rotate-mobile
Cronaca

Il "signor Milano" e il rapporto privilegiato con i Carabinieri del rione Modena

Dalla carte dell'inchiesta "Cemetery boss" emerge lo scambio di informazioni fra alcuni militari e Natale Crisalli, stabilito anche il limite di competenza territoriale della cosca: "Il nostro controllo si ferma al cancello del Ferraris"

Il “signor Milano”, al secolo Natale Crisalli, avrebbe avuto un rapporto privilegiato con i carabinieri del rione Modena. Il collaboratore di giustizia Giuseppe Stefano Tito Liuzzo, in uno dei tanti verbali di interrogatorio rilasciati ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia, diretti da Giovanni Bombardieri, lo aveva detto chiaramente: Natale Crisalli, fratello di Salvatore Claudio “Peppe” Crisalli, ritenuto un sodale della cosca Rosmini e per questo finito in manette nell’ambito dell’inchiesta “Cemetery boss”, era un confidente dell’Arma.

Dalle carte dell’inchiesta emerge il contatto stretto fra Natale Crisalli e un paio di sottufficiali dei carabinieri che, alla bisogna, lo contattavano per avere notizie su tutto quanto accadeva nella zona di competenza della cosca Rosmini e della cosca Zindato.

Per Liuzzo “entrambe i fratelli Crisalli avevano rapporti privilegiati con i Carabinieri di Modena”. I militari dell’Arma, che adesso non sono più in servizio presso del rione Modena, volevano prendere Totò Rosmini e, secondo il racconto del collaboratore di giustizia, dissero “a Crisalli che avrebbero avuto dei vantaggi, se l’avessero aiutato ad arrestarlo”.

Il pentito, poi, avanza l’ipotesi di uno “scambio di favori” fra investigatori e criminali: “I Carabinieri chiudevano un occhio sui lavori in nero e in cambio avevano piccoli regali”. Il rapporto appare essere assai privilegiato, tanto che il maresciallo dei Carabinieri - in occasione di un’operazione di polizia che portò a diversi arresti nella zona di Modena - dal telefono dell’ufficio chiamava Natale Crisalli per accertarsi se anche lui fosse finito nella rete: “Signor Milano? Dove siete? / "A casa”/ tutto a posto voi, sì"; / "Sì, sì / Uhm, va bene, ci sentiamo più lardi allora, va bene? / "ci sentiamo e ci dobbiamo vedere però" / "..e passa...e allora scendete"/ "eh, scendo ora, dai”.

Un’altra chiacchierata tra il militare ed il suo confidente, intercettata dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, ha consentito agli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia, diretti dal procuratore capo Giovanni Bombardieri, di fissare con “precisione assoluta” quale fosse la zona d’influenza criminale delle cosche del rione Modena.

Era il “signor Milano” a spiegare al suo interlocutore che “il loro controllo si ferma all'altezza del semaforo posto all'incrocio tra la via del Seminario e la via Pio XI ed, in particolare, fino al cancello di ingresso della scuola media superiore Ferraris”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il "signor Milano" e il rapporto privilegiato con i Carabinieri del rione Modena

ReggioToday è in caricamento