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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

'Ndrangheta, arrestato in Spagna il boss latitante Domenico Paviglianiti

Era destinatario di un provvedimento per i reati di associazione di tipo mafioso, omicidio e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Era già stato condannato per una serie di reati commessi a partire dagli anni ’80

Il boss Domenico Paviglianiti, 60 anni, è stato catturato in Spagna dove si era rifugiato dopo che era stato messo in libertà nell'ottobre del 2019, per un erroneo calcolo della pena, ed era ricercato da gennaio.  Paviglianiti in Spagna poteva godere, infatti, dell'appoggio di uno strutturato circuito relazionale, consolidatosi attraverso gli illeciti traffici gestiti lì.

Il fermo è avvenuto a Madrid ad opera della polizia spagnola - Udyco Central - e i carabinieri del comando provinciale di Bologna - Nucleo Investigativo - coordinati dal procuratore della Repubblica di Bologna, Giuseppe Amato, e dai sostituti Roberto Ceroni e  Michele Martorelli, in collaborazione con Eurojust - Filippo Spiezia - e in stretto raccordo con il servizio di cooperazione internazionale di polizia (progetto ICAN e team ENFAST).

Associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti

Il sessantenne era destinatario di un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti  di 11 anni 8 mesi e 15 giorni, emesso a gennaio scorso per i reati di associazione di tipo mafioso, omicidio e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. La complessa ed articolata attività investigativa scaturisce dal nuovo provvedimento emesso dalla procura bolognose nei confronti di Paviglianiti. La misura, in particolare, scaturisce da un ricorso in Cassazione promosso dalla medesima autorità giudiziaria, che aveva rilevato un antecedente erroneo calcolo della pena tale da consentire al sessantenne di essere rimesso in libertà nell’ottobre del 2019. 

L'arresto del boss Paviglianti: le immagini

Ritenuto dagli investigatori “elemento apicale dell’omonimo casato ‘ndranghetista, tuttora operante nei comuni di San Lorenzo, Bagaladi e Condofuri con ramificazioni nel Nord Italia, in particolare in Lombardia, e nel Sud America per la gestione del traffico internazionale di stupefacenti, era già stato condannato all’ergastolo (pena in seguito sostituita in quella della reclusione nella durata di trenta anni) per una serie di omicidi, associazione di tipo mafioso e reati concernenti gli stupefacenti, commessi a partire dagli anni ’80. 

Seconda guerra di 'ndrangheta e l'appoggio ai De Stefano

Domenico Paviglianiti, riferiscono ancora gli investigatori,  avrebbe avuto un “ruolo di prim’ordine nel corso della cosiddetta seconda guerra di mafia, quando con altre famiglie di ‘ndrangheta della provincia reggina aveva appoggiato la cosca De Stefano nella sanguinosa faida con quella dei Condello.”

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