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Cronaca

Inchiesta "Basso profilo", Franco Talarico si avvale della facoltà di non rispondere

Davanti al gip anche l'imprenditore Antonino Gallo ha scelto la stessa strategia difensiva dell'assessore regionale al bilancio, il finanziere D'Alessando, invece, ha offerto la sua versione dei fatti

Francesco Talarico, assessore al Bilancio della Regione Calabria dell'Udc, si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al Gip. Talarico, ai domiciliari da otto giorni dopo essere rimasto coinvolto nell'inchiesta "Basso profilo" condotta dalla Dda di Catanzaro, è accusato di associazione a delinquere aggravata dalle modalità mafiose e voto di scambio.

Lo stesso ha fatto l’imprenditore Antonio Gallo. Ad offrire la propria versione al gip catanzarese, invece, è stato il finanziere Ercolo D’Alessandro che ha offerto al giudice la propria versione dei fatti.

Ritornando, invece, all’interrogatorio dell'assessore al Bilancio c’è da dire che lo stesso è durato pochi minuti, ma il suo legale, Francesco Gambardella, ha dichiarato che Talarico si dichiara innocente e del tutto estraneo ai fatti, aggiungendo che risponderà ai giudici dopo aver sviluppato al meglio la sua difesa. Talarico è indagato per i suoi rapporti con l'imprenditore Antonio Gallo, ritenuto dagli inquirenti contiguo alle cosche crotonesi. Da Gallo, sempre secondo i pm, l'assessore Talarico avrebbe ricevuto l'appoggio elettorale in occasione delle elezioni politiche del 2018, assicurando in cambio all'imprenditore il suo interessamento per fargli avere degli appalti.

Il rapporto fra Talarico e Gallo sarebbe stato intermediato da Tommaso Brutto e Saverio Brutto, padre e figlio, l'uno consigliere di minoranza del comune di Catanzaro fino al dicembre scorso, l'altro assessore, ora sospeso, al comune di Simeri Crichi. Entrambi sono stati ascoltati dal Gip e hanno risposto alle domande negando gli addebiti. Talarico è stato segretario regionale dell'Udc fino al commissariamento del partito in Calabria ufficializzato il 25 gennaio scorso a seguito dell'arresto. Nell'ambito della stessa inchiesta è indagato anche Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc dimessosi subito dopo aver ricevuto l'avviso di garanzia.

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