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Venerdì, 19 Aprile 2024
Lotta alla criminalità / Rosarno

Ndrangheta, confiscati due milioni di euro a esponente della cosca Pesce

Nei confronti dello stesso soggetto è stata disposta la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per 5 anni

La Direzione investigativa antimafia, coordinata dal procuratore distrettuale di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri e guidata da Maurizio Vallone, ha eseguito un provvedimento di confisca di beni emesso dalla sezione misure di prevenzione, nei confronti di un esponente di spicco della cosca Pesce, egemone nel comune di Rosarno.

L'uomo, attualmente detenuto, ha riportato 2 condanne con provvedimenti emessi dalla Corte di appello reggina, passate in giudicato rispettivamente nel 1994 per il reato di associazione a delinquere semplice e nel 1996 per quello di associazione a delinquere mafiosa ed è stato già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di tre anni con decreto della stessa corte, diventato definitivo nel 1993. Nel 2014 è stata coinvolto in un indagine condotta dalla Dia di Reggio Calabria insieme ai carabinieri del Ros e coordinata dalla procura della Repubblica di Reggio Calabria che aveva portato alla scoperta di un sistema creditizio parallelo attraverso cui le cosche calabresi erogavano prestiti a tassi usurari a imprenditori calabresi e lombardi in difficoltà.

Per questo, con sentenza del febbraio 2018 emessa dalla Corte di appello di Reggio Calabria e passata in giudicato nell'aprile 2019, è stato condannato a 4 anni di reclusione per trasferimento fraudolento di valori con l'aggravante di aver agevolato la 'ndrangheta. La sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria ha tenuto conto della pericolosità sociale "qualificata" in quanto "soggetto partecipe alle cosche di 'ndrangheta operanti del mandamento tirrenico reggino nonché consapevole di agevolarle…".

E' stata accertata la disponibilità di due aziende intestate a prestanome al fine di agevolare gli interessi illeciti della 'ndrangheta nonché una evidente sproporzione tra i redditi dichiarati dell'uomo e dal suo nucleo familiare, rispetto agli investimenti effettuati nel tempo. Il patrimonio confiscato consiste in 2 società operanti nel settore costruzioni di edifici e smaltimento rifiuti solidi non pericolosi, in 8 immobili, tra cui un capannone con uffici aziendali di rilevanti dimensioni e diversi terreni agricoli, in 10 beni mobili registrati di rilevante valore aziendale, tra cui diverse macchine operatrici semoventi, un rimorchio, un semirimorchio, diversi autocarri, una autovettura e rapporti finanziari aziendali. Il tutto per un valore complessivo di due milioni di euro.

Con lo stesso provvedimento la sezione misure prevenzione del tribunale di Reggio Calabria ha disposto per l'uomo la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per 5 anni.

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