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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

“Basso profilo”, il reggino Natale Errigo lascia il carcere per i domiciliari

Il tribunale del riesame ha accolto la tesi difensiva, cadono tutte le accuse inerenti al paventato metodo mafioso di cui al reato di voto di scambio elettorale

Il tribunale del riesame di Catanzaro ridimensiona il pesante impianto accusatorio che ha visto coinvolto, nell’operazione “Basso Profilo”, il reggino Natale Errigo, dipendente di Invitalia, in forza nella struttura del Commissario Arcuri per la gestione dell’emergenza epidemiologica.

Cadono tutte le accuse inerenti al paventato metodo mafioso di cui al reato di voto di scambio elettorale, riqualificato in reato elettorale, del tutto avulso da dinamiche e metodologie ‘ndranghetiste. E’ stata disposta l’immediata scarcerazione di Natale Errigo con sostituzione della custodia in carcere con la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari.

Il collegio difensivo, composto dagli avvocati Corrado Politi, Michele Fabio Gagliano, Concetta Quartuccio e Domenico Giordano, ha sin da subito evidenziato l’assenza di qualsivoglia caratura criminale e mafiosa dell’Errigo nell’unico incontro intercorso con il politico Francesco Talarico.

Agli atti di indagine non si rinvengono contatti, colloqui, sollecitazioni o frequentazioni con alcuno dei parenti o dei soggetti indicati nell’ordinanza di custodia cautelare, risultando la figura dell’Errigo come soggetto incensurato, negativo a qualsivoglia informativa di polizia, del tutto estraneo ad ambienti criminali che possano determinare o dare peso specifico a competizioni elettorali.

“Le esternazioni di Errigo - spiegano i legali - che tanto scalpore e clamore hanno destato nell’opinione pubblica, attraverso i mezzi di stampa, come sostenuto dal collegio difensivo, si risolvono in mere asserzioni che di per sé sole non possono ritenersi emblematiche del sinallagma sotteso alla fattispecie di cui all’articolo 416 ter del codice penale, risultando finanche poco credibili e prive di qualsivoglia interesse investigativo”.

Relativamente alle indagini sulla criminalità organizzata, il collegio difensivo ritiene opportuno oltre che doveroso che la stampa eviti ogni forma di spettacolarizzazione atta a indirizzare l’opinione pubblica verso giudizi di colpevolezza e di disvalore personale, pericolosi e sommari, giudizi che possono essere legittimamente emessi solo all’interno delle aule di giustizia e solo all’esito di un giusto processo.

“Nel sottolineare - si legge infine - come la lotta alla criminalità organizzata sia fondamentale per la rinascita di un territorio a lungo vessato come la Calabria, è bene evidenziare come la giustizia debba essere sempre esercitata con senso di umanità, senza sfociare in un arido e populistico giustizialismo”.

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