Operazione "Scarface", false fatture e società cartiere per aiutare i Barbaro-Papalia
Nelle indagini dei carabinieri di Brescia anche un militare dell'Arma e un agente della Polizia stradale, otto persone sono finite in carcere e sei agli arresti domiciliari
Sono 21 le misure cautelari eseguite dai carabinieri del comando di Brescia nel blitz notturno, esito finale dell'inchiesta "Scarface", andato avanti fino alla mattina tra le province di Brescia, Bergamo, Cremona, Asti, Imperia, Savona, Sassari e Torino per l'inchiesta sul riciclaggio coordinata dalla Procura e dalla Dda di Brescia. Otto persone sono finite in carcere e sei agli arresti domiciliari. Sono ritenute, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, impiego di denaro beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, con l'aggravante - per alcuni - di aver tenuto la condotta "al fine di agevolare l'attività delle associazioni mafiose". Nell'inchiesta, fra gli altri, sono finiti anche un carabiniere ed un agente della polizia stradale.
Le indagini, condotte per tre anni, hanno accertato che il capo dell'organizzazione, un imprenditore conosciuto dalle forze dell'ordine residente nel bresciano, avrebbe favorito con un sistema di cartiere e false fatture esponenti di spicco della 'ndrina Barbaro-Papalia di Buccinasco, "rispetto alla quale, pur non risultando affiliato, può considerarsi contiguo", scrivono i carabinieri. I traffici avvenivano attraverso le sue imprese televisive locali e nazionali che trasmettevano le previsioni delle estrazioni del lotto.