilità la revoca dei domiciliari verrà chiesta nei prossimi giorni). Il legale aveva chiesto l'annullamento totale dei capi d'imputazione, ritenendo che manchino del tutto gli elementi per ipotizzare l'esistenza di un comitato di affari di cui Talarico avrebbe fatto parte.

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