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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Cade in cassazione l'accusa di concorso esterno a Giovanni e Pasquale Remo

I giudici hanno disposto il rinvio per un nuovo giudizio ad altra sezione della corte di appello di Reggio Calabria, ricorso rigettato per Michele Labate

curatola avvocato-2La Corte di cassazione ha annullato la condanna di concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Giovanni e Pasquale Remo, il primo difeso dall'avvocato Tonino Curatola (nella foto) e il secondo dall'avvocati Francesco Calabrese e Francesco Albanese. I giudici cassazionisti, invece, ha rigettato il ricorso presentato da Michele Labate, il cui collegio difensivo era composto dall'avvocato Francesco Calabrese e dall'avvocato Giovanna Araniti.

Nei confronti di Giovanni e Pasquale Remo, poi, la Corte di cassazione ha disposto il rinvio per un nuovo giudizio ad altra sezione della corte di appello di Reggio Calabria. 

In appello per Gianni Remo, imprenditore reggino arrivo nel settore di vendita delle carni e della ristorazione nonché ex vicepresidente della Reggina calcio, ci fu uno sconto di pena. La seconda sezione della Corte d’Appello, presieduta da Olga Tarzia, ha riformato la sentenza di primo grado infliggendo 7 anni di carcere rispetto ai 15 anni rimediati nel settembre del 2016 dal Tribunale reggino.

L’imputato, difeso dall’avvocato Tonino Curatola, è stato condannato per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa mentre è stato assolto dagli altri due capi di imputazione ossia estorsione e concorrenza sleale, reati  entrambi aggravati dalle modalità mafiose. Stessa decisione dei giudici anche per il fratello Pasquale, difeso dai legali Francesco Albanese e Francesco Calabrese.

Anche lui era stato condannato a 15 anni e adesso punito a 7 anni di reclusione. Passa invece da una condanna a 22 anni di carcere a solo un anno di detenzione il boss Michele Labate, ritenuto ai vertici dell'omonimo clan egemone nel rione Gebbione, alla periferia sud della città. 

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