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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Archi

Quello di Benestare non era incidente ma tentato omicidio: due arresti

La squadra mobile stringe le manette ai polsi di Emilio Molinetti e Marco Geria che avrebbero pianificato ed eseguito l'attentato investendo il 61enne con un Fiat Doblò

La squadra mobile di Reggio Calabria, diretta da Francesco Rattà e coordinata dal questore Bruno Megale, ha fatto luce sull’incidente che ha visto coinvolto Giorgio Benestare. Questa mattina, all’alba, gli agenti della polizia hanno tratto in arresto due trentunenni: Emilio Molinetti e Marco Geria, ritenuti responsabili di tentato omicidio, ricettazione e danneggiamento a mezzo incendio, tutti aggravati dalla circostanza dell’agevolazione mafiosa.

Gli arresti sono giunti al termine dell’indagine “Full speed” che è stata coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dai sostituti Stefano Musoliono e Walter Ignazitto ed ha visto la partecipazione operativa degli uomini dello Sco.

Le indagini svolte dalla Polizia di Stato hanno focalizzato quanto accaduto la mattina del 26 maggio, quando, nel quartiere Archi di Reggio Calabria, il 61enne Giorgio Benestare, soggetto già conosciuto alle forze dell’ordine, veniva investito da una autovettura furgonata, mentre percorreva a piedi la via Croce Cimitero, riportando gravissime lesioni.

Quello che, in apparenza, sembrava un semplice incidente stradale, si è, invece, rivelato un tentato omicidio, programmato da tempo.

In tal senso, è stata determinante l’incessante ed ininterrotta attività investigativa condotta, sin dall’immediatezza dei fatti, dalla Squadra mobile reggina – sezione “criminalità organizzata e catturandi” – che ha acquisito e minuziosamente analizzato numerose immagini estrapolate da svariati impianti di video sorveglianza.

La precisa ricostruzione dei fatti operata dagli investigatori ha consentito, non solo di acclarare l’esatta dinamica gli stessi, ma anche di individuare ed identificare gli autori materiali di quell’investimento doloso.

Ed infatti, è stato accertato che, alle ore 11,00 circa di quella giornata, mentre Giorgio Benestare saliva appiedato la citata via Croce Cimitero, veniva investito a forte velocità da un Fiat Doblò di colore bianco, che lo colpiva in pieno. A bordo di quel mezzo, i risultati investigativi acquisiti depongono per la presenza degli odierni arrestati, i quali, dopo aver avuto contezza della presenza di Giorgio Benestare che circolava a piedi nel quartiere Archi, hanno recuperato il Fiat Doblò – occultato, in quanto rubato nei mesi passati - ed hanno atteso, in zona, il momento propizio per investirlo.

Quando Giorgio Benestate stava percorrendo la via Croce Cimitero (strada isolata e priva di marciapiede), gli indagati, a bordo del Fiat Doblò, hanno accelerato ed investito dolosamente la vittima.

Non solo, dopo aver fatto inversione di marcia, hanno percorso, questa volta in discesa, la via Croce Cimitero cercando di colpire nuovamente Giorgio Benestare, non riuscendovi solo perchè lo stesso, a seguito del primo impatto, era stato sbalzato all’interno di un piccolo ballatoio antistante un’abitazione.

Le indagini hanno consentito di accertare finanche il percorso di fuga degli autori del tentato omicidio; gli stessi, infatti, sempre a bordo del Fiat Doblò si sono diretti da Archi verso Gallico ed hanno abbandonato l’automezzo in questione nel greto del torrente Scaccioti. E’ lì che il mezzo è stato ritrovato, incendiato, il giorno seguente dagli operatori di polizia in servizio di controllo del territorio. Nelle immediate vicinanze sono state rinvenute le targhe (anteriore e posteriore) del Fiat Doblò che, sebbene annerite, erano comunque visibili.

Si trattava del medesimo numero di targa che nel frattempo gli investigatori della mobile avevano scoperto proseguendo l’incessante attività di analisi delle immagini acquisite. Quell’automezzo, dagli accertamenti espletati, è risultato rubato.

Non solo, sempre attraverso la minuziosa analisi delle immagini, è stato acclarato che, poco dopo che il Fiat Doblò era stato abbandonato nel greto dello Scaccioti, un soggetto, a bordo di un ciclomotore con targa coperta da un panno di colore giallo, si era recato sul posto, per darlo alle fiamme.

La ricostruzione fatta dagli investigatori ha accertato che l’incidente doloso di Giorgio Benestare è stato il risultato di un piano preordinato e programmato nel tempo, finalizzato ad attentare alla vita del 61enne.

Emblematici in tal senso sono stati l’uso di un automezzo rubato, l’averlo poi dato alle fiamme, nonché l’eliminazione di alcune telecamere che avrebbero potuto inquadrare gli stessi.

Ciò non ha però impedito agli investigatori della squadra mobile – esperti in materia di contrasto alla locale criminalità organizzata - di acquisire importanti elementi che hanno portato alla identificazione dei soggetti tratti in arresto.

Le risultanze delle attività investigative – condotte con il costante coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ha richiesto, per gli autori dei fatti descritti, idonee misure cautelari - sono state, infatti, condivise dal giudice per le indagini preliminari che ha emesso l’ordinanza eseguita in data odierna. Agli arrestati, infine, alla luce delle evidenze emerse dalle indagini, oltre all’aggravante dell’agevolazione mafiosa, sono state contestate – per quanto riguarda il tentato omicidio – le aggravanti della premeditazione e dall’aver agito in condizioni di luogo tali da ostacolare la privata difesa, mentre – per quel che concerne i delitti di ricettazione e di danneggiamento a mezzo di incendio dell’autovettura furgonata – la circostanza dell’aver commesso il fatto per eseguire il tentato omicidio di Giorgio Benestare.

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